Continua il diario di viaggio in Namibia di Alessia (con Giulia di 3 anni) che oggi ci racconta le immense emozioni provate di fronte agli avvistamenti di animali che questa avventurosa vacanza le ha regalato.
Ho già raccontato in questi articoli il nostro meraviglioso viaggio in Namibia:
- Viaggio in Namibia: come organizzare un on the road con i bimbi
- Diario di viaggio in Namibia: l’arrivo al Tropico del Capricorno
Oggi vi racconto invece i bellissimi incontri con gli animali della Namibia…
Gli animali della Namibia e il ruggito del leone nell’Etosha National Park
Il 22 agosto, dopo 300 km di strada percorsa, giungiamo finalmente nel tanto atteso Parco Etosha…
Prima dobbiamo sbrigare le nostre solite commissioni, quindi, arrivati a Outjo, passiamo da un gommista convenzionato che ci dà la pessima notizia che la gomma del fuoristrada è irreparabile e ci tocca acquistarne una nuova (2020 dollari namibiani).
Dopo aver fatto provviste al supermercato della piccola cittadina e pranzato alla ben fornita Outjo Bakery, arriviamo all’Andersson’s gate. Il momento dell’entrata è emozionante e, come in ogni parco africano, facciamo la foto di rito, ma ancora più emozionante è vedere Ombika (una pozza naturale) letteralmente invasa da animali:
…gnu, impala, springbok, zebre, giraffe, Kudu e soprattutto elefanti, in questo momento mi sento davvero ne “La mia Africa”…
Il pomeriggio lo dedicheremo all’osservazione naturalistica seduti comodamente alla waterhole di Okaukuejo (1100 NAD due notti). E come nella migliore delle tradizioni, al tramonto, arriva un gruppo numerosissimo gli elefanti: sono una quindicina, che ci intrattiene con le sue elaborate abluzioni. La sera, all’interno del campo, gli sciacalli vanno in cerca di avanzi di cibo.
L’alba in Namibia mi regala il suono che più desideravo udire: il ruggito del leone, il richiamo inconfondibile che ricorda a tutti gli abitanti della savana chi è che comanda! A Nebrowni il nostro primo incontro con il felino più fotografato del mondo: una leonessa si è impossessata della pozza e pigramente dorme accucciata vicino a un grosso masso. Un solo predatore è in grado di tenere in scacco parecchie decine di animali assetati che rimangono vigili in attesa di poter bere. A Gemsbokvlakte assistiamo alla scena più divertente della giornata: un leone e due leonesse sonnecchiano avvinghiati accanto alla pozza quando, in lontananza, sbuca da un bosco di mopane un imponente elefante. Il pachiderma procede lento e tranquillo e arriva alla pozza presidiata impunemente dai tre felini: basta un potente barrito e una scossa del testone a far capire che la pozza ora è di esclusivo utilizzo. Le due leonesse intimorite si allontanano mentre il leone si sposta semplicemente un po’ più in là.
Nel giorno del mio compleanno arriviamo ad Halali che sarà la nostra casa per un paio di notti. La pista attraversa un’ampia zona di prateria. Sono ormai le dieci, momento e luogo ideale per andare a caccia di ghepardi, monitoriamo i gruppi di impala e springbok per avere qualche indizio, ma nulla, siamo proprio sfortunati. Il regalo più bello della giornata lo riserva però Rietfontein, dove osserviamo le tecniche di caccia di una leonessa.
Gli avvistamenti si susseguono numerosi: elefanti, zebre, antilopi, kudu e finalmente numerosi alcefali e anche un dikdik nascosto tra i cespugli.
L’ultimo giorno nel parco iniziamo a sentire quella sensazione strana che ci accompagna durante gli ultimi giorni dei nostri viaggi in Africa, una sorta di malinconia. La giornata inizia male perché a Springbokfontein si buca la terza gomma, è mattino presto e siamo davanti ad una pozza: che tempismo perfetto la sfiga! Osserviamo intorno a noi in cerca di pericoli ma gli animali sono tranquilli e non avverto particolari segni di nervosismo, quindi scendiamo e iniziamo le operazioni. Molti ci guardano quasi divertiti, fortunatamente arriva un signore francese che si offre per darci una mano, e così in tempo record, degno di un pit stop, cambiamo la ruota.
Ringraziamo e proseguiamo lentamente verso Namutoni. La sosta a Namutoni è breve ma intensa: dopo un gelato, alla pozza ci godiamo quello che è probabilmente l’ultimo bagno di elefanti che vedremo. Il momento dell’uscita dal parco è malinconico, la promessa che facciamo a noi stessi è che non è un addio ma solo un arrivederci, perché in questo parco meraviglioso torneremo.
Il Tamboti Camp (440 NAD una notte) è un bellissimo campeggio situato in una zona boscosa all’interno della vasta proprietà dell’Onguma Lodge, c’è la solita piccola piscina dove passiamo il resto della giornata. La piazzola è molto ben attrezzata c’è un ablution block a disposizione esclusiva con tutte le comodità, ma siamo stanchi e non ci facciamo sfuggire l’opportunità di cenare a lume di candela sulla terrazza sopra la piccola pozza.
I ghepardi del Chetaah Conservation Fund
La Namibia è il paese che ospita un terzo dei ghepardi rimasti al mondo, ma noi non ne abbiamo visto neanche uno, quindi la prima destinazione di oggi è il Chetaah Conservation Fund. Il nobile scopo di questa organizzazione è non solo salvare i ghepardi feriti o catturati per cercare di metterli in libertà, o crescere in cattività quelli che sono rimasti orfani troppo piccoli per riuscire ad imparare a cacciare, ma è quello di cercare nuove strade per far convivere uomo e ghepardo in modo non conflittuale.
