Se si parte per le Filippine è molto probabile atterrare a Manila, che diventa quindi la prima tappa di un viaggio alla scoperta del Paese. Noi l’abbiamo giusto “sfiorata” il primo e l’ultimo giorno di viaggio…
Ho già parlato in questo articolo di > come organizzare un viaggio nelle Filippine con bambini
Oggi inizio a raccontarvi il Paese, partendo dalla sua capitale…
Non posso certo dire di aver visto Manila, né posso consigliare o meno una tappa nella capitale delle Filippine. Ho pensato però di dedicarle questo breve articolo per due motivi.
In primo luogo, la maggior parte delle persone che decidono di andare nelle Filippine, atterrano a Manila (a meno che non optino per Cebu, se la compagnia aerea vola lì) e qui ci trascorrono la prima notte se, come noi, arrivano in serata (oltre a tante ore in auto, visto il traffico!).
In secondo luogo, resto sempre convinta del fatto che una capitale racconti molto di un Paese e, se possibile, sia giusto dedicarle un po’ di tempo.
Noi – diciamo – l’abbiamo osservata di sfuggita, facendo di necessità virtù. Ma se avessimo avuto almeno una mezza giornata in più, ne avremmo approfittato per vedere la parte antica (in particolare la zona fortificata di Intramuros e Chinatown) e magari alcune delle attrazioni più “family” della città: il Museo delle Scienze (Mind Museum), il Manila Ocean Park o la ruota panoramica presso il Mall of Asia, solo per citarne alcune (informazioni online o sulla Lonely Planet).
Che impressione mi ha fatto Manila?
L’impatto con Manila è quello con una grande metropoli fatta di contrasti immani, che puoi percepire anche da una visita superficiale come la nostra, mentre sei bloccato nel traffico e ti guardi attorno, o mentre stai andando al centro commerciale a piedi.
Manila nel mio immaginario era la città delle inondazioni. Le rare volte che ne ho sentito parlare è sempre stato al tg, quando le Filippine venivano colpite da un tifone e a Manila si registravano danni e morti.
Io a Manila, e nelle Filippine in generale, ho percepito un po’ quest’atmosfera di rassegnazione al destino, o meglio di accettazione pacata di tutto ciò che capita, nel bene e nel male.
Un giorno stavo parlando col titolare di uno degli alloggi dove abbiamo dormito. Mi ha confidato che suo fratello vive in Italia e 2 anni fa ha perso il figlio in un tragico incidente. Ho sentito il suo cuore ferito, ma l’emozione più forte che emergeva era la reale accettazione per questa tragedia. “E’ successo 2 anni fa, col tempo ci siamo rassegnati” mi ha detto con leggerezza. E lo credeva davvero. Eravamo ai piedi del Pinatubo, tra l’altro, una zona che nel 1991 è stata colpita da una delle più violente eruzioni della storia e che anche in anni più recenti è stata inondata dal lahar, un fiume di fango causato dalle ceneri ancora presenti da quell’immane eruzione che uccise migliaia di persone.
Tutte queste tragedie che storicamente hanno colpito (e colpiscono) il paese, portano probabilmente le persone a vivere in modo “positivamente rassegnato”, accogliendo tutto ciò che accade con la massima accettazione. “Se restate a piedi con la jeep, non vi preoccupate, entro 2 giorni veniamo a prendervi” dicevano scherzando, ma non troppo, mentre partivamo per il Pinatubo. E non c’è problemuccio da turista che non trovi soluzione in pochi minuti, ovunque tu sia (se il tuo taxista di fiducia ti tira il bidone, chiedi al primo che sta passando, e ti rimedierà anche un amico con la barca che ti può accompagnare sull’altra isola)…
Tornando a Manila, non è ben chiaro quante persone ci vivano: indicativamente sui 2 milioni a Manila Downtown e 12 milioni se si considera tutta l’area metroplitana, fatta di diverse città. Numeri impressionanti che neanche riesco a focalizzare.
Manila è un’accozzaglia di grattacieli uno a fianco all’altro, grandi strade, che non sono però mai abbastanza grandi, visto che sono PERENNEMENTE colme di auto in coda.
