Prosegue il viaggio a Cuba on the road di Violante (1 anno) che, dopo aver lasciato l’Havana, si dirige nella verdissima Pinar del Rio per 3 giorni e 3 notti tra Valle di Vinales e Cayo Jutias. Ce ne parla mamma Cristina.
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Per rallentare ancora di più il ritmo del viaggio – se possibile – scoprire una delle aree naturali fra le più verdi, incantevoli e protette dell’intera Cuba, dondolarsi su una sedia a dondolo sotto il portico di una casa tradizionale fumando un sigaro, le cui foglie di tabacco vengono coltivate numerose nella zona – mentre Violante gioca con le figlie dei contadini che ci hanno invitato per un puro – degustare ottimi caffè i cui grani provengono direttamente dalle piantagioni della valle – mentre Violante si rinfresca con succo di piña fresco – farsi coccolare dalla splendida Marta e desiderare di non lasciare mai la sua casa, iniziare la giornata con splendide colazioni ammirando un panorama da favola, e salutare il giorno cenando sotto le prime stelle, ammirando gli splendidi mogotes che vengono pian piano inghiottiti dal buio, fare escursioni a tre a cavallo per la valle, scoprire che i cinesi tempo fa arrivarono anche a Cuba e che la nostra guida ne è divertito discendente, avventurarsi per grotte – Violante aggrappata al collo – scoprire un’isola e un mare da sogno, e dire sì, la prossima volta ci fermeremo qui alla Robinson Crusoe…
Raggiungiamo la penisola di Pinar del Rio con un un ottimo autobus della Viazul – ho già parlato del perché abbiamo scelto di coprire questa tratta in autobus e della comodità dei mezzi di questa compagnia.
Il viaggio è davvero piacevole, della durata di circa 3 ore, durante le quali tutto ciò che ci circonda è di colore verde smeraldo, prati, valli, palme, piccole cime. Fin dalla sala di attesa della stazione degli autobus de L’Avana siamo tutti eccitatissimi, Violante compresa, dato che compirà il suo primo pezzettino di viaggio da vera piccola backpacker, categoricamente low budget e con mezzi di trasporto pubblici!
Saliamo a bordo e prendiamo posto insieme ad altri stranieri – ci rendiamo conto solo allora che durante i giorni trascorsi a L’Avana quasi non ne avevamo visti, non così tanti tutti insieme perlomeno! A metà strada è prevista una gradevole sosta nel bellissimo ecovillagio di Las Terrazas, immerso in un lussureggiante ambiente naturale, che offre a noi la possibilità di un piccolo break e ai piccini di correre dietro ai numerosi polli e pulcini che invadono la piazzetta di arrivo.
Cuba on the road in tre: Viñales
Giungiamo a Viñales intorno a mezzogiorno, in tempo per raggiungere per pranzo quella che sarà la nostra casa lontano da casa per i giorni successivi, la bellissima Villa El Cafetal. Ad accoglierci una gentile ragazza, nipote della splendida signora Marta, l’anima della casa, che conosceremo solamente più tardi.
A Viñales qualsiasi proprietario di casa verrà a prendervi personalmente, o manderà qualcuno, se arriverete alla stazione degli autobus. Si tratta infatti di un minuscolo ma animato paese, immerso nella valle, che si sviluppa lungo un’unica strada principale e poche laterali, dove in pratica circa l’80% delle case affittano le proprie stanze ai viaggiatori. Nonostante sia una gettonata meta turistica, Viñales si mantiene una cittadina rurale tradizionale, dove i ritmi sono lenti e la vita rilassata. In pratica una cittadina di campagna immersa in uno degli scenari naturali più belli di tutta l’isola.
