Patrizia, mamma di Giada, tra poco tredicenne, con alle spalle formazioni nel campo delle psicoterapie corporee e sistemiche, ci racconta come ha affrontato un viaggio itinerante a Cuba con la sua pre adolescente.
Quando i figli sono piccoli, te li scarrozzi un po’ dove vuoi per il mondo, ma quando arrivano alla soglia dell’adolescenza, le cose cambiano.
Cominciano ad avere gusti più definiti e pretendono di essere presi in considerazione nelle decisioni, vogliono contrapporsi e assumono atteggiamenti di sfida, hanno bisogno di essere più partecipi nell’organizzazione e sono più opportune riflessioni sui vissuti di viaggio.
Come fare a trascorrere serenamente (noi e loro) il prima, durante, e dopo la vacanza, in questo periodo della loro vita?
Una possibilità potrebbe essere andare in un resort all inclusive, dove i ragazzi hanno la possibilità di fare nuove amicizie, partecipare a tante attività organizzate, e hanno tante possibilità di divertimento, scegliendo magari un villaggio dove è presente un teen club. Questa può essere la via più semplice, se è gradito questo stile di vacanza. Noi lo scorso anno siamo andati in uno di questi, abbiamo sfruttato tutte le comodità del resort (ma ci siamo tenuti alla larga dall’animazione e dalla vita del villaggio) e nostra figlia comunque non ha partecipato alle varie attività per ragazzi (era ancora in un’età di passaggio), ma si è lo stesso divertita in piscina, agli schiuma party, con il campo da bocce, l’idromassaggio, godendo della frullateria e della creperia sulla spiaggia, oltre che apprezzando la spiaggia, il mare e le escursioni che le abbiamo proposto.
Se invece si sceglie un viaggio itinerante, le cose si complicano, la possibilità di conoscere coetanei per i ragazzi è molto bassa e non sempre negli alloggi che si scelgono possono esserci attività specifiche pero loro. Diventa quindi necessario stimolare l’interesse verso il luogo della vacanza, prevedendo anche tappe che soddisfino la loro curiosità e piacere.
In base all’esperienza del viaggio a Cuba di quest’anno (che vi racconterò nel prossimo articolo), sperimentando, ho individuato alcune fasi, che elenco di seguito, indicando cosa ho messo in atto, e quindi cosa si puo’ fare, per raggiungere il nostro obiettivo.
Preadolescenti in viaggio: come gestire le varie fasi
I fase: creare una motivazione (con l’immaginazione)
Giada ha quasi 13 anni. E’ già stata in Mar Rosso, Parigi, Canarie, Baleari, Mauritius, Zanzibar, Kenya, Maldive, Thailandia e Repubblica Domenicana. Dopo queste esperienze sa già cosa le piace, e quest’anno avrebbe voluto tornare per la terza volta alle Maldive e fare una vacanza stanziale.
Quando suo padre ed io scegliamo una meta per le vacanze, partiamo dalle offerte dei voli che si trovano, per le località che preferiamo visitare. Quest’anno una buona offerta su Cuba ci ha fatto scegliere questa meta, con la prerogativa di una vacanza itinerante per visitare qualche zona del paese. Le Maldive quindi sono state rimandate…
Ovviamente la notizia non è stata colta con entusiasmo perché la meta era diversa da quella che avrebbe desiderato, e anche il tipo di vacanza. E’ da mettere in conto, quindi, che l’entusiasmo con cui noi prenotiamo e ci pregustiamo la vacanza non corrisponda a quello del figlio adolescente.
Giada però non ha ancora la consapevolezza che la mamma cerca sempre di organizzare il viaggio con “empatia”, ovvero pensando a cosa le piace, pianificando in modo che possa anche lei entusiasmarsi e godere della vacanza oltre quello che può immaginare, e cercando di tenere in considerazione come ci si può divertire insieme..
Pertanto è importante, come prima cosa, cercare di rendere la vacanza appetibile ai nostri ragazzi, elencando tutte le cose che possono piacere a loro: nel nostro caso, le ho detto che avremmo alternato giorni di mare alle visite alla città, che il mare sarebbe stato bello quasi quanto quello delle Maldive, che saremmo andati a cavallo, che avremmo visto cittadine tutte colorate, che avremmo soggiornato anche in resort all inclusive, dove poteva prendere tutti i cocktail che voleva, godere della piscina e della varietà del buffet..
Altra cosa che so che a lei piace, è viaggiare con un aereo grande e pieno di intrattenimenti: l’ho quindi subito avvertita che l’aereo avrebbe avuto schermi personalizzati con film, giochi, ecc. e che avrebbe potuto così divertirsi anche durante il tempo del lungo viaggio. In realtà ha cominciato a divertirsi già durante il transfert, nell’attesa all’aeroporto di Parigi, dove ha trovato una stazione della playstation con cui giocare e avrebbe quasi desiderato che il ritardo che ha fatto l’aereo fosse stato anche piu’ lungo!
