Capita spesso, parlando di viaggi con bambini in paesi lontani, di sentirmi chiedere “ma non hai paura?”. A questa domanda in genere fa seguito una lunga lista di potenziali sfighe che potrebbero accadere in giro per il mondo, a partire ovviamente dai problemi di salute riguardanti i bambini…La mia risposta?
Certo che ne ho di paura! E anche tanta!
Finchè ho viaggiato solo con mio marito non mi sono mai preoccupata molto di cosa sarebbe potuto accadere lontano da casa. Sono piuttosto fatalista e ho sempre preso le cose abbastanza serenamente. L’ “abbastanza” è d’obbligo, perchè di fronte a certi episodi (come ad esempio un improvviso attacco della tanto temuta vendetta di montezuma mentre stai prendendo il sole su un’incantevole isola sperduta, disabitata e senza alcun tipo di servizio igienico) non c’è alcuna serenità che tenga. Senza farmi troppi problemi, ho preso aerei che definire tali è quantomeno fantasioso, ho viaggiato su barchette che imbarcavano acqua, ho bevuto te alla menta in bicchieri mai lavati e usati da chissà chi, ho dormito in compagnia di scarafaggi che mangiavano i miei biscotti sul comodino (compresa la confezione) e robe del genere.
Poi sono diventata mamma, mi sono trovata tra le mani un esserino indifeso che è subito diventato la cosa più preziosa della mia vita e tutto è cambiato. Compresa ovviamente l’organizzazione dei viaggi, nella quale il fatalismo si è fatto da parte per lasciare il posto ad una marea di dubbi/paranoie: come facciamo se sta male? le strutture sanitarie saranno all’altezza? quando siamo in giro dove la cambiamo? se non le piace il cibo? dove farà il pisolino pomeridiano? se è troppo caldo? se l’aria condizionata è troppo fredda? se la camera è sporca? e chi più ne ha più ne metta!
Aggiungiamoci pure il ruolo svolto dagli amici e, soprattutto, dai nonni che, ad ogni annuncio di un prossimo viaggio, storcono il naso e iniziano a chiedere: “dov’è ‘sto posto?”, “là non ci sono delle malattie?”, “quanto ci vuole per arrivare?”, “dovete proprio portarla fin là la nostra nipotina?”, ecc…
Nonostante tutto, non ho voluto rinunciare alla passione di viaggiare con la mia famiglia, per non privarmi della meraviglia di scoprire, conoscere ed aprirmi al mondo. Ho desiderato soprattutto che mia figlia provasse da subito l’emozione di esplorare e di confrontarsi con luoghi lontani e genti diverse.
Poi, dai, di pericoli ne corriamo tutti i giorni senza porci troppi problemi: credo sia molto più rischioso farsi tutti i giorni 30 km in scooter per andare e tornare dal lavoro, piuttosto che prendere un volo intercontinentale! Giusto?
Per riuscire a conciliare le mie tante paure con la voglia di viaggiare ho dovuto inevitabilmente adottare alcuni accorgimenti.
Innanzitutto impegno molte più energie nell’organizzazione del viaggio, prestando attenzione a tanti piccoli dettagli che prima trascuravo: mi appunto in un taccuino tutti i recapiti utili da contattare sul posto in caso di emergenza, verifico dove si trovano le strutture sanitarie, stipulo un’assicurazione, ecc. In questo modo mi sento più preparata ad eventuali avversità e quindi più serena.
Ho poi alzato gli standard qualitativi degli alloggi, prima di prenotare cerco online le recensioni di altri viaggiatori e magari contatto quelli che hanno viaggiato nelle stesse località con i bambini.
Per evitare che gli amici mi massacrino di domande allarmanti, alimentando le mie già innumerevoli ansie, non dico a nessuno dove vado e quando vado, se non al mio rientro.
Infine, per non far agitare troppo i premurosi nonni, a volte li porto con me, così loro, oltre a visitare luoghi incantevoli, possono proteggere la loro amata nipotina, mentre io e mio marito ne approfittiamo per concederci un po’ di relax in più!
Di tutto questo e molto altro ancora parleremo in questo blog…
Grazie per essere passati di qua e….PARTECIPATE NUMEROSI! (ecco come)
Milly Marchioni
[testi e fotografie di Milena Marchioni]
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hihihih…. milena, i miei amici invece non mi attaccavano fobie ma si limitavano a dirmi che NON si poteva fare. quando ero incinta e dicevo che volevamo continuare a viaggiare mi guardavano e si capiva che pensavano fossi fuori di testa. l’unica incoraggiante è stata mia cognata che mi ha detto: “guarda, io no l’ho mai fatto ma, secondo me, tu lo farai”. e così è stato :). superate le mille fobie del primo viaggio poi è andata sempre meglio e ho imparato a viaggiare leggera anche con la pargola. del resto francesi, inglesi, americani,… lo fanno tranquillamente. basta rompere il ghiaccio!