Solitamente, prenotando con anticipo una casa particular, i proprietari richiedono che la prenotazione venga giustamente riconfermata qualche giorno prima dell’arrivo, essendo queste basate sulla parola e senza alcun anticipo di denaro. E senza conferma, soprattutto se si tratta di alloggi molto richiesti, le prenotazioni non vengono mantenute – questo perlomeno è capitato a diversi viaggiatori, le cui recensioni abbondano su internet. Avendo letto del Cafetal un paio di mesi prima del viaggio, e non volendo farcelo scappare, mi ero precipitata a prenotare telefonicamente – l’unico modo per farlo all’epoca della nostra visita. Ho cercato di riconfermare appena arrivati a Cuba, ma per un problema telefonico della signora Marta, non sono riuscita a mettermi in contatto con lei per riconfermare la stanza.
Al nostro arrivo, scopriamo con piacere che tutto è pronto per noi, nonostante altri viaggiatori, senza prenotazione, si siano presentati per richiedere alloggio poco prima. Marta non aveva nessuna certezza sul nostro arrivo, ma “Non avrei mai dato la stanza via, neanche a sera inoltrata” mi ha detto in seguito, “Non è il mio comportamento in genere. E, volete scherzare? Voi viaggiate con una bambina piccola. Siete ospiti speciali“.
Io questa tenace e dolcissima signora l’ho amata fin da quel primo momento, e non smetto di ricordarla con affetto infinito. Le attenzioni, e posso dirlo, l’amore, col quale ci accolto e trattato in quei tre giorni non li scorderemo mai!
Trascorre veloce il primo pomeriggio fra un pisolo – l’atmosfera sonnacchiosa e il caldo certo aiutano – un temporale, un facilissimo indugiare sotto il portico fra un’amaca e una sedia a dondolo, e un piacevolissimo camminare in giardino a piedi nudi su un prato morbidissimo e fresco di pioggia.
Con Violante annusiamo le piante, i fiori, rincorriamo uccellini e pulcini, facciamo la conoscenza ora di una ranocchia ora di un geko. Ci riempiamo delle piccole meraviglie che il giardino offre, e un po’ più in là, sul retro della casa, che si apre su uno spettacolare panorama, ammiriamo estasiati i mogotes – curiose formazioni calcaree che ricordano degli enormi panettoni ricoperti di vegetazione – e i loro cappucci, ora nascosti dalle nubi, che poi lasciano posto a un sole arancione per un tramonto rosso fuoco.
L’indomani andiamo a piedi alla scoperta della valle, dopo un veloce giro in paese, durante il quale conosciamo un ragazzo cubano col quale ci accordiamo per fare l’escursione al mare il giorno successivo. Chi ha la fortuna di avere un’auto a disposizione ne fa sicuramente un piccolo business, e nella zona vengono offerti numerosi passaggi per visitare la valle, e recarsi ai due bellissimi cayos, Jutias e Levisa, sempre per cifre oneste. Ci carichiamo Violante sulle spalle e appena fuori il paese, ci imbattiamo nella bella Finca di Raul Reyes, una fattoria con diversi tipi di coltivazioni dove poter assaggiare frutta, caffè, fumare un puro o sorseggiare dell’ottimo rum.
La prima di una serie, in quanto seguendo la strada di terra rossa battuta e inoltrandoci sempre più nella valle, saranno diversi i contadini a farci un cenno e salutarci, offrendoci di entrare in casa loro e mettendo a nostra disposizione quello che di più tipico hanno da offrire – appunto, caffè, sigari e rum. Ce ne proporranno anche l’acquisto, certo, adesso che il governo permette che una percentuale della propria produzione possa essere venduta anche sul libero mercato. Ma senza alcuna pressione, obbligo, si sentono già onorati della nostra compagnia, e poi siamo lontani dalle logiche di vendita occidentali alle quali siamo invece abituati.
E mentre ci vengono mostrate tutte le fasi della lavorazione del tabacco, con tanto di dimostrazione di rollaggio, Violante viene “rapita” da una squadra di bimbe e ragazzine – presumibilmente le figlie dei contadini! – con le quali è poi troppo impegnata per far caso ai suoi genitori che, sigaro in mano, cercano di farsi un’idea sempre più chiara sulla realtà della Cuba di campagna, della sua gente, che vede in questa recente piccola apertura del mercato un grande miracolo economico.
