Dopo 9 anni di viaggi vicini e lontani, è giunta l’ora di iniziare a fare un bilancio concreto sui benefici effetti che il viaggiare fin da piccoli provoca sui bambini.
Se ripenso a quando era piccolina e dovevamo prestarle sempre attenzione se no brontolava…
…sembra passata una vita. E invece oggi, a 9 anni, si è fatta 14 ore di volo col suo amichetto, passando ogni tanto a darci un bacino.
Hanno dormito solo 2 ore e sono arrivati a destinazione carichi come delle molle, mentre io distrutta come al solito.
Quando mi chiedono perchè bisogna iniziare a farli viaggiare presto e io rispondo “perchè così il viaggio diventa la normalità”, intendo proprio questo 😍
Siamo appena rientrati dal nostro super viaggio nelle Filippine: 2 settimane a spasso per queste isole meravigliose in compagnia della mia amica Cristina e della sua famiglia. 4 adulti e 2 “piccoli” esploratori di 9 e 8 anni. Le virgolette prima e dopo PICCOLI sono d’obbligo perché in realtà in questo viaggio hanno dimostrato che non sono poi così piccoli come pensiamo… e io mi sono ritrovata a riflettere sui risvolti positivi del loro essere viaggiatori fin dalla nascita.
Provo sempre un po’ di tenerezza quando parlo con genitori convinti che viaggiare con i bambini sia inutile perché tanto non ricordano niente.
Ne avevo già parlato con ironia in questo articolo sulle 8 cose da non dire mai a una mamma viaggiatrice. Ma la questione può essere affrontata anche seriamente: adesso che Amy ha 9 anni, ogni volta che affrontiamo una nuova avventura a spasso per il mondo, vedo nitidamente i frutti molto concreti di questo nostro peregrinare.
Non mi sono neanche accorta di quanto sia volato il tempo da quel maggio 2008, quando abbiamo “celebrato” il suo battesimo dell’aria, fino ad oggi, appena atterrati dal suo 87° volo.
Sembra ieri che la attaccavo al seno per non farle sentire fastidio alle orecchie in fase di decollo e atterraggio, e invece sono trascorsi in un batter d’occhio 286 mila km in volo e lei oggi fa tranquillamente un intercontinentale da sola come se noi non esistessimo..
Questa cosa mi provoca una nostalgia immensa, lo ammetto: rendermi conto di quanto il tempo mi scivoli via dalle mani come granelli di sabbia finissima e di quanto lei cresca in fretta è sempre difficile… Eppure, per rimanere in tema di viaggi, vedere la viaggiatrice che Amy è diventata mi rende molto felice di tutto questo percorso fatto assieme a lei..
Perché bisogna viaggiare da subito?
Cosa significa viaggiare con i bambini?
Io credo che si debba iniziare quanto prima a viaggiare con i bambini, essenzialmente per 3 motivi (4 se aggiungiamo il fatto che fino a 2 anni non pagano il volo ;-)).
Innanzitutto perché se il viaggio è parte integrante della nostra vita di genitori, non esiste motivo per cui dobbiamo privarcene. Ci fa star bene? E allora facciamolo! Non mi risultano casi di bambini danneggiati dalla gioia dei genitori.
In secondo luogo, come ci ha già detto la psicoterapeuta nell’articolo dedicato al Perché si deve viaggiare con i bambini:
“noi abbiamo un ricordo cosciente e una memoria interna. Il ricordo cosciente è quello per cui puoi avere l’immagine del posto in cui sei stato a mo’ di fotografia; la memoria è il vissuto, gli affetti, uniti a quella situazione. Della nostra primissima infanzia non abbiamo ricordo cosciente, ma memoria sì ed è la parte più formativa per la nostra mente. Noi psicoterapeuti la ritroviamo nei sogni, nel pensiero non cosciente”.
Infine. posso tranquillamente aggiungere, per esperienza diretta mia e di altre amiche viaggiatrici, che gli ostacoli che oggi ci sembrano insormontabili, nel tempo spariscono senza che ce ne accorgiamo o, meglio, si trasformano in lontano ricordo per noi ed enorme ricchezza per i bambini.
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Ricordo i valigioni immensi dei primi viaggi, grandi e pesanti, pieni di tutti quei ‘non si sa mai’: oggi sono diventati piccoli trolley, e la valigia cavalcabile si è trasformata in uno zainetto che lei si porta in spalla come noi adulti.
Così facendo, step by step, ha imparato a portare con sé le cose essenziali per un viaggio… così come nella vita di tutti i giorni. Che poi non abbia mai voglia di preparare la valigia è un altro discorso (come darle torto, anche io eviterei volentieri quel momento!). Per fortuna tra le cose essenziali c’è ancora Effy, il suo peluche del cuore… il giorno in cui lo lascerà a casa sarà ancora più dura per una mamma chioccia come me!
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Ricordo i suoi primi passi da sola, fatti tra due lettini in spiaggia alle Maldive… lo stesso viaggio in cui ha scoperto il significato della frase ‘attenta che brucia’ appoggiando le manine su un materassino marrone bollente sotto il sole dei tropici.
Ricordo anche i primi trekking in Corsica: non aveva ancora 3 anni ed era già un trattorino. Lo stesso trattorino che oggi scala vulcani con la leggerezza di chi lo fa da una vita.
