L’idea di compiere un viaggio in India con bambini è spesso sinonimo di “mission impossible” per le famiglie italiane. Babbo Marco la pensa diversamente!
Era il 2007 quando, insieme alla mia compagna, accompagnai un gruppo nello splendido Ladak e Kasmir. Siamo partiti verso questa meta impervia ma bellissima. La storia comincia proprio qui…
…perché dopo aver lasciato la magica Amritsar con il suo Tempio d’oro, dirigendosi verso Manali e Dharamshala, la mistica città che ospita sua Santità il Dalai Lama e sede del governo tibetano in esilio, Caterina (si chiama così la mia compagna) ha iniziato a frequentare con assiduità ogni mercato ingozzandosi letteralmente di frittelle di spinaci e di mele. Sembrava recatasi lì per una pubblicità sul cibo mangiando con soddisfazione tutto quello che trovava per strada e contagiando anche me.
Quando arrivammo a Leh dopo esserci inerpicati fra le strade himalayane, attraversando spettacolari paesaggi, fummo felici perché per una straordinaria coincidenza abbiamo assistito a un’udienza pubblica del Dalai Lama; seduti insieme ai pochi tibetani autentici rimasti e monaci allegri abbiamo ascoltato le parole di pace di quest’uomo straordinario in un’atmosfera davvero mistica.
Ma il viaggio si inerpicava attraverso alte e impervie mulattiere fino alla dolce Nubra Valley, con i suoi orti costeggiati da alberi di albicocche e pesche.
La semplicità e la bellezza rara e antica del luogo ci faceva pensare a epoche lontane.. ma qui iniziarono le nausee e Caterina, pensando di avere un virus gastrico, iniziò a prendere qualsiasi cosa le dicessero faceva passare la nausea, anche una pasticca gigante indiana che non sapremo mai di cosa fosse composta, offerta dalla guida indiana.
Le nausee non cessarono per ben due giorni e ogni volta che visitavamo un tempio ricominciavano più forti di fronte alle sculture di burro fatte dai monaci. La cosa strana era però che, nonostante il malessere, l’appetito non le mancava di certo e quando, alla fine del viaggio, ci godemmo il meritato riposo sulle House boat della misteriosa Srinagar in Kashmir, la mia compagna fermava le barche degli ambulanti e faceva incetta di frutta secca.
Tornati a casa la risposta a tutto questo fu una sola: la mia India ci aveva regalato forse il più bel regalo che la vita ci potesse fare: MARTA.
Un mio carissimo amico indiano, venuto a conoscenza del suo concepimento in India, chiese al suo bramino di benedirla e di pregare per lei e così la nostra piccola ha anche un meritato secondo nome indiano: Iraja, che significa figlia del vento e vi assicuro che è nome che proprio le si addice.
Viaggio in India con bambini: la prima volta di Marta
Era tanto tempo che desideravo organizzare un gruppo per la Kumbha Mela e quando fu tutto pronto, nonostante il fatto che davvero tutti (anche i miei colleghi indiani) mi dicessero che non era posto adatto per una bimba di ventidue mesi, la mia compagna mi disse:
“Non m’interessa, noi veniamo!”
Ci siamo guardati e abbiamo incoscientemente sorriso come sempre e, preparato un borsone di sughetti pronti per condire il riso bianco che in India abbonda, parmigiano sotto vuoto e tante medicine, siamo partiti.
Voglio precisare subito che il borsone è stato interamente regalato al termine del viaggio perché in India un bambino anche se piccolo mangia benissimo: c’è il riso in bianco in abbondanza i nan che è il loro pane e sono per noi delle squisite focacce che i bambini adorano, il pollo tandoori, il chai il loro te con il latte sano e nutriente; si può sempre chiedere qualcosa di non piccante e una pasta al pomodoro si può trovare un po’ ovunque ormai, per lo meno nei posti un po’ più turistici.
Sette ore di aereo spaventano? Direi proprio di no, i bambini si divertono in aereo, è un’esperienza da scoprire per loro; noi genitori ci dobbiamo scordare i lunghi pisolini che facevamo in volo senza di loro ma è altrettanto bello.
Durante i viaggi sia in aereo ma anche per i lunghi spostamenti in macchina, treno ecc. non devono mai mancare: colori e fogli per disegnare, librini con stickers, qualche lecca lecca o dolcetti, palloncini da gonfiare e bolle di sapone (da non tenere nel bagaglio a mano) che tengono impegnati e sono utili nei momenti “critici”. L’importante è tirare fuori qualcosa ogni tanto in modo che sembri un regalo stupendo, una sorpresa. I bimbi si accontentano di piccole cose e averle a portata di mano fa decisamente la differenza.
E’ importante che nel viaggio ci sia qualcosa che piaccia tanto ai bambini che non dev’essere per forza tipicamente infantile ma interessante e nuovo.
Le cose che a Marta di ventidue mesi sono piaciute in questo viaggio:
- correre scalza nei templi sul fresco marmo
- il tragitto a dorso di elefante per arrivare all’Amber Fort di Jaipur
- i tragitti sui divertenti tuk tuk
- giocare con i bambini… che qui ce ne sono davvero tanti e non importa conoscere alcuna lingua per giocare felici.
