Se l’idea di viaggiare con bambini piccoli vi spaventa, allora leggete questo racconto di mamma Pamela, che è partita per Stati Uniti e Messico con 3 gemelli di 2 anni. Sì, avete capito benissimo: 3 gemelli, 2 anni. Mission Impossible?
Viaggiare con tre gemelli di 2 anni missione im-possible?! Ma no, dai!
Si può fare con un po’ di organizzazione e sana follia…
Tutto inizia con la nostra grande passione per i viaggi che, con la nascita dei gemelli, abbiamo ovviamente dovuto mettere un po’ da parte. Ma con lo scoccare dei loro due anni, ci vediamo pronti per iniziare questa nuova avventura a 5 in giro per il mondo. Valutiamo 100.000 mete e alla fine scegliamo quella che secondo noi come primo viaggio per loro è la più idonea. Ed ecco che prende vita un tour tra New York e Messico, posti in cui noi siamo già stati ma viverli con loro è stata una prima volta anche per noi.
Iniziano le ansie, farà troppo caldo? Sull’aereo come li gestiremo? e se si ammalano? Diciamo che mi mancava solo la paura di un atterraggio alieno e poi le avevo pensate tutte…
Ma devo dire che mi ha aiutato molto conoscere al momento giusto un gruppo di mamme con la mia stessa passione (il gruppo facebook “Famiglie Globetrotter“) che non mi hanno fatto sentire una madre sciagurata che porta i figli di 2 anni a conoscere il mondo, quando per la maggior parte delle persone che conosco la follia più grande è il traghetto notturno per la Sardegna, “che dici il pupo si stranirà’?” ecco, figuratevi quando abbiamo comunicato le nostre mete…
Un grazie a Milena che mi ha fatto entrare a far parte di questa pazza famiglia e che mi ha convinto a scrivere questo pezzo!
Si parte!
Ora veniamo alle cose pratiche: prima di tutto mi sono portata dietro un’intera filiale farmaceutica (che fortunatamente non è servita), assicurazione con la Columbus, ottimo rapporto qualità prezzo e indispensabile se si viaggia con bimbi, soprattutto per la serenità dei genitori.
Poi valigie a tetris, dove ovviamente io e mio marito abbiamo condiviso la valigia per recuperare spazio e un comodissimo zaino come bagaglio a mano, un trolley, valigia dei bimbi e borsone cambio pannolini che in Messico ha funzionato anche da borsa mare.
Tutti i nostri voli sono stati con l’American Airlines, compagnia che in passato non ci aveva fatto impazzire e invece devo dire aereo nuovo e servizi di intrattenimento modernizzati (scordatevi però servizi per bambini a bordo come il menù kids o altro perché non sanno neanche cos’è).
Arriva il giorno della partenza sotto lo sguardo divertito e forse un po’ terrorizzato degli altri viaggiatori: siamo a Fiumicino per prendere il nostro volo che in 8 ore circa ci porterà a New York. Sintetizzo dicendo che, essendo volo diurno, i bimbi ci fanno fare un po’ di km sull’aereo, ma devo dire che gli altri passeggeri sono molto comprensivi. Un po’ dormono, mangiano qualcosa e finalmente tocchiamo suolo americano.
Viaggio con gemelli: prima tappa a New York
I bimbi ovviamente risentono delle 6 ore di fuso e verso le 5 di pomeriggio si addormentano, mentre noi ne approfittiamo per girare un po’ i dintorni del nostro hotel che era sulla 29th, vicino all’Empire State Building; andiamo a Bryant Park, classico giro su 5th e Time Square, la stanchezza si fa sentire e crolliamo in albergo.
La mattina seguente alle 4.30 tutti svegli! Alle 7 siamo fuori dall’hotel per fare la nostra classica colazione da Starbucks e si inizia ad esplorare.
I bimbi incuriositi da tutto si adattano in questa città immensa e a loro sconosciuta come fossero a casa loro!
E’ una bella giornata, tanto caldo e allora ci dirigiamo a Coney Island: meraviglioso!
L’oceano e il luna park antichissimo, ma perfettamente funzionante, quello classico dei film e delle serie americane, i bimbi corrono su e giù senza mai fermarsi, fanno i loro giri sulla giostra dei cavalli dalla quale loro non vogliono più scendere, e neanche io!
Poi si ritorna in città e facciamo un giro a Central Park dove ci sono dei bellissimi playground come un po’ in tutta New York, segnalo anche quello molto carino di Union Square.
I bimbi fanno la conoscenza degli scoiattoli e per tutto il viaggio sarà un tormentone.
La cucina americana la apprezzano volentieri, specialmente le steak e gli hamburger, quindi sul mangiare zero problemi.
Il secondo giorno andiamo al Chelsea Market e sulla High Line, molto belli e caratteristici: i bimbi hanno retto benissimo i ritmi di New York, i lunghi spostamenti e il tempo passato in passeggino.
Il trucco è ovviamente fermarsi in posti a loro dedicati, farli giocare e correre per poi rimetterli in passeggino abbastanza stanchi da non fare capricci e così proseguire il tour.
L’ultimo giorno andiamo a Soho e al World Trade Center e la pelle d’oca e qualche lacrima scende, lo strazio di quel maledetto 11 settembre lì si sente tutto: è ora di salutare New York e questo ci sembrava il modo migliore.
