[La psicoterapeuta risponde] Quando sei in viaggio con tua figlia dall’altra parte del mondo e incontri una psicoterapeuta che ti fa i complimenti, spiegandoti perchè viaggiare fa bene ai bambini, capisci che sei sulla strada giusta.
Durante un’escursione in dhoni a Redang, ho avuto modo di conoscere una persona riservata, dolce, intelligente, viaggiatrice ed osservatrice, una Professionista di nome Bruna che oggi voglio far conoscere a voi lettori.
Ci siamo incontrate su una barca appunto, io e Pepe eravamo vicino a Clara che dormiva e lei ci chiese immediatamente l’età di nostra figlia. Lì per lì pensai “eccone un’altra che mi dà della disgraziata perchè faccio dormire una bimba di neanche 3 anni, in barca, sotto al sole Malesiano e per di più con una tigre di peluche“.
Clara si svegliò sull’isola, lei si avvicinò e mi disse: “Non potete neanche immaginare che regalo tu e tuo marito stiate facendo a vostra figlia“.
Era evidente che non avevo capito niente di questa signora romana.
Nei giorni che seguirono, iniziammo a conoscerci un po’, le sue domande mi sembravano sempre più interessate ma anche molto rispettose e riservate. Avevo la sensazione di non capire fino in fondo il “messaggio” di questa Donna, fino a che, un giorno, quasi a fine vacanza, mi rivelò che faceva la Psicoterapeuta.
Quante domande avrei voluto farle, domande su Noi genitori e su Clara! Non volevo perderla, non volevo perdere Tato Giancarlo (suo compagno) e non volevo che Clara privasse la sua vita della conoscenza di queste due grandi persone.
Non vi nascondo che ormai Bruna e Giancarlo fanno parte della nostra vita, ci siamo rivisti a Roma, ci sentiamo frequentemente e Clara è davvero molto affezionata a loro.
La Malesia ci ha fatto davvero un bellissimo regalo, a noi, ma anche a voi lettori visto che di seguito troverete le risposte alle domande che ogni mamma si pone prima di intraprendere un qualsiasi viaggio con il proprio figlio.
Bruna infatti, ha accettato di farsi intervistare, nonostante io le ponga di media una decina di domande ogni mail che le scrivo. 😉
Perchè si deve viaggiare con i bambini:
ne parliamo con Bruna Ferretti
Perché iniziare a viaggiare da subito con bambini piccoli?
Perché la vita è fatta di bisogni fondamentali per il benessere fisico (mangiare, bere, avere un tetto…) e di esigenze per lo sviluppo del benessere mentale. Tra le esigenze, la realizzazione di rapporti umani validi e le situazioni che incentivino la curiosità e la fantasia, sono fattori strutturanti l’identità.. Il viaggio rientra indubbiamente tra questi.
Le neomamme tendono a porsi parecchie domande prima di intraprendere un viaggio con un neonato:
“Come farò con le sue abitudini dall’altra parte del mondo? Che senso ha farlo viaggiare in quest’età in cui non ricorderà niente?”…
Innanzitutto voglio chiarire che i bambini stanno bene quando i genitori sono felici, perciò se una coppia ama viaggiare non deve limitarsi con la “scusa” del bambino. Se i genitori non amano i viaggi, ugualmente non si devono costringere, niente va fatto forzatamente.
Ma spesso le mamme usano i figli per coprire le proprie paure! Per le abitudini, mi domando quali, sempre le loro? I bambini sono gli esseri umani che più si adattano alle situazioni diverse, sempre che non abbiano vicino un adulto preoccupato ed ansioso.
Per il fatto che non ricorderà niente questo è vero, ma noi abbiamo un ricordo cosciente e una memoria interna. Il ricordo cosciente è quello per cui puoi avere l’immagine del posto in cui sei stato a mo’ di fotografia; la memoria è il vissuto, gli affetti, uniti a quella situazione. Della nostra primissima infanzia non abbiamo ricordo cosciente, ma memoria sì ed è la parte più formativa per la nostra mente. Noi psicoterapeuti la ritroviamo nei sogni, nel pensiero non cosciente.