a 30 mesi mia figlia ha già una decina di voli al suo attivo e al suo 4° viaggio (visto il successo dei precedenti) ci siamo fatti un tour in bicicletta abbastanza faticoso assolutamente degno dei nostri vecchi viaggi pre-bimba. aveva 22 mesi e si è divertita come una pazza!!!
fantastica mara!!! siete troppo avanti!!!
se ti va di raccontarci le tue esperienze le pubblicheremo volentieri! oppure linkeremo al tuo utilissimo sito!!!
ecco una delle ragioni per cui ho pensato immediatamente a te per il nostro progetto, Milena! 🙂
PS comunque + si viaggia e meglio va! E poi i nostri cuccioli percepiscono subito il nostro stato d’animo e sanno adeguarsi tante volte molto meglio di noi, soprattutto se ci sentono felici!
paura? eh un pochino, ma razionalizziamo!
secondo la mia modesta esperienza di viaggi con figli, viaggiare con i pargoli è molto bello e ci permette di condividere con loro tanti bei momenti, anche se sicuramente la gestione del tutto è impegnativa. all’inizio la mia piccola aveva esigenze più “ardue” da gestire tipo i cambi, le pappe, il riposino… ora che è un po’ più grandicella (4 anni) è “quasi” una pacchia! la paura comununque c’è sempre, soprattutto negli spostamenti, ma meglio non pensarci e godersi i posti e i viaggi meravigliosi!
il segreto è soprattutto una buona organizzazione e mettere in previsione le “varie ed eventuali”, così da sentirsi anche più tranquille e pronte alle evenienze. infatti mai più senza la valigina s.o.s. con tachipirina, fermenti…
condivido in pieno!!!! vai di valigina S.O.S !!! 😉
uhuh!!! io ho sempre viaggiato con mia figlia da quando aveva 5 mesi e ne ho sentite di tutti i colori: mamma irresponsabile (perche’ giravo l’asia senza tanto preoccuparmi di cibo e malattie e chissa’ quali altre catastrofi), mamma avventata (perche’ la inserii a 15 mesi in un asilo dove non conosceva nessuna delle lingue che si parlavano e come mamma feci un inserimento di mezz’ora contro gli inutili 15 gg tipici italiani), mamma rigidissima (perche’ sino a due anni non l’ho parcheggiata difronte ad una tv e non le ho fatto assaggiare zuccheri di alcun tipo, vabbe’..questo non c’entra)…vi diro’ che viaggiare per i bambini e’ semplicissimo: i bambini non hanno assolutamente bisogno di tutti gli ammenicoli inutili dei quali ci riempiamo (biberon, passeggini speciali, pappine sintetiche ecc ecc). A loro basta che ci siano mamma e papa’ a soddisfare i bisogni primari in maniera rilassata e serena. Viaggiano, si adattano e si divertono. E imparano. Imparano tanto.
Ilaria, grazie per il tuo prezioso commento!
Condivido proprio pienamente: l’essenziale per i bimbi è l’amore dei loro genitori!
.. con quello si puo’ andare ovunque!
Grande Ilaria! In Asia a 5 mesi? Dove siete stati di bello? Ti va di raccontarcelo? Magari se ci mandi un’email ti dedichiamo un bel post! (info@bimbieviaggi.it). Grazie mille! (PS: anche in casa nostra niente TV nè zucchero fino ai 3 anni!!!)
Milly ti scriverò di “quella volta che” ho dovuto portare Lorenzo in ospedale a Las Vegas!!! Aiutooooo…. ma si è ammalato anche in Costa del Sol e a Gran Canaria… si diverte a fare dispetti alla sua mamma….
Carissima…
a breve racconterò le mie Seychelles….compreso il primo ricovero ospedaliero di Amanda a Praslin… 🙁
Così ci consoliamo a vicenda 😉
Ahhhh bene non sono l’unica allora!!! Davvero ci consoliamo a vicenda 🙂
Ti leggo spesso ma me l’ero perso questo tuo post e vedo che i nonni e parenti vari sono tutti uguali!;) se hai voglia vieni a lasciarmi un commento magari col link a questo bel post sul mio blog!e’ un’altra esperienza che ribadisce che viaggiare “dopo” la maternita’ e’ possibile!
http://www.patatofriendly.blogspot.it/2013/01/mamma-viaggiatrice-uguale-mamma-degenere.html
arrivo subito! 😉
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“Per evitare che gli amici mi massacrino di domande allarmanti, alimentando le mie già innumerevoli ansie, non dico a nessuno dove vado e quando vado, se non al mio rientro.”
un classico ..e questa è la cosa migliore da fare …la maggior parte delle ansie te le fanno venire gli altri….
Verissimo Michela! I miei amici ormai sono rassegnati che ogni tanto sparisco e non mi dicono più niente (anche se adesso, per colpa del blog, faccio più fatica a fare le cose di nascosto! 😉 )
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