Eccoci arrivati all’ultimo capitolo del diario di viaggio in Vietnam di Tiziana. Siamo nel nord del paese, al confine con la Cina, nella regione montuosa di Sapa: pronti a partire per un trekking tra le risaie e alloggiare in homestay?
Le prime tappe del nostro viaggio sono queste:
Vietnam con bambini: come organizzare un viaggio fai da te
Vietnam del nord: da Hanoi a Ninh Binh, passando per Halong Bay
L’ultima tappa del nostro viaggio è la regione montuosa intorno a Sapa.
Questa regione a nord del Vietnam è vicinissima al confine con la Cina e basta guardare i tratti somatici dei suoi abitanti per rendersene conto: qui vivono infatti diversi gruppi di minoranze etniche, ognuna con la propria lingua e con i propri usi e costumi.
Come arrivare a Sapa
Fino a qualche anno fa ci si arrivava con un treno notturno da Hanoi alla cittadina di Lao Cai (diverse compagnie ferroviarie private operano questa tratta) e da qui si prendeva un bus per gli ultimi km fino a Sapa.
Pur rimanendo valida questa opzione, da qualche anno è stata costruita una bella strada che collega direttamente Hanoi a Sapa, corse giornaliere di autobus impiegano circa 5 ore a percorrerla per un costo a testa di 15/16 dollari a tratta (circa la metà del costo del treno). Noi abbiamo scelto quest’ultima alternativa e abbiamo utilizzato la compagnia “Sapa Interline” per l’andata e “Sapa Express Bus” per il ritorno, entrambe ottime.
La costruzione della strada ha sicuramente dato un forte impulso al turismo dell’area, con i pro e con i contro che si possono immaginare!
Trekking in Vietnam con bambini: la nostra esperienza a Sapa
Io con Sapa ho avuto un rapporto di amore e odio.
L’ho odiata perché la cittadina è un cantiere unico, stanno costruendo strutture enormi, oltre a quelle già presenti, deturpando così il paesaggio. La cosa più brutta sono i bambini che inseguono i turisti: piccolini di 4/5 anni vestiti con i costumi tradizionali, la maggior parte di loro con un fratellino/sorellina neonata sulla schiena, cercano di venderti di tutto con le madri che li curano a distanza, alcuni piangono, sono una botta al cuore! La prima sera, mentre cenavamo sul terrazzo di uno dei tanti ristorantini sulla via principale, Benedetta ha visto un uomo che dava una sberla ad uno di questi bimbi ed è scoppiata a piangere per il dispiacere, dopo un secondo piangeva pure Anna ed è stata l’occasione per parlare con loro del fatto che in ogni paese c’è il bello e il brutto.
Nello stesso tempo l’ho amata profondamente perché appena esci dalla città ti si apre un mondo meraviglioso, tranquillo e con i campi verdi che più verdi non si può!
Ho amato la nostra guida Cho, della tribù Hmong, che ci ha raccontato tante cose sulla vita rurale, una ragazza di 24 anni con già 2 figli, li manda a scuola e crede nell’istruzione (che tra l’altro è gratuita) come tante altre sue coetanee.
Ci ha raccomandato di non comprare nulla dai bambini perché è un incentivo per i genitori a lasciarli sulla strada.
A Sapa c’è l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda gli alloggi, mentre per il trekking ci si può rivolgere ad una delle numerose agenzie presenti sulla via principale. Personalmente ho cercato di scegliere una realtà gestita il più possibile dalle minoranze in modo da far sì che il ricavato venisse reinvestito nella comunità: la nostra scelta è caduta sulle Sapa Sisters, un gruppo di ragazze di etnia Hmong che organizzano trekking di 1 o più giorni, sono molto efficienti e possono gestire anche l’acquisto dei biglietti del treno nel caso si decidesse di utilizzare questo mezzo. Segnalo anche l’agenzia Ethos che mi ha fatto un’ottima impressione, era in realtà la mia prima scelta ma nel momento in cui noi abbiamo fissato le date non avevano più guide disponibili.
Per quanto riguarda l’attrezzatura da trekking in paese ci sono moltissimi negozi che vendono di tutto, sia abbigliamento che zaini e scarpe da montagna, quasi tutto della marca “North Face” o, come la chiama qualcuno, “North Fake”! Non so se le cose siano originali o meno, pare che la produzione di questo marchio sia in effetti localizzato in Vietnam, in ogni caso materiali e cuciture sembrano ottimi. Anche per il post trekking si sono sviluppati diversi servizi, dalle lavanderie (che lavano perfettamente anche le scarpe) ai vari centri di massaggi.
Per il nostro trekking abbiamo scelto l’opzione di 2 giorni e una notte con pernottamento a casa della guida e della sua famiglia.
Il percorso è totalmente personalizzabile, di fatto si cammina attraverso la Hmong Valley che si sviluppa ai piedi di Sapa; la nostra guida Cho ci ha indicato sul momento le diverse opzioni di lunghezza/durata, visto che le bambine erano cariche e il tempo soleggiato abbiamo scelto di percorrere 12 km il primo giorno e 5 km il secondo.