Tra le colture del Parco Nazionale di Viñales il caffè, il tabacco, ma anche la canna da zucchero, gli avocado, le banane. A perdita d’occhio, punteggiate qua e là dai pittoreschi mogotes, e fra questi ci perdiamo tra piacevoli incontri e centinaia di fotografie.
Viaggio a Cuba on the road in tre: Cayo Jutias
La terza giornata la trascorriamo interamente nello splendido Cayo Jutias, un’isoletta lambita da acque tiepide e cristalline, collegata alla terraferma da una comoda striscia di terra. Il viaggio in auto di poco più di un’ora è molto piacevole, tamarra la musica (!) e verdi e rigogliosi i panorami, che lasciano infine posto a boschi di mangrovie che segnano l’arrivo. Sull’isola non vi sono strutture turistiche eccetto un bar ristorante, intorno al quale si stabiliranno la maggior parte dei visitatori giornalieri. Ci basterà camminare poche centinaia di metri in più e troveremo un’insenatura tutta per noi, per goderci nella quiete più assoluta il bellissimo mar Caraibico. Valida alternativa al bar per il pranzo è un pescatore cubano che, passandoci accanto con discrezione ci chiederà “aragosta per pranzo?” indicando un secchiello ricolmo del pregiato crostaceo appena pescato – e da lui cucinato in diretta sulla spiaggia!
Rincasiamo nel tardo pomeriggio – il ragazzo che ha dato un passaggio a noi e a due ragazze francesi ci aspetta tutta la giornata al bar – e arriviamo in tempo per goderci la terza ed ultima fantastica cena a casa di Marta.
Con lei abbiamo avuto, durante le tre giornate, diversi momenti di scambio profondo. Sulla realtà cubana in generale, su quella della loro valle, quella della loro famiglia. Una figlia negli Stati Uniti, in Florida, che non possono andare a trovare perché al padre viene negato il visto d’accesso nonostante ci provi da anni, perché potenziale emigrante. Negli stessi giorni in cui eravamo ospiti a casa loro l’ennesimo – fallito – tentativo al consolato statunitense de L’Avana, e la tristezza nelle loro parole. Ma l’amore nei loro gesti, l’umanità nei loro volti e nei loro sorrisi. Stiamo così bene al Cafetal che potremmo trascorrervi le rimanenti due settimane, ma l’indomani pomeriggio partiremo.
Ultima tappa, quella della mattina seguente, nella valle a dorso di cavallo questa volta, con il simpatico ed esperto Chino che prendendosi cura di Violante ci accompagna attraverso le piantagioni e i mogotes, e diretti a una delle numerose grotte della zona per tuffarci in una rigenerante acqua pura e gelata! Nonostante le perplessità iniziali cavallo si-cavallo no – Violante è ancora così piccola – siamo rimasti entusiasti della nostra scelta. La nostra guida si è rivelata essere non solo molto esperta –Violante cavalca con lui – ma una vera e propria fucina di curiosità e divertenti aneddoti, in quanto discendente di una famiglia in parte cinese stabilitasi a Cuba nel secolo scorso. Da qui i suoi occhi e il suo nome! Trascorriamo insieme a lui delle piacevolissime ore, fino a quando il sole diventa troppo caldo per continuare e non manca molto alla partenza del nostro autobus per L’Avana.
Lasciamo la Villa El Cafetal e la señora Marta con le lacrime agli occhi, giurando di tornare prima o poi in quello che è stato per noi un piccolo paradiso, e da quella che è stata come una vera e propria famiglia.
Le tre ore verso L’Avana trascorrono veloci, complici le distrazioni offerte dagli altri viaggiatori, i paesaggi, uno snack e un sonnellino… In viaggio con noi anche una coppia di canadesi le cui due figlie hanno 4 anni e…3 mesi! E loro proseguiranno l’intero giro dell’isola in autobus e senza auto… evviva le famiglie che viaggiano!!
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Cristina
{Testi e fotografie di Cristina Fasci}
{Foto di copertina di Cuba via Shutterstock}
{Foto di Las Terrazas di Cuba via Shutterstock}
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