Avete presente il couchsurfing, un modo alternativo di viaggiare, alloggiando in case private, letteralmente “sul divano” di chi ospita? Oggi a parlarcene è Fabrizio, papà di Giuliano, 3 anni e mezzo: una famiglia di grandi viaggiatori con alle spalle anche diverse esperienze di couchsurfing…
Avevamo già parlato di couchsurfing qui > In viaggio sul sofà: in giro per il mondo…sui divani degli altri! Il couchsurfing spiegato ai genitori
Ed ecco, come da richiesta, che arriva Fabrizio, il primo papà della community a parlarci di couchsurfing col suo bimbo Giuliano, 3 anni…
Ciao Fabrizio, parlaci un po’ di te: che tipo di viaggiatore sei?
Son sempre stato un viaggiatore ‘zaino in spalla’, amo viaggiare in mezzo alle persone per conoscere meglio le nuove culture che incontro; lo è anche la mia compagna Daniela e stiamo cercando di trasmettere il nostro modo di viaggiare anche a nostro figlio Giuliano.
Quanti anni ha tuo figlio e da quanto tempo viaggiate in couchsurfing?
Giuliano ha tre anni e mezzo e quando aveva sei mesi ha fatto il suo primo viaggio in Macedonia.
Noi usiamo il couchsurfing da molto tempo, soprattutto Daniela e bisogna dire che, a parte qualche incompatibilità, le esperienze sono sempre state altamente positive e anche profonde.
Quali credi che siano i principali vantaggi di questo tipo di viaggio (in particolare per tuo figlio)?
I vantaggi per noi son quelli di poter entrare in contatto direttamente con le persone del posto e le loro abitudini; in parte lo stesso è anche per Giuliano, bambino particolarmente curioso ed estroverso. In genere si trova bene subito con le famiglie con cui veniamo in contatto.
Quali invece gli svantaggi?
Esperienze negative a noi non ne sono ancora capitate, per fortuna. Potenzialmente ci si può trovare male con chi ospita, si possono avere problemi di comunicazione e di organizzazione, ma spero di conoscere in modo reale queste “controindicazioni” il più tardi possibile.
La presenza di un bambino, aiuta o complica i contatti durante un viaggio in couchsurfing?
Guardando i profili dei potenziali ospiti ci si fa un’idea il più possibile aderente alla realtà della persona o della famiglia che ospita; si possono commettere degli errori di valutazione, certo, però il margine si riduce e quindi la presenza di un bambino aiuta, senza dubbio, le relazioni e o i contatti con chi ospita.
Quali paesi avete visitato col couchsurfing?
A parte le famiglie che ci hanno ospitato in Italia e i contatti all’estero solo per un incontro o un caffè, le esperienze più significative le abbiamo avute in Ucraina e in Russia e Giuliano ha sempre risposto positivamente a queste nuove esperienze.
In Ucraina il bambino aveva un anno e mezzo, è stato un grande esperimento positivo; con le famiglie che ci hanno ospitato si è trovato benissimo, soprattutto col bambino Yuri.
Nel viaggio di quest’anno, con lui più grande, è stato ancora più piacevole. Ha avuto una grande empatia con i nostri ospiti anche se non vedeva l’ora, ad ogni sosta, di riprendere il cammino in treno con la Transiberiana e dormire in viaggio.
Qual è il senso di questi viaggi che speri di trasmettere a tuo figlio?
La voglia di conoscere e incontrare, lo stimolo a cercare sempre senza superbia e arroganza. Spero che di questi viaggi gli rimangano le belle sensazioni che proviamo noi con lui e che possa viaggiare sempre alla ricerca delle storie umane, sociali, ambientali e storiche dei posti che vorrà visitare.
Hai mai ospitato famiglie? se si, raccontaci com’è andata.
Sì, abbiamo ospitato moltissime persone, soprattutto coppie o singolo (purtroppo nessuna famiglia finora); è sempre andata bene. Soprattutto per Giuliano che ha un grande senso dell’ospitalità. L’unico problema è che se a nostro figlio gli ospiti piacciono molto, son ‘costretti’ a giocare tutta la sera con la sua pista dei treni di legno. 😉
Bene Fabrizio, grazie per la tua disponibilità!
In attesa di trovare qualche altro bimbo surfer nato, lo sai, vero, cosa ti chiedo?…..TRANSIBERIANAAA!!! Voglio sapere tutto e non ti darò tregua finchè non cederai! 😉
Milly e Fabrizio
[testi e fotografie di Fabrizio Mastroleo]
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Il couchsurfing mi ha sempre un po’ intimorito… l’idea di andare in casa di persone sconosciute, la paura di trovarsi male, e tanti altri dubbi.
