Oggi Alessia del blog “Mamma in Città” è ospite di Bimbieviaggi per raccontare la sua bella vacanza alla scoperta di una Sardegna meno nota, tra antichi borghi e trenini turistici…
Si sente spesso parlare della Sardegna dello splendido mare, della Sardegna delle spiagge bianche, della Sardegna delle calette, della Sardegna della natura selvaggia e del buon cibo, ma c’è anche una Sardegna meno conosciuta, quella dei piccoli paesini arroccati sui monti, dove il silenzio è colorato dall’ospitalità dei suoi abitanti, pronti ad accogliere i turisti che sono arrivati fino ai loro piccoli mondi costellati di tradizione e semplicità.
Sardegna on the road con bambini: non solo spiagge
La scorsa estate io e la mia famiglia, capitanati da nostro figlio Davide di 2 anni, abbiamo esplorato l’Isola da nord a sud, non solo scoprendo le famose spiagge paradisiache, ma anche andando alla ricerca della cultura sarda più autentica che si respira soprattutto nel centro Sardegna.
Durante il nostro viaggio “on the road” abbiamo giorno dopo giorno raccolto i consigli dei locali su cosa andare a visitare, dove andare a mangiare e a dormire: possiamo dire con soddisfazione che ogni suggerimento è stato prezioso e ci ha soddisfatto al 100%!
Abbiamo vissuto un’esperienza particolarmente adatta e molto apprezzata dai bambini, anche i più piccoli come il nostro: siamo saliti sul Trenino Verde della Sardegna e abbiamo percorso sui vecchi binari, in un treno storico, la tratta Bosa Marina – Macomer.
Il trenino verde della Sardegna
Un solo vagone, sedili-panchine in legno, porta cappelli per i viaggiatori. Entrare in questa carrozza del 1913, totalmente ristrutturata, è come fare un salto nel passato.
Il treno alle ore 9 di una volta la settimana (il giorno dipende dai periodi) emette il classico “Ciuuuf ciuuuf” che entusiasma i bambini e parte.
Essendo un treno esclusivamente attivo per i turisti (la linea non è più in servizio) il viaggio è studiato per far conoscere e ammirare le zone che si attraversano.
La guida presente racconta la storia della costruzione del treno e accompagna con le parole quello che gli occhi ammirano: il cambiamento del paesaggio dal mare alla zona interna disboscata, ai nuraghi.
La prima tappa è nella piccolissima stazione di Tresnuraghes: qui si degustano i biscotti tipici e la malvasia, liquore prodotto dai contadini di questa zona.
La seconda sosta è per visitare l’antica abbazia cistercense di S. Maria di Corte, un piccolo gioiello in questo immenso territorio.
Si arriva a Macomer verso le ore 12. Si lascia il treno e si viene guidati al Museo Etnografico “Le Arti Antiche” dove i visitatori sono attesi con formaggio tipico, pane carasau, salumi.
Compreso nel tour, c’è il pullman che riporta i turisti alla stazione di Bosa Marina.
Il tour è organizzato dalla Cooperativa Esedra ed è consigliabile prenotare.
Cosa vedere nei dintorni
Bosa
Arrivando a Bosa, si ha l’impressione di avere davanti a sè un quadro. Le piccole case infatti, arroccate su un promontorio, sono tutte colorate con tinte pastello; in alto svetta il castello (visitabile) che domina il paese.
Si passeggia per le sue vie incantandosi per il paesaggio, fermandosi a parlare con le anziane o le famiglie che siedono davanti le case, lasciandosi trasportare dal profumo dei culurgiones (pasta fresca ripiena di pecorino) che esce dalle cucine dei ristoranti.
Dove dormire
Abbiamo dormito 2 notti presso la Fattoria Agriturismo “S’imbulingu” (“L’ombelico” nel dialetto della zona).
Alloggiare qui è stata una scelta ottimale per concederci relax e nello stesso tempo far divertire Davide.
Si lascia la strada principale e si percorre un tragitto di 10 minuti circa tra le campagne. Arrivati nella fattoria si viene accolti dai suoi eccezionali proprietari e dagli animali (quando siamo stati noi c’erano 2 piccoli gatti e un cane che hanno fatto subito amicizia con mio figlio).
L’ampia zona è recintata, totalmente sicura e i bambini possono correre e giocare nel cortile/giardino (ci sono anche dei giochi messi a disposizione come “la mucca a dondolo”, l’altalena e il banchetto e la sedia costruiti con i tronchi di legno).
E’ a disposizione anche una curatissima piscina, per rinfrescarsi nelle giornate più calde avendo attorno a sè il rilassante paesaggio della campagna.
Nelle camere è disponibile una culla per i bimbi più piccoli e l’agriturismo propone cene a menu fisso con i piatti tipici della zona in una splendida location: la terrazza illuminata la sera con piccole lucine, candele, lucciole che volano attorno.
Il tutto mentre i bimbi possono liberamente giocare attorno a noi, senza nessuna formalità che li costringe a stare per lungo tempo seduti a tavola.
La fattoria ospita anche laboratori didattici sull’archeologia rivolti ai bambini e alle scuole della zona. Ci si può informare se sono in programma nei giorni in cui ci si alloggia!
Alessia
{testi e fotografie di Alessia Gilardo del blog Mamma in città}
{foto di copertina, via Shutterstock}
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Grazie per aver ospitato il mio racconto di viaggio!
Grazie a te! Quando vuoi, io sono qui 🙂
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