Vita da expat | Stati Uniti: Paola, espatriata a tempo determinato

[INTERVISTA] Continua la rubrica “Vita da Expat” con un’intervista a Paola, una carissima amica della mia vita “offline” che assieme a suo marito Roberto sta vivendo un periodo di 3 anni in Virginia, Stati Uniti.

Roberto è un militare e circa 3 anni fa, assieme a Paola, ha deciso di chiedere il trasferimento e partire per una missione di qualche anno in una paese che non si è potuto scegliere…ecco, a pochi mesi dal rientro in Italia, come sono andate le cose…

Sai quando hai voglia di mollare tutto e tutti….Avere la possibilità di vivere altrove penso sia un’esperienza davvero formativa. Ti allarga la mente, ti aiuta a crescere…

 

Vita da expat: l’esperienza di Paola

Paola, il tuo trasferimento è stato obbligato o desiderato? Perchè avete deciso di vivere questa esperienza lontano dall’Italia?

L’idea del trasferimento l’avevo sentita come un’esigenza forte dopo che la mia famiglia era stata colpita da una tragedia: la morte di Mamma.
Sai quando hai voglia di mollare tutto e tutti.. quando vuoi solo allontanarti dalle brutte situazioni e in qualche modo cercare di buttarti il passato alle spalle… Ecco, io mi sentivo così e dopo averne parlato con Roberto.. lui ha preso la palla al balzo ed ha inoltrato la domanda di trasferimento. Roberto è militare e fino a quel momento in missione c’era sempre andato lui da solo ma questa volta volevamo partire assieme.

Quindi il nostro è stato un trasferimento più che desiderato! Direi voluto e sperato! Avere la possibilità di vivere altrove penso sia un’esperienza davvero formativa. Ti allarga la mente, ti aiuta a crescere. Ovviamente non mancano i momenti di sconforto quando la tristezza fa capolino, ma poi ti rendi conto di essere una persona fortunata per l’esperienza che stai vivendo, il mondo non ti sembra più così grande e l’entusiasmo la fa da padrone.

Quali emozioni ti hanno accompagnato prima e durante la tua avventura? Il pensiero che si trattasse di un’esperienza a tempo determinato credi sia stato d’aiuto?

Quando un militare chiede il trasferimento, la meta rimane sconosciuta fino all’ultimo momento, quindi avevo preso in considerazione anche la possibilità di finire in un paese dove c’è la guerra. Questo però non mi spaventava, non mi sarei preclusa comunque la possibilità di partire, o almeno ci avrei provato, salvo poi prevedere un rientro anticipato se mi fossi resa conto che questo avrebbe messo in pericolo la mia vita (io non sono un soldato e non ho nessun addestramento per affrontare situazioni veramente critiche).

Alla fine abbiamo avuto la fortuna di ottenere un trasferimento negli Stati Uniti, nella vecchia Virginia.

Le mie sensazioni sono state sin da subito di curiosità, incredulità (per l’esperienza che stavo per fare), confusione (perché non è facile “lasciare tutto sistemato” in Italia ed organizzare un trasloco intercontinentale) e soprattutto tanta eccitazione.

Quali difficoltà logistiche hai incontrato prima e durante la vostra avventura?

Diciamo che la burocrazia Italiana non aiuta (e mi spaventa il rientro): mi sono scontrata con i peggiori uffici ed addetti ed è stato difficile, ma con (molta) pazienza si può fare! Qui invece è tutto più semplice e veloce (dal trovare alloggio, all’attivare le utenze..)

E’ stato facile inserirsi nella vita locale o vi limitate a vivere con gli altri “expat” della zona?

Noi, viviamo in una buona zona, dove le persone sono particolarmente socievoli ed educate. Non abbiamo avuto assolutamente nessuna difficoltà ad inserirci. È stato bello confrontarci sulle nostre diverse abitudini..
Anzi quando le persone sanno che siamo italiani non smettono di lodarci per molte cose. Non immaginavo, ma in molti mi hanno confessato che per loro l’Italia è un po’ come il sogno proibito!!

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Siete partiti in due e tornate in 3 (o possiamo già dire 4?)! Cosa significa per te aver fatto nascere Lorenzo negli Stati Uniti?

