Viaggiare ininterrottamente per 6 anni e, allo stesso tempo, educare i propri figli grazie all’homeschooling. Ecco l’esperienza della famiglia Miller: Tony, Jennifer e i loro 4 figli Hannah (17), Gabe (16), Elisha (13), Ezra (11).
Anche questa settimana facciamo un viaggio davvero speciale, attraverso le parole di una super coppia americana che, non paga di aver messo al mondo 4 figli, ha anche deciso di seguirne in prima persona l’educazione….viaggiando!
In questo caso i bambini sono decisamente cresciuti, quindi abbiamo modo di verificare con loro gli effetti di una scelta così importante…
Edventure project: educazione ed avventura per tutta la famiglia
Papà Tony ci ha spiegato che la loro scelta di non mandare i bambini a scuola è nata prima ancora della loro nascita: Jenn è un’insegnante quindi conosce bene il sistema scolastico americano, al punto da decidere che loro avrebbero potuto dare ai loro figli un’educazione migliore rispetto alla scuola pubblica.
All’inizio diverse persone non hanno compreso il senso di questa decisione ma, dice Tony, sono stati i risultati a parlare per loro: la figlia maggiore -per citare un esempio- ha infatti iniziato il suo percorso universitario con due anni di anticipo rispetto ai coetanei.
Il loro percorso di studi segue un elevato standard intellettuale: i bambini non sono chiusi nell’ambiente artificiale della scuola, ma crescono a stretto contatto con il mondo. I loro insegnanti sono altri bambini, i compagni di viaggio, tutti gli esperti incontrati in giro per il mondo…
“I nostri figli non sono intimiditi dal mondo, ma sono parte del mondo stesso”
Le parole di papà Tony fanno riflettere…vi invito a leggere tutta l’intervista > Education and adventure: the Edventure Project by Miller Family
Milly
(testi tratti dall’intervista originale, photo credits The Edventure Project)
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Rimango dell’opinione che ho lasciato all’altro post, dell’altra famiglia, ma sono affascinata dal fatto che loro possano farlo. In Italia non sarebbero già venuti a cercarti con i carabinieri e i servizi sociali per portarti via i figli?
Ma, sono curiosa: di che cosa vivono?
Conosco qualcuno che lo fa anche in Italia, quindi ti farò sapere come funziona!
La Famiglia Miller non so di cosa vive, probabilmente sarà qualche attività tipo “Nomade Digitale” ma possiamo provare a chiederglielo di là, nella versione integrale, che dici? 😉
Rimango dell’opinione che ho espresso sull’altro post, dell’altra famiglia americana. Anche se la psicopedagogista ha detto che in realtà i bambini o ragazzini non rimangono traumatizzati come pensiamo noi da queste cose…
Sono comunque affascinata dal fatto che loro lo possano fare: qui in Italia non sarebbero già andati a cercarli i carabinieri con i Servizi Sociali?
Ma, sono curiosa, per 6 anni di cosa hanno vissuto?
Si Grazie, che sono proprio curiosa e scusa se è partito il doppio commento… mi è mancato un attimo il collegamento e non so cosa sia successo!