Interessare un bimbo così piccolo è semplice perché ogni colore, ogni suono, ogni persona qui è diversa e interessante per lui! Basta che siamo noi per primi ad avvicinarvisi senza ansia e con semplicità.
Il tour: Delhi, Jaipur, Agra da qui treno notturno verso Varanasi per poi finire a Rishikesh e Haridvar per il Khumba Mela.
Il Khumba Mela agli occhi di un bambino: colori, musiche, elefanti che passavano tutti bardati a festa, donne allegre nei loro festosi sari, sadu, guru colorati e santoni di ogni genrere felici di elargire alla piccola Marta sulle spalle del babbo benedizioni di zucchero, festa, felicità e infine le grida allegre della piccola Iraja “Bagno Ganga!!!!”…
Sì, alla fine anche lei ha fatto il bagno nel sacro Gange che nasce poco distante da Haridwar e qui lo possiamo godere in tutta la sua candida pulizia e freschezza oltre alla sua sacralità.
Viaggio in India con bambini: seconda volta a tre anni
Questa volta un tour solo familiare in Rajasthan con la visita del parco di Ranthambore dove la piccola Marta-Iraja ha conosciuto da vicino la famosa tigre indiana.
Cosa posso dire se non che non mi scorderò mai gli occhi di meraviglia di mia figlia che per tutta la vita non scorderà l’emozione di trovarsi di fronte a questo fiero e unico felino.
Il giro del Rajasthan per un bambino è bello perché ci sono tanti castelli dei maharaja da visitare e si possono inventare storie fantastiche per invogliarli a visitarli, il deserto della splendida Jaisalmer con i suoi cammelli, si può dormire in magici Heritage un tempo dimora di principi e principesse, dove ancora oggi si respira la loro presenza.
In generale tutti accolgono con felicità i bimbi perché in India c’è un enorme rispetto nei loro confronti.
Viaggio in India con bambini: terza volta a sei anni
Questa volta abbiamo visitato i Gujarat, meta splendida ma non ancora molto turistica con tutte le bellezze e svantaggi di un posto ancora poco aperto al turismo (esempio difficoltà a trovare una scheda telefonica o cambiare i soldi).
Ormai Marta-Iraja è una compagna di viaggi ed è per noi fantastico condividere la nostra passione per la scoperta del mondo con lei, le abbiamo trasmesso -crediamo- la voglia e la curiosità di conoscere, confrontarsi, osservare senza giudicare, provare cose nuove con felicità infantile.
Le spieghiamo prima cosa andremo a visitare, parliamo insieme degli itinerari le cose che ci va più o meno di fare, usiamo sempre qualche trucco per portarla dove vogliamo noi (in fin dei conti siamo sempre i genitori), ma è bello scoprire insieme e poi confrontarci la sera su quello che abbiamo vissuto.
La prossima nostra tappa è il mistico Bhutan, passando ovviamente dall’India attraverso le verdi colline del Sikkim… Poi vi aggiorneremo!
Qui abbiamo parlato solo dell’india paese, che sarebbe bello poter approfondire con voi più dettagliatamente se fosse per voi interessante.
Vorrei però dirvi che Marta ha preso il primo aereo a sei mesi, il secondo a nove mesi e, a parte qualche capitale europea che è capitata in qualche fine settimana e il festival dei gitani in maggio in Camargue, a cui abbiamo partecipato quando lei aveva un anno e mezzo, i viaggi di Marta si sono svolti fra il centro sud America, Africa e Asia.
Ogni viaggio è stato per tutti e tre un’esperienza unica e meravigliosa, e, se nostra figlia è una bambina socievole, curiosa interessata a tutto quello che la circonda, compresa la scuola, forse è anche un po’ grazie a questa nostra passione: viaggiare.
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Marco di Xenia Viaggi e Turismo
{ Testi e fotografie di Marco Mezzela }
{ Foto di copertina: Ladak via Shutterstock }
{ Foto del Tempio di Amritsar e delle barch di Srinagar via Shutterstock}
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- Tutte le nostre le nostre esperienze di viaggio in India
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- Come prevenire la diarrea del viaggiatore
Che bello, non sono l’unica mamma pazza che va in India con un treenne 😉 Bellissimo racconto, mi ha fatto molta tenerezza leggere di questo legame prenatale con l’India: anche nostro figlio è nato in seguito ad una puja (offerta) che avevamo fatto al Gange quando visitammo Varanasi … 2 mesi dopo ero incinta di Memi 🙂 Anche noi vorremmo tornare si nuovo, dopo Rajasthan e Kerala ci piacerebbe fare il nord alle pendici dell’Himalaya. Consigli?
Ciao, splendido racconto, io sto progettando di andarci con il mio 2 enne il prossimo agosto.
Posso chiederti una mail per confrontarci su alcuni aspetti logistici?
Buongiorno,
anche io sto meditando di andare in India con un bimbo di 7 anni…ma non sono sicura al 100%..posso anche io avere un’email per richiedere info? e prendere il coraggio di partire?
Grazie mille
Ciao! Scrivi pure a bimbieviaggi@gmail.com che poi la giro a Marco. Ciao, Milly
Buongiorno,
anche io sto meditando di andare in India con un bimbo di 7 anni…ma non sono sicura al 100%..posso anche io avere un’email per richiedere info? e prendere il coraggio di partire?
Grazie mille
ok grazie mille
fatto