Come ho già detto questo Paese mi ha dato tanto, ma veramente tanto. E’ stato in grado di realizzare uno dei miei più grandi sogni… come hai detto tu siamo partiti in 2 e torneremo in 3 (anche se per ora siamo in tre e 1/2!). È riuscito dove in Italia hanno fallito.

Il nostro Lorenzo è americano e sono felice di questo. Data la nostra situazione attuale in Italia spero solo di avergli fatto un bel regalo. Questo è il Paese delle meritocrazia e delle opportunità. Chi lavora sodo ce la fa! E se un giorno mio figlio decidesse di far le valigie io ne sarei davvero contenta…ovviamente da brava “mamma italiana” farei le valigie anch’io e partirei con lui 😉

Certo un po’ di amarezza ci sarebbe, perché comunque l’Italia è un Paese che non è secondo a nessuno, ma, come dire, una persona deve anche mangiare nella vita.

Ma negli Stati Uniti è davvero tutto rosa e fiori?

Gli Stati Uniti , come dicevo, sono il paese delle opportunità e della meritocrazia, che viene premiata sin dalle scuole materne con tanto di cerimonie! Però credo che vivere da americano sia durissima. Sono dei grandi stacanovisti e fanno pochissime ferie, i costi sanitari e assicurativi sono elevatissimi. Per vivere dignitosamente bisognerebbe guadagnare fra i 70/100 mila dollari all’anno! Gli italiani che sono arrivati negli anni passati, magari sono riusciti a fare carriera ma hanno lavorato durissimo. Inoltre le leggi sono severissime e si rischia di perdere il lavoro da un giorno all’altro senza preavviso.
Definirei gli Stati Uniti come il paese delle contraddizioni. Se vuoi venire a vivere qui, sempre che tu ci riesca, la prima cosa che devi cambiare è la mentalità!

Qual è stato il vostro rapporto con i viaggi in questi anni? Hai sfruttato l’opportunità di viaggiare da quelle parti?

Tre anni vissuti intensamente… e fra le altre cose abbiamo avuto anche la possibilità di viaggiare molto. A noi piace muoverci e vedere sempre posti nuovi!

Ho viaggiato incinta fino ai sette mesi e il primo viaggio on the road di Lorenzo lo abbiamo fatto quando lui aveva solo 2 mesi. Per on the road intendo viaggi in auto per non meno di 3 mila miglia (New Orleans; Chicago- Niagara falls- Toronto). Finora siamo stati in Florida (3 volte), Eleuthera, Messico (2 volte), New York (4 volte), Washington, crociera ai Caraibi, Blue Ridge Parkway (2 volte), Philadelphia e contea di Lancaster (Amish). Vita-da-expat

WOW, tu lo sai, vero, che prima o poi dovrai raccontarmi tutti questi viaggi?

Si, lo so! Ho dato la mia parola… ho tante cose da raccontarti 🙂

A parte gli scherzi, il tuo Lorenzo ha già girato parecchio…

Anche se mi hanno dato della pazza irresponsabile e qualche altro epiteto che non ricordo, sono convinta che non si debba aver paura di viaggiare con i bimbi: se non hanno particolari problemi di salute, viaggiare fa solo bene, a noi ma soprattutto a loro!

Per loro è importante conoscere il diverso, li rende liberi da certe costrizioni mentali e più aperti. Si adattano facilmente alle situazioni più svariate. Loro non rappresentano un ostacolo, solo la nostra mente ci pone di fronte alle barriere. Se tu stai bene, loro stanno bene.

Consigliaci alcune tappe imperdibili per chi viaggia negli Stati Uniti con i bambini

Un viaggio negli Stati Uniti con bambini deve prevedere almeno due tappe obbligatorie: i parchi divertimento di Orlando (Lorenzo, per quanto sia piccolo –neanche 1 anno- si è divertito un mondo e ha potuto provare parecchie attrazioni) e gli acquari: da queste parti ce ne sono di stupendi a misura di bimbo.

Comunque non mi sentirei di escludere nulla perché negli States hanno molta considerazione per i più piccini: noi nei nostri cammini abbiamo incontrato pochissime difficoltà, date più che altro dalla mia inesperienza.

Quest’anno dovrete tornare in Italia: sei contenta?