La visita inizia con l’assistere al pasto giornaliero dei ghepardi tenuti in cattività. Un’energica ragazza spiega le finalità del centro, le attività e racconta la storia degli otto ghepardi ambasciatori; spiega inoltre le caratteristiche e le abitudini di questi splendidi animali. Segue il game drive per incontrare da vicino i ghepardi che vivono nella proprietà del centro (certo vederli in natura dà un’altra emozione), poi veloce visita al centro di addestramento dei cani da pastore. Lasciamo il CCF con un gran peso sul cuore e con l’augurio che riesca nel suo complesso e difficile intento: salvare i ghepardi.
Arriviamo al Waterberg Wilderness Lodge (720 NAD due notti) nel tardo pomeriggio. Giusto il tempo di una breve passeggiata nei dintorni e poi cena. La piazzola ha un tavolo con panche sotto una pergola, un braai in muratura e il punto acqua, bagno e doccia esclusivi sono a poca distanza e condividono la stessa struttura con altre tre piazzole.
Per la visita al Plateau siamo accompagnati da una guida del lodge in compagnia di una dozzina di persone. Giulia, contro tutte le previsioni, è stata bravissima ha fatto tutto il trekking senza mai fiatare o venire in braccio. Solo al ritorno, nell’ultimo tratto, era stremata e l’abbiamo portata a cavallo un po’ per uno. Il panorama la lassù è splendido ma non avvistiamo animali, in compenso la guida ci racconta numerose curiosità sulle piante che incontriamo.
Rientrati dal trekking, facciamo una sosta al bar del lodge per rinfrescarci con una birra, ma purtroppo Giulia cade da un gradino e si ferisce malamente un ginocchio. Sarà il sangue, saranno le urla, ma mi faccio tutto il tragitto fino al campeggio di corsa per recuperare il kit del pronto soccorso; fortunatamente la ferita è meno peggio di quel che pensavo e in pochi minuti la piccola viene medicata e torna pimpante.
Il pomeriggio lo dedichiamo al Rhino Drive all’interno della proprietà, deludente per la quantità di avvistamenti ma emozionante per l’incontro a piedi con i due rinoceronti bianchi maschi: sono vicinissimi e tranquilli, ma occorre comunque cautela.
La sera rimaniamo a lungo silenziosi ad osservare le fiamme che danzano nella notte: domani inizia la strada del rientro. Giulia dorme e io, seduta sul bordo della tenda, confesso, piango un po’, solo poche lacrime d’emozione e di amore per questa terra così straordinaria, appassionante, ricca ma anche così sfortunata, depredata, malata.
Il viaggio di rientro…
Sistemiamo al meglio tutta l’attrezzatura che non ci servirà più e iniziamo ad imbastire i bagagli, poi stasera in guesthouse finiremo il lavoro. La strada è lunga ma scorrevole e in poco più di tre ore siamo nuovamente alla Rivendell (980 NAD doppia con bagno una notte) dove ci sistemiamo nella camera e usciamo a caccia di una gomma usata.
Dopo una serie di inconvenienti e un seccante passaggio dall’ufficio del noleggiatore andiamo a pranzare e a fare un po’ di acquisti nel Namibian Craft Centre. Stanchi e depressi per il problema della gomma che ci costerà altri 1350 NAD rientriamo a casa, io faccio i bagagli e per distrarmi dall’incombente depressione da viaggio di rientro mi riconnetto con il mondo, controllo mail, chiamo i miei.
Abituati ai ritmi della natura, alle sei e mezza siamo svegli…il problema è che la colazione l’abbiamo richiesta alle otto! Cerchiamo di tirarla per le lunghe, Giulia protesta, ha fame. Divoriamo il buffet che ci hanno preparato e alle 10 siamo pronti per riconsegnare l’auto, ma prima dobbiamo rabboccare il serbatoio. La consegna dell’auto va a rilento: dobbiamo rispiegare al ragazzo del controllo tutta la storia delle gomme, cerchiamo di negoziare ma sono inflessibili! Come ho già accennato nel primo articolo sull’organizzazione del viaggio,, siamo molto amareggiati dalla situazione: ci hanno consegnato un’auto con quattro gomme usurate e due di scorta nuove e gliela stiamo consegnando con quattro nuove, una riparata e una usurata. La prossima volta saremo più accorti: a conti fatti abbiamo speso quanto avremmo speso con la loro costosa assicurazione.
Il viaggio per l’aeroporto procede tranquillo, il volo decolla con mezz’ora di ritardo, ma recupererà in volo. Per quattro ore non levo lo sguardo dal finestrino perché mi voglio godere fino all’ultimo istante questa terra: sorvoliamo il delta dell’Okavango, il Chobe, le Vic falls, rivederli dall’alto risveglia in me splendidi ricordi, poi Zambia, Tanzania e Kenya.
Arriviamo a Malpensa stanchi dopo un volo intercontinentale notturno…
Un brivido alla consegna bagagli perché del nostro seggiolino non c’è traccia, ma scopriamo che questi bagagli li consegnano al desk “fuori misura”… ritiro auto, sosta autogrill, autostrada, casa… nostalgia tremenda nostalgia dell’Africa.
Trovate tutti i miei articoli a questo link: NAMIBIA BY ALESSIA
Alessia
{testi e fotografie di Alessia Giocchino}
{foto di copertina di Luc Conhen/Shutterstock}
Per saperne di più > Viaggiare in Namibia con bambini: tutti i nostri tracconti
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