Ci sono luoghi che ti appartengono, senza che tu te ne accorga. Loro parlano anche di te, ce li hai lì a due passi, ma li hai sempre sfiorati con superficialità… Poi un giorno, sull’appennino bolognese…
…poi succede che in un sonnecchiante sabato di ferragosto, alle prese con l’ardua decisione su cosa fare nel pomeriggio, la tua attenzione ricada su Rocchetta Mattei, che un amico ti aveva consigliato qualche giorno prima..
Rocchetta Mattei a Grizzana Morandi
Tante volte, passando da quelle parti, avevo intravisto quello strano castello in cima alla colinetta. Ogni volta lo stesso stupore, subito smorzato dalla consapevolezza che non fosse possibile visitarlo (chissà mai perchè? – Mi sono sempre chiesta).
Poi succede che il 9 agosto 2015 arrivi la tanto attesa notizia: riapre al pubblico Rocchetta Mattei! E subito dalle foto viste online riconosco il castello e mi si accende la curiosità…
Il Conte Mattei, famoso medico elettromeopatico che curò facoltosi personaggi del calibro di Dostoevskij (che lo cita addirittura ne “I fratelli Karamàzov”), si tolse qui ogni tipo di sfizio architettonico, facendo realizzare un castello incredibile che mescola stili e materiali di rara bellezza. Vi invito a leggerne la storia su Wikipedia perchè è davvero interessante > Rocchetta Mattei
Avendo letto questi aneddoti, la decisione era presa: pomeriggio a Grizzana Morandi!
Dopo una breve sosta in paese, dove era in corso la festa di Re Zuccherino, abbiamo raggiunto la rocchetta ma, ahimè, la fila per entrare era infinita e avremmo dovuto aspettare 4 ore (si entrava 20 per volta e la visita guidata durava 1 ora e un quarto; maggiori informazioni sul sito > Rocchetta Mattei).
Abbiamo quindi deciso, seppur a malincuore, di rimandare la nostra visita alla Rocchetta e ci siamo avviati in auto verso l’antico Borgo La Scola…
Alvar Aalto a Riola di Vergato
La Rocchetta Mattei appartiene sì al Comune di Grizzana Morandi, ma di fatto è a due passi dal centro di Riola di Vergato e, appena si abbandona la strada del castello, si arriva in piazza, proprio di fronte ad una Chiesa decisamente particolare.
Eccola finalmente! Quante volte ho sentito nominare Alvar AAlto, ed ecco che -meglio tardi che mai- posso ammirare la sua opera dal vivo!
Aalto è un famoso architetto finlandese che, su proposta del Cardinal Lercaro, progettò la Chiesa di Santa Maria Assunta a Riola di Vergato. Sto parlando degli anni Sessanta quando, per una serie di congiunture favorevoli, la comunità ebbe la possibilità di investire in questo progetto, talmente importante che l’archietto a cui l’avevano affidato inizialmente, non appena sentì nominare Aalto, cedette volontariamente il suo incarico.
Nel 1966 il progetto era pronto.
L’opera fu terminata nel 1994.
Eh già, siamo pur sempre in Italia e i problemi “burocratici” da superare non furono pochi, quindi nè Aalto nè Lercaro riuscirono a vedere l’opera conclusa (i lavori iniziarono nel 1976 e la Chiesa venne inaugurata come sede di culto solo nel 1978; fu ultimata nel 1994 con la realizzazione del campanile)
E noi, proprio nel giorno di Ferragosto, siamo arrivati quassù ad ammirare l’unica opera realizzata in Italia da un personaggio così importante. Qui a Riola, a “2 passi” da casa nostra, pensa un po’!
Antico borgo La Scola, Grizzana Morandi
Immagina una distesa di colline che si perde a vista d’occhio, percorse da stradine spesso strette, a volte dissestate, per lo più dotate di scarsa segnaletica (o con segnali che indicano la stessa destinazione sia verso destra che verso sinistra!!!).
Aggiungi il fatto che ogni singolo Comune segnalato è composto da diverse località minori che possono distare anche diversi km dal centro cittadino (se cosi si può chiamare) e che in molte zone il 3G dello smartphone non prende.
Unica cosa funzionante: il navigatore. Il ché risolverebbe molti problemi se la località che stai cercando esistesse da qualche parte. E invece niente.
Per il navigatore “La Scola” non esiste e gli unici 2 cartelli stradali che la indicano sono posti a parecchi km di distanza, non saprei neanche spiegare dove, facendoti dubitare di essere davvero nella giusta direzione.