Posso essere sincera? Per quanto mi possa mancare il mio Paese… non ho nessuna voglia di rientrare. Sto vivendo un sogno e sarà dura svegliarsi!
Il nostro mandato è stato di tre anni…ma se gli anni fossero stati anche 10/15 non mi sarebbe dispiaciuto. Tre anni in questo Paese che mi ha dato TANTO sono stati pochi, ma credete: sono stati vissuti intensamente!
Ti dirò, se una volta tornata mi dicessero “sei pronta a ripartire per…” non ci penserei 2 volte a rimpacchettare tutta la mia vita.

Tre pensieri che ti rendono felice pensando a questa esperienza.

Cammin facendo mi sono caduti molti pregiudizi.

Porterò per sempre quest’esperienza nel mio cuore (sperando di riallacciare prima o poi il mio rapporto con questo Paese).

In questi anni ho potuto viaggiare moltissimo…ma per questo voglio anche ringraziare mio marito Roberto che ha reso possibile tutto ciò!

E lo ringrazio anch’io perché avrò presto una guest blogger d’eccezione! 😉

Grazie Paola…e per quanto sarà duro il risveglio, sai che qui ritroverai un’amica che ha tanta voglia di riabbracciarti!

Milena e Paola
[testi di Milena Marchioni e Paola Bravin, foto di Roberto Camasso]

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L'autrice: * Milly Marchioni *

Mamma di Amanda, classe 2007. Viaggiatrice indipendente, adoro i vulcani, il mare e le isole tropicali ma anche la montagna e in generale i viaggi a contatto con la natura, passando per le città, i piccoli borghi, i castelli, le sagre di paese... Scoprire il mondo con gli occhi di mia figlia mi sta aiutando a crescere come viaggiatrice ma soprattutto come persona.

Commenti

  • Reply Elena

    Io mi sono emozionata a leggere ogni tua singola parola Paola.
    Non ti conosco ma, per quel poco che leggo, hai già tutta la mia stima per essere una Donna davvero tosta.
    Non sai quante volte con mio marito parliamo di un ipotetico trasferimento ma, inutile negare, il salto nel buio spaventa e non poco.
    Noi qui abbiamo la nostra isola felice ma cosa ne sarà di Clara? Cosa potrà offrirle questo paese? In attesa che tutto migliori, fantastico con la mente con mille sogni, ma un’unica destinazione: States!
    In bocca al lupo per tutto!

  • Reply Paola

    Ciao Elena!
    Ti ringrazio del bel complimento, davvero! “Donna tosta”.. mi piace e ne sono onorata, ma credo le donne toste siano altre. Io mi considero una persona FORTUNATA. Ho avuto l’opportunità di “mettere il naso fuori” e l’ho colta. Credo nella vita serva curiosità, entusiasmo, voglia di mettersi in gioco costantemente e fortuna, beh, diciamocela tutta: questa non deve mancare mai.
    Il “diverso”, ciò che nn si conosce, spesso spaventa, ma credo questo dipenda molto dalle nostre barriere mentali e dall’educazione ricevuta. Io non lo so cosa ci riserverà il futuro e per noi italiani lo prevedo piuttosto incerto. Come ho detto nell’intervista spero di aver fatto un bel regalo al mio piccolo Lorenzo (e anche alla sorellina che arriverà, se Dio vorrà).. qualunque sia la decisione che vorrà prendere. Io dal canto mio farò l’impossibile, anche se dovrò versare lacrime per sostenerlo ed agevolarlo in ogni modo possibile. Sai cosa credo? Che nulla avvenga per caso nella vita, io credo che ci sia una sorta di Disegno, beh.. Credimi: è presto, ma ti posso assicurare che sono entrata già nell’ottica. Non lascerò che il treno passi così, specie per i miei bimbi. Poi come dire… staremo a vedere.
    😉

  • Reply Marzia

    Bellissimo articolo e bellissima esperienza!

    • Reply Paola

      Grazie mille!
      Più che altro spero questa mia esperienza possa servire ad altre persone 😉

  • Reply simona

    Siete una bellissima famiglia e vi stimo molto! Complimenti <3

    • Reply Paola

      Grazie mille Simo! Sei carinissima

    • Reply Paola

      La solita esagerata ;-))

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