Come scegliere le migliori spiagge di Minorca quando si viaggia con bambini e si cercano posti facilmente accessibili, acqua bassa e calma? Ecco i consigli di mamma Ilaria che è andata a Minorca con la sua bimba di 1 anno…
Ho già introdotto la nostra vacanza a Minorca in questo articolo > Minorca in famiglia: per la prima volta all’estero in 3
L’isola di Minorca è un’isola magica, in cui ogni spiaggia è diversa dall’altra, un’isola in cui il mare turchese si trasforma in un orizzonte senza fine dal colore blu intenso, un’isola in cui la sabbia diventa roccia a strapiombo sulle onde, un’isola in cui il vento accarezza le cime degli alberi e suona i suoi rami, un’isola in cui il sole illumina i giorni e le stelle rischiarano la notte profumata di sale, un’isola da cui è difficile partire, ma sempre bello ritornare.
Le guide recitano che a Minorca ci sono 75 spiagge e circa 140 calette, e questo la dice lunga sulla conformazione dell’isola…nessuno sicuramente rimarrà senza posto su cui stendere il proprio asciugamano!
Ci sono spiagge per tutti i gusti: sabbiose, con sabbia bianca, con sabbia dorata o rosa. Rocciose, impervie e contornate da scogli. Alcune sono di facile accesso e attrezzate, per altre bisogna sudare, faticare e camminare molto prima di raggiungerle.
Noi, viaggiando l’anno scorso con la nostra Tatina di appena un anno, abbiamo optato per quelle più comode e dal facile accesso, pagando il prezzo di un po’ di gente intorno, evitando quelle raggiungibili solo tramite sentieri scoscesi e impervi, non ce la siamo sentiti di trascinare per questi camminamenti selvaggi Caterina e il suo passeggino!
Le migliori spiagge di Minorca con bambini: ecco la nostra scelta
Sant Tomàs – 1° giorno
E’ la lunga spiaggia che si trova davanti al villaggio in cui abbiamo soggiornato.
Qui la sabbia è fine e leggera, il fondale sabbioso digrada dolcemente consentendo ai bimbi di stare comodamente seduti a riva ad attendere l’arrivo delle onde; l’acqua è limpida e azzurra.
E’ per una parte attrezzata con lettini ed ombrelloni e per il resto libera e chiunque può piantare la propria tendina e accampamento vario.
Logicamente avendo alle spalle tutta una serie di hotel e villaggi è facile trovare dei bar in cui poter comodamente sorseggiare qualcosa di fresco, durante tutta la giornata e anche la sera fino a tardi.
Stupendo il sentiero pavimentato in legno che la percorre per tutta la lunghezza, all’ombra di una fitta e fresca pineta.
Consiglio: La sera è rilassante concedersi un aperitivo sulla terrazza del ristorante “El Pins“, la vista è stupenda e una birra fresca o un buon bicchiere di sangria, appagano i sensi e il palato.
Son Bou – 2° giorno
E’ la spiaggia più lunga di tutta l’isola, con una lunghezza di 2,4 km.
Facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni stradali, le auto si possono comodamente lasciare nei parcheggi gratuiti nelle vicinanze.
Noi abbiamo voluto complicarci la vita e fare gli eroi, l’abbiamo raggiunta a piedi partendo dalla spiaggia di Sant Tomàs, camminando lungo il Camì de Cavalls, un antico sentiero di guardia che permette di costeggiare l’intera isola.
Arrivare non è stato semplice, con una bambina sulle spalle e sotto il sole del mattino, forse siamo stati un tantino imprudenti e fortunatamente aiutati dalla coppia di nostri amici.
Il sentiero è costiero, sconnesso e polveroso di terra rossa, la vegetazione scarsa e l’ombra sotto cui ristorarsi inesistente, per una durata di circa un paio di chilometri, ovvero una ventina di minuti andando lentamente.
La spiaggia di Son Bou poi non è nulla di che, lunga e a tratti attrezzata, di sabbia.
Noi abbiamo immerso i piedi in acqua e ci siamo ristorati un po’ all’ombra di un pino marittimo, intorno a noi un sacco di nudisti di ogni età!
Consiglio: Se ci si sposta con un bimbo piccolo è consigliabile portarlo dentro al marsupio, noi purtroppo ne eravamo sprovvisti. E’ buona cosa ricordarsi di portare con sé dell’acqua, una protezione e un cappello per ripararsi dal sole nelle ore cocenti e magari partire con delle scarpe ai piedi anziché le ciabatte.
Macarella e Macarelleta – 3° giorno
Decisamente la più bella spiaggia fra tutte quelle viste, con un mare azzurro/verde cristallino e una sabbia chiara e finissima, è una piccola insenatura a ferro di cavallo intrappolata tra alte scogliere in cui la superficie delle acque è calma e silenziosa.
Peccato solo per l’abbondante afflusso di gente.
Facilmente raggiungibile grazie alle indicazioni lungo la strada principale, si deve lasciare l’auto in un parcheggio gratuito e da qui proseguire a piedi lungo un sentiero in cui è possibile far scendere anche il passeggino senza troppa difficoltà, il bello arriva al ritorno quando stanchi e cotti dal sole si deve trascinarlo in salita.
Alle spalle della spiaggia vi è una folta e verde pineta in cui è piacevole stendere l’asciugamano e schiacciare un pisolino al fresco, inoltre ci si può ristorare alla Cafeteria Susy, un fornito e pulito bar, ristorante, tavola calda in cui poter mangiare e usare i bagni.