Quale potrebbe essere la scintilla capace di dare coraggio alle neomamme che non osano “buttarsi”?
Tengo sempre a sottolineare che io mi sto rivolgendo a mamme che amano il viaggio (se no, non frequenterebbero questo blog), allora sono io che rivolgo loro una domanda:”Come può far male ad un figlio quello che rende felice un genitore?“
Bisogna togliersi dall’idea che rinunciare a se stessi faccia bene ai figli. I sacrifici quando nasce un figlio sono sempre tanti, dalle notti insonni alle organizzazioni quotidiane, ma mai il sacrificio deve arrivare ad una perdita di realizzazione o soddisfazione personale, perchè poi porta a quell’odioso pensiero (a volte anche verbalizzato!) “Io per te ho rinunciato a…”
Tra le difficoltà che si possono incontrare, oltre a quelle materiali, ci sono quelle emotive.
Come rapportarsi ad eventuali difficoltà di sentirsi a loro agio in una camera che non è la loro? Qual è la risposta giusta alla frase “mamma, voglio tornare nella mia casa”?
Ecco questo non è un problema di luoghi è un problema di mentalità famigliare. Ci sono adulti che non si muovono da casa propria, adulti che vanno in vacanza sempre nello stesso posto, nello stesso albergo, lo stesso ombrellone, poi fanno un viaggetto e dicono che i figli sono a disagio! Chi invece è abituato a muoversi e si trova di fronte ad un bambino che vuol tornare a casa, deve andare al di là delle parole e domandarsi cosa sta succedendo in quel momento: la situazione è stata pesante tra i genitori? Non è stata capita qualche richiesta del bambino?…
Esiste un criterio per scegliere le mete più adatte oppure ogni meta custodisce un tesoro adatto per essere scoperto con i bambini?
Le mete più adatte, quando i bambini sono molto piccoli, sono quelle che più amano i genitori, con la scelta anche di percorsi che col buonsenso comune siano graditi ai bambini.
Quale lezione può apprendere un bambino da un viaggio, che non si possa già imparare comunemente in una scuola?
La differenza la fa sempre il rapporto diretto con la cultura e le persone. A scuola vedi un’immagine, apprendi un contenuto che sono stimolo all’approfondimento. Il viaggio è l’approfondimento.
Come far appassionare un bambino al prossimo viaggio, alla scoperta del “nuovo” e dello “sconosciuto”?
La scoperta del nuovo deve avvenire quotidianamente, non solo con i viaggi, è la curiosità di cui parlavo prima che va alimentata ogni giorno, tutto dipende sempre da come è l’adulto.
Nello specifico lo si può coinvolgere, compatibilmente con l’età, con racconti e libri specifici sul paese da visitare per poi invitarlo a verificare direttamente sul posto.
Per concludere, cosa ne pensi delle difficoltà di crescere un figlio in Italia, dove tutto sembra precario e difficile, dove tutto sembra privo di un’educazione civica?
L’Italia è il paese dei controsensi, oltre alle bellezze naturali ha un patrimonio di bellezza e spontaneità anche nell’umano.
I bambini vanno sempre e comunque educati al positivo, perchè è questa la realtà. Ci sono ladri, ci sono imbroglioni, ci sono assassini ma non sono TUTTI ladri, imbroglioni ed assassini. Questo è fondamentale per non creare angosce e attaccamenti morbosi. I bambini vanno cresciuti con i piedi per terra, ben saldi alla realtà che stiamo vivendo, ma senza spegnere sogni e speranze. Sono certa che se cresciuti da genitori sani, coerenti, corretti e intelligenti non avranno problemi a distinguere e scegliere.
Testi di Bruna Ferretti ed Elena
(fotografie di Milena Marchioni)
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Ma che nella questa intervista! L’ho trovata interessantissima: ha dato voce a qualcosa che già sentivo dentro di me e mi ha chiarito altri aspetti! Complimenti e poi che bello che tu abbia legato con una persona così interessante. Lucrezia
Hai ragione cara Lucrezia, molte cose magari noi intimamente le pensiamo, o le speriamo…ma sentirsele dire da una professionista è diverso…
Per una volta commento anche io direttamente un articolo del blog, per ringraziare Bruna. Non solo per la squisita gentilezza e per il tempo che ci ha dedicato, ma anche perchè mette nero su bianco questioni molto importanti e al tempo stesso delicate..