Il giorno dopo prendiamo il volo pomeridiano verso Cancun.
Viaggio con gemelli: Messico
Volo di 4 ore circa e arriviamo a Cancun: subito il caldo e l’umidità la fanno da padrone ma nei giorni impareremo a conviverci; arriviamo, con un transfert prenotato dall’Italia, nel nostro resort che già ci appare meraviglioso. Con i bimbi abbiamo optato per un servizio all-inclusive che ci garantiva maggiore comodità. Mangiamo qualcosa e poi andiamo a letto, le lancette qui si spostano ancora di un’ora in avanti e arriviamo a 7 ore di fuso, ma ormai i bimbi non se ne accorgono più, a New York in circa 3 giorni hanno preso il fuso.
Noi alloggiamo al Grand Palladium ad Akumal, posto adattissimo per i bimbi, con un bel mare per molti tratti basso e un parco acquatico a loro dedicato che per tirarli fuori ogni volta una tragedia, posto pieno di animali tra cui lemuri, fenicotteri e coccodrilli (ovviamente nel recinto). Il resort è stato costruito in mezzo alla giungla e la fauna locale mantenuta.
Per i bimbi prima di partire e per tutto il viaggio ho fatto cura di fermenti sotto consiglio del pediatra e infatti mi sono trovata bene: hanno mangiato di tutto senza alcun problema (soliti avvertimenti no acqua non imbottigliata e no verdure crude); e la mia fidata arma, la bomboletta di off-pray perché qui le zanzare girano armate, ma con quella non ho avuto problemi.
Dopo un po’ di giorni di ambientamento nel resort, decidiamo di avventurarci all’esterno con i bimbi e prenotiamo ben due tour: uno che si rivelerà essere un po’ più impegnativo, ma che i fantastici tre han superato alla grande, e uno più semplice.
Primo tour: rovine Tulum, Playa Paradiso, villaggio Maya, Cobà e cenote
Nella prima parte i bimbi erano molto straniti perché faceva veramente caldo (portatevi dietro litri di acqua, perché i miei bevevano come cammelli), la seconda parte è stata affrontata meglio, anzi i miei provetti Indiana jones nella giungla sono stati bravissimi, abbiamo praticamente fatto i 2 km che ci separavano dalla piramide a piedi con i passeggini, Off-spray come se piovesse, e grazie a mio marito che ha tenuto a bada le belve sono riuscita anche ad arrampicarmi sulla piramide.
Beh che dire, vista da capogiro, mi sentivo sul tetto del mondo.
Al ritorno abbiamo optato per i risciò, per i bambini la parte più divertente direi.
La sera crolliamo tutti e 5 anzi c’è da dire che, mentre a casa per addormentarli passano le canoniche 21,30, qui alle 20,30 svenivano e noi ci permettevamo anche un po’ di relax da fidanzati…
Gita in catamarano a Isla Mujeres
Giorno dopo riposo totale in resort per essere pronti il giorno seguente per l’uscita in catamarano, direzione Isla Mujeres. Solo una parola meravigliosa, ci abbiamo lasciato il cuore, giro in golf cart dell’isola, inutile dirvi i sorrisi dei bimbi, sabbia bianche e mare turchese.
Sul catamarano erano le mascotte, ballavano e sorseggiavano orange juice al ritmo di Enrique Iglesias (sì anche qui il tormentone estivo, ormai il nostro motto era: non è estate se non balli e canti Enrique).
I giorni stanno volando e l’ultimo giorno, complice un tempo un po’ nuvoloso, decidiamo di fare un puntatina alla spiaggia delle tartarughe di Akumal, ma ahimè per vederle dovevi fare snorkeling con guida del posto e per noi non era il caso, ancora qualche anno e maschera e boccaglio pure ai bimbi… Io in realtà il mio snorkeling l’ho fatto dal catamarano a Isla Mujeres per vedere il museo sotterraneo, praticamente delle statue depositate sul fondo della barriera corallina, bella esperienza che ho potuto fare sempre grazie al santo marito che sul catamarano teneva i bimbi che mi salutavano con la manina.
L’ultimo pomeriggio lo passiamo a fare shopping a Playa del Carmen, carina ma non è Messico, è un luogo turistico a dir poco, costruito proprio per i turisti, sembra una cittadina di mare americana. Il Messico vero noi lo abbiamo visto nel lontano 2004 quando abbiamo fatto più di 4000 km partendo da Città del Messico e arrivando a Cancun toccando vari stati, ma questa è un’altra storia…
Il nostro viaggio termina qui ma i colori, gli odori, i sorrisi e la curiosità negli occhi dei miei figli, quelli me li porterò dentro per sempre: hanno giocato con bimbi di lingua e nazionalità diverse ma le differenze mentre giocavano proprio non si vedevano, hanno assaggiato sapori nuovi (i miei figli vanno matti per i nachos con i formaggio), li ho visti crescere diventare più grandi, più autonomi da quando siamo partiti, e questo mi fa dire che abbiamo fatto la scelta giusta.
Fargli scoprire il mondo è il nostro regalo per loro e questo è solo l’inizio, di certo non ci fermeremo qui perché viaggiare con tre gemelli non solo è possibile ma è anche meraviglioso.
Pamela
{testi e fotografie di Pamela Pellegrino}
{foto di copertina, via Shutterstock}
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