II fase: preparazione e coinvolgimento
Nella fase di preparazione, ho mostrato a Giada alcune immagini dei luoghi che saremmo andati a visitare e le foto degli alloggi che avevo prenotato, a volte coinvolgendola anche nella scelta tra alcune opzioni. Ho preferito alloggi che potessero rispecchiare il suo gusto; per esempio all’Havana ho prenotato case non troppo decadenti o retrò, in modo che avesse un buon impatto subito con una città che in certe zone sapevo essere piuttosto fatiscente o in degrado. Inoltre ho inserito nel nostro viaggio 2 tappe di qualche giorno in resort.
Poco prima di partire ho cercato qualche film su Cuba da vedere insieme, per esempio abbiamo visto “Lista d’attesa” e “I diari della motocicletta” (che l’hanno stimolata molto sulla vita di Che Guevara), e così abbiamo avuto modo di parlare anche un po’ del paese. Abbiamo inoltre letto insieme anche qualche notizia storica sulla guida, e con questi accorgimenti direi che abbiamo suscitato la sua curiosità.
Quindi importante, direi, coinvolgere nell’organizzazione quando possibile, e documentarsi per destare un interesse sul paese che si va a visitare e la cultura..
III fase: cercare di soddisfare alcuni desideri e inserire attività interessanti per loro
Nella stesura del tragitto di viaggio, ho scelto un percorso inverso a quello consueto, nell’ottica di “accontentare” quanto prima il desiderio di Giada della vacanza in un posto con un bel mare. Quindi, dopo la prima tappa con visita della città dell’Havana, ho previsto un soggiorno mare in un resort su un Cayo.. Qui ha potuto godere di un meraviglioso mare dalle tante sfumature di blu, e di tutte le comodità dell’all inclusive, delle giornate lunghissime in spiaggia, dove alternava la lettura sul lettino sotto una palma ai bagni in mare, un cocktail a uno schiuma party in piscina e ha potuto godere di un buffet con mille possibilità per il cibo.
Nelle tappe successive ho inserito sempre qualcosa che avesse per lei grande attrattiva: una mattinata a cavallo nella valle di Vinales
un volo sospesi nel vuoto con canopy (o zipline), appesi ad un cavo d’acciaio sulla meravigliosa Valle de Los Ingenios a Trinidad
e alla fine della vacanza ho previsto di nuovo un’altra tappa al mare..
Durante la visita nelle città o i trasferimenti alle varie spiagge, abbiamo preso, quando disponibile, l’autobus turistico hip on hip off, sedendoci al piano all’aperto e anche questo è piaciuto molto.
Oppure siamo andati in giro per mercatini, e a vedere attrazioni o musei particolari, per esempio all’Havana abbiamo visitato Fusterlandia, una zona di un quartiere, dove un artista di nome Fuster, ha tappezzato di mosaici e piastrelle tutte colorate la sua e le case degli abitanti, dando vita ad una meravigliosa opera d’arte a cielo aperto.
Quindi è importante cercare qualche attività o luogo un po’ eccitante, che si immagina possa piacere all’adolescente. Spesso anche solo prendere dei mezzi diversi da quelli consueti, come fare un giro col calesse, prendere un tuc tuc o un coco taxi, un risciò, una macchina d’epoca o anche girare in bicicletta può essere motivo di entusiasmo.
Attizzare il desiderio con la promessa di qualcosa che piace, serve a far imparare a rimandare il piacere, cosa sana ed educativa, che ormai è caduta in disuso, nella nostra epoca del “tutto e subito”.
IV fase: stimolarli a portare intrattenimenti come passatempo e per i tempi morti
Quando i bambini sono piccoli siamo noi mamme che pensiamo a tutti gli intrattenimenti per loro: album da colorare, carte, cartine, adesivi, pupazzi..o le cosiddette busy bag contenenti ogni tipo di cosa, per fare passare loro il tempo, in aereo, durante i trasferimenti, sulla spiaggia, nei momenti liberi.
Quando diventano ragazzi, ancora non hanno la concezione di organizzare il loro tempo, quindi occorre guidarli e farli riflettere su cosa piacerebbe loro fare per intrattenersi.
Noi solo da poco (un paio d’anni) non portiamo piu’ paletta secchiello e gonfiabili per la spiaggia; fortunatamente a nostra figlia piace leggere, cosa che aveva interrotto con l’inizio della scuola media, ma che proprio in occasione delle vacanze ha ripreso. Per la cresima, le è stato regalato, dietro suggerimento, un e-reader, modello Kobo H2O, resistente all’acqua e alla sabbia, che è molto comodo in viaggio perché fa risparmiare il peso dei libri in valigia. Prima di partire, oltre all’acquisto di alcuni libri, abbiamo anche attivato la possibilità di caricare per 14 giorni dalla biblioteca on line della nostra città, alcuni libri che le interessavano. Pertanto durante i lunghi viaggi in auto e sulla spiaggia, quello è stato il suo passatempo principale.