Capita spesso di confrontarci tra noi amiche, quando qualcuno ci attacca per quello che facciamo, o quando ci rendiamo conto che la scelta di viaggiare ti impone dei sacrifici (per quanto riguarda la mia famiglia, posso viaggiare solo ed esclusivamente perchè rinuncio ad altro, a troppe cene fuore, ai vestiti fashion e cose del genere)….quindi credo sia normale ogni tanto fermarsi e chiedersi “sto facendo nel modo giusto?”.
Beh, io posso anche autocovincermi che sia giusto, ma se una professionista come te me lo argomenta in modo così profondo, allora io sto tranquilla e continuo su questa strada.
Grazie, grazie e ancora grazie! Che le tue parole siano di buon auspicio per tutti i genitori in ascolto!
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Questo post casca a fagiolo! 😉 lo quoto in pieno!!! 🙂
Grazie Francesca!…mi sa che questo post casca sempre a fagiolo per le mamme degeneri come noi…mi ricorderò sempre uno dei tuoi primissimi post …. 🙂
È il primo articolo che leggo su questo blog (capitato per caso) e ne sono rimasto davvero colpito. Anche leggendo sotto, la descrizione dell’autrice, risalta ai miei occhi “Vogliamo che Clara esplori luoghi e civiltà per capire, conoscere e crescere libera da pregiudizi.”
Che meraviglia, complimenti. Condivido in pieno il voler far “toccare” con mano la vera realtà nel mondo, anzichè farsi un’idea da quella raccontata e spesso distorta, oltre al grandissimo beneficio generale che un bambino può trarre nel viaggiare. Ancora complimenti.
Sergio, l’insolito lettore ventunenne.
Ciao Sergio, innanzitutto grazie per essere passato di qua, fa sempre piacere ricevere commenti di nuovi lettori!
Quello che hai detto aggiunge un altro importante valore al viaggio: il “toccare con mano” e farsi un’idea che non sia mediata dagli altri…Ai nostri giorni, diventa un pregio difficilissimo da acquisire e ancor di più da mantenere…ma proveremo a fare il possibile per far crescere i nostri bimbi davvero liberi.
Grazie ancora,
milena
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Ciao. Bellissimo articolo. io la penso proprio come te infatti non appena riesco a liberarmi dagli impegni lavorativi prenoto subito un viaggio per me la mia piccola Greta (ora 3 anni) che ha fatto qualche viaggio da quando aveva 1 anno. Anche in assenza del mio compagno per motivi lavorativi non mi faccio scoraggiare, chiamo un’amica e subito pronte si parteeeeeeeeeeee.
Molte mamme???? mi guardano come se fossi una pazza a viaggiare sola con un bimba piccola….. intanto però Greta ogni giorno mi dice sempre “mamma ma quando prendiamo un’altro aereo” …siamo siamo tornate 1 mese fa dalla Francia…..
Buon Viaggio a Tutti!!!!!!!
Ilenia
Ciao Ilenia, piacere di conoscerti! Complimenti per i viaggi di Greta e benvenuta nel club delle mamme snaturate! 😉
Che fortuna l’amica che può partire con voi! Mica male da sfruttare quando il papà non può!
Intanto, se ti va di raccontarci i viaggi di Greta, facci sapere!
“i bambini stanno bene quando i genitori sono felici.”
Questo dice tutto 🙂
Esattamente! Questa è la parola chiave! 😉
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Figli non ne ho ma, se mai dovessi averne uno, SICURAMENTE gli farei amare i viaggi perché non c’è niente di più bello di una famiglia (felice) che parte alla scoperta del mondo tenendosi per mano.