In queste acque chete e trasparenti abbiamo fatto un bagno lunghissimo, per la gioia della Tatina.
Se non si soffre di vertigini e si è degli ottimi arrampicatori si può raggiungere, tramite una ripida scalinata scavata nella roccia e un tortuoso sentiero a strapiombo sul mare la vicina spiaggia di Macarelleta, più piccola, meno affollata e non attrezzata, ma, a detta di chi l’ha vista, ancora più bella.
Io con la Tatina non sono voluta andare per paura di poter scivolare, ma Marco è andato e ha fatto delle foto bellissime…nonché un ottimo bagno
Consiglio: Se non si ha voglia di portare il cestino per il pranzo e bottiglioni di acqua, si può pranzare ad un prezzo ragionevole al bar in spiaggia. Noi purtroppo non sapevamo ci fosse altrimenti ne avremmo sicuramente approfittato. Si può anche evitare di portare ombrelloni e tende per ripararsi dal sole, l’ombrosa pineta è talmente grande che c’è posto per chi vuole stare all’ombra anche in piena stagione.
Binibeca – 4° giorno
E’ la piccola spiaggia dell’omonimo paesino di Binibeca, situato nella zona sud-est dell’isola. Raggiungerla è molto semplice, grazie alle indicazioni stradali in loco e al facile accesso pensato anche per le persone con disabilità (finalmente!).
Piccola, raccolta in un’insenatura a forma di “U”, circondata da bassi scogli e da poca vegetazione, con sabbia bianca e acque calme e trasparenti.
Zeppa di gente in piena stagione, di ombrelloni piantati ovunque e di attrazioni per i turisti, dai pedalò, alle canoe, fino a dei curiosi gommoni biposto manovrabili con una insolita cloche, mai visti prima!
Consiglio: Inutile dire che se si vuole venire quì, è preferibile farlo fin dal mattino presto per poter scegliere i posti migliori…e magari riuscire a piantare il proprio ombrellone.
Cala En Porter – 5° giorno
Forse è la spiaggia che mi è piaciuta meno di tutte!
Non la posso definire brutta, perché così non è, ma non mi ha lasciato proprio niente, a stento la ricordo, e questo mi dispiace, molto.
La si raggiunge facilmente e le auto si possono lasciare in un comodo parcheggio, mentre si arriva al mare lungo una agevole passerella in legno.
Lo spazio non manca, ampia e in parte attrezzata, la sabbia anche qui è fine e bianca e il mare calmo, pulito e trasparente degrada dolcemente, ideale per mettere in ammollo i bimbi.
Forse la pecca di questa spiaggia è la sua vicinanza al paese di Cala En Porter, che l’ha fatta diventare una spiaggia cittadina, affollata e poco curata, senza un’anima, anonima.
Consiglio: Magari se si è nei paraggi ci si può fermare a dare un’occhiata, ma se come a me non fa un grande effetto è meglio andare oltre, ci sono sicuramente spiagge migliori sull’isola.
Son Saura – 6° giorno
Sulle guide è descritta come una delle più belle spiagge dell’isola, e noi giustamente abbiamo voluto piantarci il naso!
Per raggiungerla bisogna andare fino a Cittadella e da lì seguire le indicazioni lungo il Camì per San Joan de Missa, una stretta strada con muretti in pietra ai lati, per poi procedere lungo una stradina piena di buche nella campagna minorchina, fino ad arrivare ad un ampio parcheggio polveroso in cui poter parcheggiare l’auto. Da qui si procede per circa una decina di minuti lungo un sentiero in mezzo alla pineta, facilmente percorribile anche con il passeggino.
Arrivati alla spiaggia ci sono due alternative: o fermarsi in questa piccola insenatura o, caricandosi e faticando come dei muli, arrivare alla seconda.
Noi, visto che la prima non era di nostro gradimento poiché stretta, già piena di gente, con il mare mosso e “sporco” di alghe, abbiamo deciso di proseguire per la seconda.
Dopo una camminata di altri dieci minuti, questa volta sotto il sole e sferzati dalle raffiche di vento, si raggiunge la seconda spiaggia, ampia, quasi desolata, anche qui il mare era pieno di alghe, ma quando il sole esce e lo rischiara si intravedono le zone azzurrissime lasciate libere da tale invasione.
Sicuramente la spiaggia più selvaggia e meno urbanizzata tra quelle viste, e ciò le garantisce un suo fascino non da poco. Non ci sono bar o attrezzature, solo sabbia, mare, vento e un sole impietoso.
Anche qui il fondale digrada dolcemente, e schivando le macchie di alghe ammassate a riva si riesce a fare splendidi bagni in un mare turchese e pulitissimo.
Consiglio: Noi ci siamo sistemati nella zona più estrema della seconda insenatura, quasi vicino agli scogli, qui l’acqua era più pulita e tranquilla. Con un po’ di cautela siamo riusciti a scendere a piedi nudi dagli scogli in un punto in cui l’acqua era stupenda e abbiamo fatto fare alla Tatina ben tre bagnetti in poche ore! E’ bene ricordarsi di portare tutto l’occorrente per il periodo in cui si intende rimanere, accorgersi di aver dimenticato in auto qualcosa di vitale e dover tornare indietro per recuperarlo penso sia una vera tragedia!
Quindi, per chi è in partenza, buona esplorazione!
Ilaria
[Testi e fotografie di Ilaria Vesentini, dove non diversamente indicato]
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