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Ricordo le pappe preparate col fornellino in tanti angoli di mondo. E ricordo quel giorno, ad Antigua, quando per la prima volta mangiò un sandwich per pranzo (e mi sono sentita molto libera, devo ammetterlo!). A parte l’antipatia per il cibo piccante, oggi mangiare non è un problema mai, in nessun luogo al mondo, perché ce la siamo sempre cavata e sempre ce la caveremo.
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Ricordo lo spannolinamento, quel vasino da viaggio sempre con noi e la capacità di tenere la pipì nei momenti in cui proprio era impossibile farla. Capacità che nel tempo è diventata arte di fare i propri bisognini solo quando e dove si può!
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Ricordo la valigia piena di giochi per passare il tempo in volo (giochi che spesso rimanevano inutilizzati, ma tant’è) mentre oggi con un libro e un tablet abbiamo risolto la questione ‘passatempi in viaggio’ (in realtà il tablet resta spesso spento ma lo portiamo per quel senso di ‘non si sa mai’ che facciamo fatica a scrollarci di dosso).
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Ricordo gli incontri ravvicinati con le tartarughe alle Seychelles, le fregate a Barbuda, i pesci colorati nell’Oceano Indiano, i bufali e i pavoni in Sri Lanka, i bradipi in Costa Rica, leoni, zebre, giraffe e impala in Kenya, e oggi i tarsi nelle Filippine.
Poter vedere coi propri occhi che gli animali non sono nati negli zoo (e che dovrebbero rimanere dove li abbiamo visti) non è cosa da poco!
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Ricordo i suoi giochi con bimbi dalla pelle nera o gli occhi a mandorla, bimbe col velo in testa o un sari addosso. Nessuno di questi elementi ha mai rappresentato per lei un fattore di ‘diversità’.
Qualche tempo fa, al parco, due bambini stavano giocando e lei voleva raccontarmi che “quello con la maglietta rossa” aveva fatto una cosa buffa. “Quello con la maglietta rossa” era un bambino dalla pelle nera, e sentire che lei lo aveva distinto dall’altro per il colore della maglietta mi ha fatto commuovere. Sono convinta che questo sia il regalo più grande che si possa fare ad un futuro adulto, destinato a crescere in un mondo in cui la multiculturalità è spesso causa di disagi e intolleranze invece che di ricchezza, come dovrebbe.
Quindi, cari genitori titubanti, questa è la nostra storia. Ma sono certa che sia la stessa storia di tanti bambini cresciuti con la capacità di vedere il mondo da più angolazioni possibile.
Sia chiaro che per crescere così non serve volare dall’altra parte del mondo ma basta affrontare ogni piccola avventura fuori casa con il giusto spirito, aperto e curioso.
E non venitemi più a dire che i bambini non si ricorderanno niente, perché vi ho appena dimostrato il contrario!
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Leggi anche qui:
- “Bimbi e Viaggi: la guida completa per viaggiare con i bambini”
- Viaggiare con i bambini è difficile! Ma va là!
- 8 cose da non dire mai a una mamma viaggiatrice
- Perchè si deve viaggiare con i bambini
- Hai paura di viaggiare con i bambini?
- Consigli per viaggiare con i bambini: superare le paure e organizzarsi
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Milly
{testi e fotografie di Milena Marchioni}
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Guarda concordo in pieno, noi abbiamo volato la prima volta verso le Canarie, quando il nostro piccolo aveva 8 mesi poi sono arrivate le maldive, le Mauritius, l’Oman, Zanzibar…e proprio quest’anno, (il nostro ormai grande viaggiatore ha 5 anni ) in cui tra dormire e un po’ di cartoni animati il volo è letteralmente volato, ho pensato: guarda ecco a cosa sono servite le altre esperienze! Il nostro ometto viaggia sereno, consapevole che si fa un po’ fatica, che bisogna adattarsi e comportarsi bene, spendo che a volte non si riesce a fare quello che si vuole ma soprattutto sapendo che il premio è una bellissima avventura con mamma e papà fatta di sapori, odori, colori nuovi, di persone, di viaggiatori di incontri ed amicizie!! P.s. Anche con noi viaggia sempre il suo adorato coniglietto, anche noi abbiamo in valigia diversi “perché non si sa mai” e anche noi siamo felici ora di avere la libertà di mangiare dove capita, cibi del posto, piccante a parte!!
Ciao Silvana, grazie per il tuo bellissimo commento… Sono felice di constatare che avevo ragione: la nostra storia è comune a tante famiglie 🙂
Un caro saluto a tutti quanti, coniglietto compreso! 😉
Quanta verità Milly!!! Per me è stato bellissimo quando durante l’ ultimo colloquio con le maestre di Gabriele (4 anni) mi hanno detto che nell’ ultimo mese disegnava castelli, aerei, barche e autobus con tutta la sua famiglia in vacanza! E quando mi chiedono “papà dove è a lavorare? Possiamo vederlo sul mappamondo? Ma poi andiamo anche noi a fare una vacanza lì?” Per non parlare di quando raccontano aneddoti di vacanze anche di 2/3 anni fa.. Confusi naturalmente, non con una idea temporale, ma noi li aiutiamo a mettere in ordine le idee mostrando loro gli album fotografici! È davvero il più bel regalo che possiamo fare ai nostri figli!
Grazie del tuo commento Fortuna, felice di condividere questi passi avanti anche con una super famiglia di viaggiatori come la vostra 🙂
bellissimo articolo Milena! mi sono commossa! e…quanta verità! spero sia così anche per i miei figli tra qualche anno!
Ciao Gloria, grazie mille!
Sono certa che sarà la stessa cosa anche per voi.. poi mi verrai a raccontare, ci conto! 😉
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