In queste condizioni è iniziata la nostra caccia al tesoro, durata 1 ora abbondante. Ma non ci siamo arresi! Ok la Rocchetta con la fila, ma non poteva andare a vuoto anche il Borgo, che mi era stato descritto come bellissimo, quindi era diventata una questione di principio!
E alla fine ce l’abbiamo fatta: siamo arrivati all’ingresso de La Scola, un ME-RA-VI-GLIO-SO borgo del XIV secolo, molto ben conservato.
Un vero e proprio gioiello, di quelli che la gente, conoscendolo, farebbe la fila per vederlo: casette in pietra, strade acciottolate, un pioppo secolare, una pace ed un silenzio d’altri tempi, le viti che sovrastano le viuzze, un antico forno a legna..
Effettivamente – ci siamo detti – tutti questi curiosi che passeggiano per il borgo sono un bel disturbo per chi ci vive… Non è che lo fanno apposta a non mettere cartelli in giro, così riducono la rumorosità solo ai volenterosi che non si sono arresi?
Può darsi, ma io non posso che consigliare di andarci perchè merita davvero.. Maggiori informazioni > Borgo La Scola
Da La Scola, inoltre, la mia giornata ha iniziato a trovare il suo senso…
Cosa fare nell’appennino bolognese? Andare alla ricerca delle proprie origini
Quante volte sarò passata da Grizzana Morandi e dintorni, e mai un giro da queste parti? E quante volte magari maciniamo km su km in giro per il mondo per vedere antichi borghi come questo, su colline verdi e morbide come queste?
Sembra banale, ma purtoppo capita spesso che si tenda a vedere le nostre ricchezze domestiche come qualcosa di scontato e privo di valore o bellezza, vuoi perchè le abbiamo sott’occhio ogni giorno, vuoi perchè siamo abituati a passarci davanti in momenti in cui abbiamo da fare altre cose, che niente hanno a che vedere con la possibilità di ammirare la bellezza che ci circonda.
Qualche giorno fa invece qualcosa mi ha portato qui, a La Scola, e mi ha fatto decidere di entrare alla pro loco, una piccola stanza museo in cui appassionati volontari lavorano per il bene della comunità.
Immagina la sorpresa quando, nel prendere il biglietto da visita sulla scrivania, ho visto stampato il mio cognome.
“Anche io sono una Marchioni” ho detto al signore davanti a me.
Una frase del genere da queste parti apre parentesi immense, perchè le nostre famiglie sono originarie di qui…
“Mio zio era Don Ubaldo Marchioni” (il sacerdote ucciso durante l’efferata strage di Marzabotto, chè da queste parti la guerra ha lasciato segni che difficilmente il tempo cancellerà).
“Anche mio nonno era parente di Don Ubaldo, forse un cugino, ma non ne sono certa”
“Sarebbe bello un giorno mettersi a tavolino e ricostruire i nostri alberi genealogici”..
Ed è così che in un bel pomeriggio ferragostano, in uno sperduto borgo sull’appennino bolognese, ho incontrato un mio lontano parente, così, per caso…
E altrettanto per caso, quando gli ho chiesto consiglio su dove poter andare a cenare, mi sono vista consegnare il biglietto da visita dell’hotel-ristorante dove gli altri miei nonni andavano in villeggiatura, non lontano da qui…
Erano gli anni in cui bastava allontanarsi un po’ dalla città per respirare aria buona durante la stagione calda e qui il loro ricordo aleggia ancora nell’aria… anche se oggi l’ho vissuto da un punto di vista diverso…
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Un misto tra curiosità turistica e affetto mi ha portato oggi ad assaggiare in un modo nuovo queste terre così ricche e allo stesso tempo così bisognose di essere raccontate.
La mia terra e le mie origini…mi sembra quasi che da oggi abbiano un nuovo aspetto e non vedo l’ora di ripartire alla loro scoperta, quindi… a presto!
Se nel frattempo avete qualcosa da segnalarmi in zona, fatemi sapere che inizio a studiare!
Milly
(testi e fotografie di Milena Marchioni)
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Ciao sono Simona , ho letto il tuo articolo molto piacevole , mio marito ha una casa di famiglia proprio sotto il ristorante di Benito a Carpineta. Ti volevo suggerire altri luoghi suggestivi e interessante da visitare nelle zona anche con bambini: la foresta del Porrance’con alberi secolari e guida didattica nella foresta, il santuario di Montovolo (in origine celebrava il culto pagano di Iside , ha visto poi anche il passaggio templare);ed infine il santuario di Bocca di Rio, anche quello immerso nel verde .ti auguro tante nuove avventure. Ciao Simona
Grazie milleeee!! Molto gentile!
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