Però avendo letto che è facile anche per e con i bambini… mi avete quasi convinto!
Complimenti a Giuliano intanto, diventerà un adulto meraviglioso (e complimenti ai genitori che lo crescono con valori così belli!)
Stessi timori miei…ma sembra che anche in questo ambito ci siano i modi per “tutelarsi”: per esempio sul sito ufficiale esiste un sistema di “recensioni” che ti consentono di partire abbastanza documentato…insomma, la prima che ci prova batta un colpo!
pensa, Giuliano a tre anni e mezzo è già un surfer e io… zero! Mai fatta un’esperienza simile alla mia veneranda età! Ma credo che non sia troppo tardi per iniziare… o no?
No dai Monica, non è tardi…almeno spero, visto che sono messa come te! Io ci voglio provare, quindi alla prima occasione..!!!
Non ho mai viaggiato usando il couchsurfing, devo ammettere di avere ancora qualche remora nel viaggiare con questa modalità. Fino a qualche anno fa avrei dato del pazzo a Lupo: con un bambino di soli tre anni in couchsurfing??? Però, in effetti, deve essere bello anche per lui conoscere tante persone nuove.. Che invidia 😉
Ah ah!!! i genitori che viaggiano sono abituati a prendersi dei pazzi! Credo che sia molto un’abitudine mentale italiana (me compresa eh!) avere timore di queste esperienze però, come dicevo, io voglio provarci!
Non ho mai pensato che si potesse fare il couchsurfing con bambini e invece…è proprio vero che non ci sono limiti alla voglia di viaggiare. Farei leggere questo post a un sacco di mamme che conosco che si fanno mille paranoie se non partono portandosi la casa dietro!
Ah ah, è vero, il mondo è bello perché è vario!
Io dico sempre alle mamme che ciascuno deve fare i viaggi che sono nelle proprie corde…se ami i baby club vai nelle strutture con baby club, altrimenti viaggia come ti va…
Io personalmente preferisco il contatto con la realtà..non ho mai provato il couchsurfing ma credo che sia un modo autentico per vivere un paese da dentro!
non pensavo che fosse anche una cosa per bambini, grazie per avermelo fatto scoprire
Anch’io non credevo, in realtà è un fenomeno molto sviluppato, soprattutto tra i nord europei…
sinceramente? Il couchsurfing non fa per me…. e se non l’ho provato finora penso che non lo farò mai più 🙂 Anche se sono dell’opinione che nella vita bisogna lanciarsi e sperimentare più esperienze diverse possibili!
Non ho figli e quindi il mio è un giudizio che non può essere attendibile al 100%, però penso che i bambini in genere hanno molte meno difficoltà ad adattarsi. Più piccoli sono e più subiscono le scelte dei genitori, senza rendersi conto veramente se quello che stanno vivendo piace loro o meno… per questo sono un po’ perplesso quando leggo di esperienze piuttosto forti a cui vengono sottoposti alcuni figli piccoli da genitori irrequieti
I bambini assorbono tutto, nel bene e nel male, per questo è importante dare il buono esempio e insegnare loro a viaggiare fin da piccoli!
W i temerari! 🙂
Ciao Alessandro, sono Fabrizio (Lupo)
ho letto il tuo commento con interesse e posso dirti che al termine di ogni viaggio nostro figlio torna arricchito; a due anni e mezzo, dopo il ritorno dalla Georgia ha cominciato a sviluppare una lingia tutta sua (il giulianese) e questo gli servirà per imparare altre lingue riconosciute. Torna sempre felicissmo a ancora ad oggi cità eventi accaduti e persone incontrate in Ucraina quando aveva un anno e mezzo. Con alta frequenza ci chiede quando prenderemo nuovamente quel treno ‘dove ci si può dormire sopra (la Transiberiana). Detto questo ogni posizione è lecita, non confonderei solo la voglia di conoscere e intontrare con l’irrequietezza.
Un caro saluto
Conosco il couchsurfing, ma non avevo mai pensato che fosse un modo di viaggiare per famiglie. L’ho sempre visto, un po’ come l’interrail, come una soluzione da ragazzi con zaino e sacco a pelo
In effetti anch’io non credevo, in realtà ho recentemente scoperto un mondo dietro a questo tema: tantissime famiglie non italiane viaggiano così e vivono esperienze stupende…prima o poi dovrò provarci!
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