Esatto… il “felice” lo toglierei proprio dalle parentesi perchè è la parte principale…se sei felice a casa, stai a casa, sapendo percò che tuo figlio si perde tanto…e tu con lui! 😉
Fantastico! E’ una bellissima intervista! Sono mamma e viaggiatrice e mi ritrovo con tante delle argomentazioni trattate. Per me viaggiare con i miei due figli e scoprire una mondo e delle persone, aprirmi e anche avere quel pizzico di avventura e libertà in più che la quotidianità. Tuttavia spesso vengo molto criticata perchè viaggio. Ringrazio quindi moltissimo Bruna per la sua professionalità e Elena per averlo condiviso con noi: ritengo sia molto importante avere anche un parere di una professionista in materia.
Ciao Silvia, grazie per il tuo commento! Hai ragione, spesso veniamo anche criticate per questa nostra passione e sentire che anche un’esperta conferma i vantaggi che un viaggio apporta è molto d’aiuto! 🙂
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Da figlio: grazie ai miei genitori ho una innata passione per viaggi coltivata sin da quando ero piccolissimo.
Viaggiare rende le persone intelligenti e curiose.
Bellissima testimonianza, grazie!
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Beh praticamente io sono uno di quelli che con mia moglie ci siamo fatti il giro del mondo con i bambini, vi assicuro che i bambini crescono meglio, più aperti mentalmente, addirittura l’agenzia di viaggio ci prese come riferimento se qualcuno aveva dei dubbi per partire coi bimbi ci telefonava e noi li incoraggiavamo.
W i viaggi!!!!
Grande Roberto! Sfondi una porta aperta!!
Ora però raccontaci un po’ dei tuoi viaggi che siamo curiose! 😉
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Il post ha attirato la mia attenzione… Il desiderio di un figlio inizia a farsi sentire, ma la paura di perdere la mia libertà è tanta. Sono una libera professionista, perciò penso ai sacrifici e alle capriole che dovrò (e vorrò) fare perché lavorare per me è importante. E tra le libertà che ho paura di perdere, il viaggiare è tra queste… Non faccio tantissimi spostamenti, ma quei due viaggi l’anno (quasi sempre fuori Europa) mi regalano molto di più di quanto non farebbero oggetti costosi e “vestiti fashion”, come dici tu :).
Tuttavia mi chiedo sempre se il non voler rinunciare al viaggio non sia un pensiero egoistico, e so già che mi sentirei in colpa agli sguardi truci che riceverei dai passeggeri dell’aereo se mio figlio dovesse spaccar loro le orecchie a suon di pianti 😀 Spero di trovare presto il coraggio! 🙂
Ciao Valentina! Difficile darti consigli in questa sede, ma provo a riassumere il mio pensiero in poche parole…
La scelta di fare un figlio ovviamente è impegnativa e ti vincolerà per il resto della vita, ma è una decisione da prendere di cuore, perchè se usi troppa razionalità troverai sicuramente mille impedimenti a questo “gesto estremo”. Quindi, visto che il cuore ha sempre ragione, aascolta lui.
E la razionalità mettila da parte anche dopo. Soprattutto per quanto riguarda i viaggi. Ti piace viaggiare quindi DEVI continuare a farlo anche dopo, perché se stai bene tu starà bene anche lui/lei. Magari adatterai tempi e modi ai suoi ritmi, ma sicuramente non mancheranno i viaggi nella vostra famiglia (poi fino a due anni non pagano l’aereo, ricordatelo! 😉 ).
Quanto agli sguardi truci da parte degli altri, beh, la mia posizione su questo tema è chiara. Da quando viaggio, ho SEMPRE, e sottolineo SEMPRE incontrato adulti maleducati nei miei voli. Non sono certo i 5 minuti di pianto di un neonato a disturbare. Certo, a volte è capitato un bambino vivace a cui i genitori non dicevano nulla, ma è bastato chiedergli di fare più silenzio. Il bambino ascolta, mentre l’adulto -nella migliore delle ipotesi- continuerebbe a disturbare, anche se tu gli chiedessi di smettere. INsomma, dal primo momento che tu accudisci tuo figlio con educazione e rispetto, nessuno può recriminare niente. E, se ha da recriminare, il problema è solo suo. Viaggiare con i bambini ti apre scenari che neanche immagini, e la maternità è un’avventura emotiva immensa. Buoni viaggi 🙂