Appena partiti dalla città vi si accoderanno gruppi di donne con lo scopo di vendervi alcuni dei loro prodotti artigianali (abbastanza cari), in teoria basterebbe dire subito che non si ha intenzione di comprare nulla. Nel nostro caso, nonostante l’avessimo ribadito più volte, 2 irriducibili ci hanno detto che dovevano comunque fare quella strada e quindi venivano con noi, sono state in ogni caso discrete e in alcuni passaggi hanno dato un aiuto alle bimbe tenendole per mano, e alla fine ci siamo sentiti in obbligo di acquistare 2 braccialettini come ringraziamento.
I sentieri sono in buono stato anche se in alcuni tratti un po’ fangosi, siamo stati fortunati con il tempo ma non oso immaginare come possano diventare scivolosi in caso di pioggia.
Abbiamo camminato in uno scenario meraviglioso, Cho è stata davvero dolcissima con le bambine, i campi e i terrazzamenti di riso sono di un verde intenso, a settembre di solito si procede con il taglio quindi li abbiamo visti al loro massimo splendore.
Qua e là si incontrano bufali e contadini al lavoro, abbiamo attraversato torrenti, foreste di bambù e i piccoli paesi che punteggiano la valle, abitati anche da altre minoranze; nelle soste Anna e Benedetta hanno incontrato bambine della loro età con cui hanno cercato di comunicare.
La vita nelle risaie ai nostri occhi è un po’ sconvolgente, c’è molta promiscuità uomo-animali, piccoli bimbetti nudi corrono nei cortili insieme ai polli e vanno in gruppi di 2 o 3 alle cascate a fare il bagno, diciamo che si crescono da soli.
Nel tardo pomeriggio del primo giorno arriviamo finalmente alla casa della nostra guida dove ci accoglie tutta la famiglia che qui è intesa come famiglia allargata: nonni, fratelli, sorelle, cognati e figli vivono e mangiano tutti insieme.
Il pernottamento in homestay è sicuramente un’esperienza ma bisogna sapersi adattare: la casa aveva un unico ambiente centrale sopra il quale era stato ricavato un soppalco con a terra dei bassi materassi (duri e scomodi): visto che quella notte c’eravamo solo noi e una coppia di simpatici tedeschi, ognuno si è preso un lato del soppalco. Il bagno è esterno e ovviamente in comune con tutta la famiglia, alla sera abbiamo cenato tutti insieme, l’ospitalità è stata davvero eccezionale, si sono prodigati tutti perché stessimo bene, ci hanno cucinato persino le patatine fritte!
Il giorno seguente, dopo una colazione a base di banana pancakes, proseguiamo verso il fondo valle per circa 3 ore fino al villaggio di Giang Ta Chai abitato dei Red Pao: qui pranziamo e raggiungiamo la strada dove ci aspetta un bus per Sapa. Essendo tutti un po’ stanchini ci rilassiamo con doccia, massaggio e cena.
Oltre al trekking nell’area intorno Sapa è possibile visitare anche dei mercati locali frequentati dalle minoranze: informatevi prima perché generalmente si tengono una volta a settimana e noi per questo, non essendo lì nei giorni giusti, non siamo riusciti a vederli. I più famosi sono sicuramente il mercato di Bac Ha che si tiene ogni domenica e il mercato di Coc Ly che si tiene ogni martedì.
Le nostre ultime tappe in Vietnam
Per il nostro ultimo giorno a Sapa, cerchiamo di sfruttare la mattinata visto che il nostro bus per Hanoi parte nel pomeriggio. Ci accordiamo con un taxista che resta a nostra disposizione per 3-4 ore e che ci porta a vedere le ultime cose che mi ero segnata nei dintorni.
La prima tappa è il Tram Tom Pass, un passo a 2000 metri che collega la valle di Sapa alla valle di Mu Cang Chai.
Questa valle era stata un mio pallino durante l’organizzazione dell’itinerario, è una zona ancora poco turistica con dei paesaggi pazzeschi e mi sarebbe piaciuto arrivare a Sapa passando da questo lato, purtroppo ho dovuto rinunciare perché essendo mal collegata richiedeva più giorni di viaggio. Se voi avete più tempo a disposizione provate a guardare le immagini su google e poi fateci un pensierino!
Tornando verso il paese facciamo altre 2 soste ad altrettante cascate: la Love Waterfall e la Silver Waterfall.
La prima si raggiunge con una camminata di circa mezz’ora in un contesto montano, c’è il sole e fa caldo ma comunque si sta bene perché non è afoso. Seguendo il fiume si arriva a questa enorme cascata con delle pozze dove volendo si può fare anche il bagno.
La seconda invece è direttamente sulla strada ed è possibile salire circa 150 gradini per arrivare ad un ponticello di ferro da dove si può avere una visuale migliore.
Si conclude così questa splendida vacanza, il bus per Hanoi ci aspetta e da lì il nostro volo per l’Italia.
Trovate tutti gli articoli a questo link: VIETNAM BY TIZIANA
Tiziana
{testi e fotografie di Tiziana Balatti}
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Grazie Tiziana per questi splendidi articoli, prenderò molti spunti per il nostro viaggio di quest’estate!
Grazie a te per averli letti, sono contenta se la condivisione di informazioni può facilitare i nostri viaggi in famiglia! 🙂