E proprio qui, mentre ci stavamo dirigendo in periferia per andare a visitare il vulcano Pinatubo, passavamo a pochi metri dalla vita di chi quei grattacieli li vede solo dal basso.
Persone che vivono sotto i ponti, famiglie che allestiscono piccoli banchetti e vendono oggettini inutili per comprarsi il cibo necessario per sfamare i bambini (anche loro accampati sotto teli di plastica), sobborghi pieni di baracche da cui, all’alba, escono come formichine tante persone la cui vita è regolata dal sole che sorge e tramonta…
Le ore trascorse dentro l’auto a Manila mi hanno consentito di vedere da relativamente vicino zone che a piedi non sarebbe stato certo opportuno visitare. Mentre lì, al riparo del nostro taxi, abbiamo visto piccoli dettagli di questa umanità così lontana da noi.
Manila con bambini: informazioni pratiche per alloggiare in città
Atterrando a Manila la sera tardi, la nostra priorità è stata trovare un alloggio comodo, non distante dall’aeroporto. Dopo qualche ricerca, abbiamo trovato una sistemazione in zona Paranaque, a circa 20-60 minuti dall’aeroporto (a seconda del traffico): un mini appartamentino con 2 camere matrimoniali, salotto con angolo cottura e divano letto, situato all’interno di un complesso residenziale che si chiama Azure Urban Resort, di cui fa parte il Paris Beach Club (Paris Hilton per la cronaca) con tanto di grande piscina con le onde, bar e ristorante. L’appartamento in sé era decisamente piccolo e con servizi basic, senza neanche lo spazio per sistemare le valigie in stanza, ma perfetto per una notte in attesa di “altri lidi”, visto il prezzo (60 euro a notte in 6) e i servizi del resort.
Abbiamo infatti alloggiato qui sia la prima notte che l’ultima (visto che dovevamo partire la mattina presto) e avere una bella piscina per rinfrescarci dal caldo della città è stato molto comodo, soprattutto per i bimbi.
A pochi minuti a piedi si raggiunge poi un grande centro commerciale, dove si possono trovare capi d’abbigliamento a buon mercato, un punto vendita Pandora 😉 e anche una food court per la cena (in effetti il posto più triste dove abbiamo cenato durante il nostro viaggio, però se non ci sono alternative a portata di mano…).
Presso il resort sono presenti centinaia di appartamenti, quindi credo sia possibile prenotare la sistemazione anche attraverso altri canali. Noi per esempio abbiamo chiacchierato anche con il gestore del bar (colazione molto basic con pochi prodotti, ma in un bar molto “asiaticamente” elegante) che ha diversi appartamenti in affitto. Per contattarlo, vi lascio i suoi recapiti (ma non garantisco per lui visto che ci ho solo parlato senza vedere gli appartamenti):
Rogel Aragon, RW Corporation, Mob no. 0927-495-8692
Email: villagemall17@gmail.com
Una parentesi sull’aeroporto di Manila: durante l’attesa del volo interno, siamo capitati di fronte all’area dedicata alle famiglie, con due ampie sale dedicate dai giochi di bambini, più piccoli da un lato e più grandi dall’altro. Non male, direi!
Come spostarsi a Manila con bambini
Noi eravamo in 6 e ci siamo spostati in taxi per i tragitti aeroporto – hotel – aeroporto, e in mini van per il trasferimento a Santa Juliana (Monte Pinatubo).
Non posso non lasciarvi il numero di telefono del nostro taxista di fiducia in città:
Si chiama Alan e il suo numero è 09207258605
Persona squisita, gentile, disponibile e molto paziente. Ci ha scarrozzato in 6 in città e abbiamo speso circa 25 euro (in 6) per la tratta aeroporto – Paranaque (20-60 minuti a seconda del traffico).
Eccoci qui, conclusa questa riflessione sulla prima (nonché ultima) tappa del nostro viaggio nelle Filippine… ma dal prossimo articolo iniziamo a fare sul serio, perché se Manila l’abbiamo solo sfiorata, le altre tappe ce le siamo gustate alla grande!
Trovate qui tutti gli articoli sul nostro viaggio nelle Filippine: Filippine by Milly
Milly
{testi e fotografie di Milena Marchioni}
{la foto di copertina è tratta da Shutterstock}
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