Non è mai troppo tardi per scoprire che basta uscire di casa con zaino e scarponi, fare pochi chilometri in auto, per ritrovarsi immersi in un luogo che sembra lontano anni luce dai panorami a cui si è abituati…
Lo scorso weekend abbiamo fatto trekking in Valsamoggia, un territorio in provincia di Bologna, ma non lontano da Modena, che comprende le 5 località (ex Comuni) di Bazzano, Crespellano, Monteveglio, Castello di Serravalle e Savigno.
Ampie vallate circondate da morbide colline: teatro, in tempi antichi, di sanguinose battaglie tra Bologna e Modena, che si contendevano il possesso di queste terre, oggi vi si può trascorrere il tempo tra passeggiate, visite ad antichi borghi e castelli, indimenticabili degustazioni presso i numerosi agriturismi…
Il luogo ideale, insomma, dove sperimentare un viaggio all’insegna della sostenibilità.
Trekking in Valsamoggia: educare al territorio camminando
E’ proprio con questo spirito che oggi abbiamo parcheggiato l’auto nei pressi dell’Agriturismo Cà Isotta, a Zappolino (frazione di Castello di Serravalle) e siamo andati alla scoperta delle colline bolognesi, assieme agli amici di Vivisostenibile e a Roberto Rimondi, manutentore del Club Alpino Italiano sezione di Bologna, che ci ha illuminato sulla storia dei luoghi attraversati.
Zappolino, Fagnano e via Merlino…4,5 chilometri a passo lento, tra stradine ghiaiose, sentierini sterrati, erba, fango e torrentini da attraversare, un piccolo stagno, antichi casolari contadini, i filari delle viti…
…fino ad arrivare ad un incredibile punto panoramico reso ancora più magico dalla luce del sole calante: l’anfiteatro dei calanchi di Maiola, Tiola e Picco della Poiana…
Incredibile come la natura riesca a scolpire opere del genere. Ci arrivi davanti e non senti più la fatica fatta per arrivare.
Poi ancora avanti attraverso i boschetti, e le stradine di paese, breve tappa alla Fattoria Quercia, e poi l’ultimo strappo in salita per tornare al punto di partenza, presso Cà Isotta, dove ci aspettava un’ottima cena a base di cucina tipica bolognese.
Trekking in Valsamoggia: qualche informazione pratica
Il sentiero
I sentieri CAI sono contrassegnati dai segnavia bianchi e rossi. Il sentiero percorso oggi è il numero 207, ma non sempre è ben segnalato. Si passa inoltre attraverso proprietà private e lungo tratti poco battuti che rendono il sentiero difficilmente riconoscibile. Il mio consiglio è quello di farsi accompagnare da una guida.
Altrimenti, mappa alla mano, informarsi bene prima della partenza e comunque, pochi rischi: lungo la strada si incontrerà sicuramente qualche casa o agriturismo dove sarà piacevole fare una sosta.
Con i bambini
Il percorso è lungo circa 4,5 km, con diversi tratti in salita e (viste le piogge delle settimane scorse) parecchio fango. E’ quindi adatto o per bimbi piccoli negli zaini porta bebè, o per bimbi grandicelli che amino camminare.
Noi oggi l’abbiamo percorso in circa 3 ore (eravamo ovviamente i più lenti del gruppo…soprattutto per le numerose soste fotografiche!).
Oltre alle classiche raccomandazioni per il trekking, di cui ho giò parlato in questo post, in caso di stagione piovosa (come in questo periodo) è fondamentale avere scarpe impermeabili e un cambio completo (compresi calzini e pantaloni) da indossare appena terminato il percorso.
Fattorie didattiche
Lungo il tragitto abbiamo incontrato due fattorie didattiche, che spero di poter presto conoscere meglio:
Fattoria Quercia: fattoria biologica con coltivazioni e allevamenti; tra le varie attività, organizzano anche laboratori per bambini dal titolo “Dal campo alla tavola”. Maggiori dettagli a questo link: Fattoria didattica Quercia
Cà Isotta: azienda agricola di cui abbiamo potuto provare l’ottimo ristorante, tra le varie attività, organizza laboratori e Settimane Verdi per bambini. Maggiori dettagli a questo link: Fattoria didattica Cà Isotta.
Grazie…
Grazie a Vivisostenibile, che lavora per promuovere le bellezze dell’Italia e che mi ha dato la possibilità di iniziare a sperimentare il trekking dietro casa…sì, iniziare, perchè non sarà certamente l’ultima volta!
Grazie al CAI, che con il suo lavoro silenzioso e le poche risorse a disposizione si occupa della manutenzione di questi sentieri, rendendoli fruibili da parte di tutti.
Milly Marchioni
[testi e fotografie di Milena Marchioni]
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Nel testo viene sottolineato che si passa , durante il percorso indicato, attraerso proprietà private che mi risulta espongano cartelli tipici di tale condizione , anche con l’indicazione di diieto di transito. NOn capisco proprio come si faccia a mettere arbitrariamante in rete percorsi di questo tipo !!! I paesaggi così poeticamnte descritti NON sono il frutto solo della natura ma ANCHE del lavoro di persone che questi terreni hanno preservato a loro spese e che non vengono recintati per permermettere il transito degli animali selvatici.Quntomeno, per pubblicizzare percorsi prezzolati, si sarebbe dovuto cercare di concordare con i proprietari eentuali passaggi .
Ciao Maria Grazia, grazie per la precisazione. Durante la passeggiata non mi sembra di aver visto dei divieti di transito ma non posso garantirtelo perché io, in quanto partecipante, mi limitavo a seguire la guida, che non è mai uscita da sentieri battuti o strade carrabili. Questo articolo non è promozionale ma si limita, come tutti gli altri su questo blog, a raccontare esperienze vissute (in questo caso ci tenevo a raccontare ai lettori bolognesi che dietro casa abbiamo luoghi stupendi da esplorare). Nello specifico questa passeggiata è costata 5 euro a partecipante, me compresa (bambini gratis): soldi finiti nelle misere casse con cui il CAI cerca di manutenere i sentieri che altrimenti non sarebbero praticabili. Detto ciò, se qualcosa non ti torna, puoi chiedere chiarimenti direttamente agli organizzatori delle escursioni.
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