Per non avere troppo peso abbiamo dovuto fare una scelta tra tablet ed e-reader, e abbiamo privilegiato il secondo, ma ovviamente il primo potrebbe essere portato in alternativa, o altro dispositivo con giochi elettronici (chiarendo a priori, a mio parere, i tempi di utilizzo per evitarne l’uso eccessivo).
L’ho anche incentivata a cercare film che avesse piacere di vedere, che abbiamo poi scaricato sul telefonino, e anche questi sono stati un’alternativa alla lettura, insieme all’ascolto di musica e alla lettura di qualche, immancabile in vacanza, giornalino di Topolino. Un po’ meno usate, le parole crociate cartacee, il sudoku sull’e-reader, il gioco di unire i puntini o gli intrattenimenti del genere, ma qualche volta, tanto per cambiare ha fatto anche quelli.
Nei resort si trovano poi spesso il biliardo, le freccette, gli scacchi, per cui una partita ci scappa sempre.
Inoltre in aeroporto abbiamo trovato un divertentissimo librettino per ragazzi, dal titolo “Distruggi questo diario” (e ce ne sono altri della stessa autrice Kari Smith, come “Questo non è un libro”, “Come diventare esploratore del mondo” ecc…) con proposte veramente spiritose da fare in giro, che le è piaciuto moltissimo.
Rispetto alle difficoltà che pensavo di avere, soprattutto per i lunghi viaggi in auto (che mi spaventavano molto perché a casa non regge più di 2 ore in auto senza iniziare a lamentarsi), direi che le cose sono andate a gonfie vele!!!
V fase: passare tempo di qualità con il padre
Durante le vacanze c’è la possibilità di passare più tempo tutti insieme, ma soprattutto c’è la possibilità di trascorrerne di più con il papà, che magari durante l’anno, lavora ed è impegnato fino a tarda sera.
Se quando i bambini sono piccoli dovrebbe occupare tanto tempo il gioco col papà, a questa età la presenza del padre durante la vacanza può essere una proficua occasione per stimolare dialoghi , confrontarsi, parlare di avvenimenti, proporre insegnamenti o spunti di riflessione, anche partendo dalla realtà o dalle persone che si incontrano, sottolineare certi principi e ribadire l’importanza di certe regole e valori..senza trascurare il gioco e il divertimento insieme ovviamente.
Infatti, mentre con la madre è più frequente che in questa fase si sviluppino battibecchi o conflitti, il padre rappresenta ancor di più il riferimento normativo e l’argine per l’adolescente; è colui che dovrebbe traghettare il figlio verso l’autonomia, dall’infanzia al mondo adulto, e quindi è importantissimo che assuma il principale ruolo educativo.
Pertanto, se fosse accaduto durante l’anno che questi, anche involontariamente, avesse trascurato il suo ruolo, questa è l’occasione buona perché se ne riappropri e faccia godere il figlio della sua importante presenza, approfittando anche per conoscere meglio il nuovo essere che il figlio sta diventando..
Ovviamente è importante trascorrere del tempo di qualità anche tutti insieme, condividere esperienze al di fuori della quotidianità e divertirsi, per cimentare ancora di più i rapporti . E’ un periodo in cui devono imparare anche a prendere le misure, con la sicurezza che i genitori sono sempre presenti e sono saldi, per permettere loro di sperimentarsi.
Preadolescenti in viaggio: le mie conclusioni
Alla fine mi è andata molto bene! E per questo volevo condividere questi pochi accorgimenti e riflessioni, sperando che possano essere utili.
Ci saranno sempre comunque (e ci sono stati), durante la vacanza, i momenti in cui i figli adolescenti si lamenteranno, diranno che si annoiano, terranno il muso; i momenti che non va loro bene niente, che ci si urlerà dietro, che per partito preso non vorranno fare quello che vogliamo fare noi, ecc., ecc., ecc.. Bisogna metterlo in conto, è il loro “mestiere” a questa età…ma si è in vacanza e, come sempre, bisogna pensare che poi passa, basta guardare un bel paesaggio, rilassarsi nel modo che più ci piace, respirare…. e ricordare che anche noi siamo stati adolescenti…
Non so come potrà essere negli anni futuri, se le cose si complicheranno, se riuscirò all’occorrenza a tirar fuori qualcosa di efficace dal cappello, fin quando mia figlia vorrà continuare a viaggiare con noi.. Conto di leggere qualche altra esperienza di chi ci è già passato, per avere qualche idea, con la promessa comunque che io ci metterò tutto il mio impegno…
Perchè viaggiare insieme, in famiglia, è un grande piacere, un enorme ricchezza e una grandissima opportunità di crescita e conoscenza.
Per il momento mi godo quella che è stata la considerazione di Giada alla fine del viaggio:
“Questa vacanza ha superato le mie aspettative!”.
E allora..alla prossima vacanza figlia mia!
A presto per il mio racconto su Cuba! Lo troverete in questa pagina > Racconti di viaggio a Cuba con bambini
Patrizia
{testi e fotografie di Patrizia Pazzaglia}
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