Valencia è una meta molto gettonata dalle famiglie Globetrotter per “rompere il ghiaccio” del primo viaggio in famiglia, per capire cosa significa viaggiare in 3. Ma anche una viaggiatrice esperta come Cinzia l’ha scelta per un bel weekend lungo con i suoi ragazzi di 12 e 16 anni. Ecco il loro bellissimo viaggio a Valencia.
Finalmente si parte per Valencia, primo approccio con la Spagna. Come al solito siamo papà Alberto, mamma Cinzia, Matteo il diciasettenne ed Amanda, la quasi dodicenne.
Dopo una giornata di scuola per i ragazzi, ci rechiamo all’Aeroporto di Trieste che, come in pochi sanno, in realtà sta in provincia di Gorizia, precisamente a Ronchi dei Legionari.
Parcheggiamo la macchina al nuovissimo parcheggio RonchiPark, a soli due minuti dall’aeroporto: per 4 giorni e mezzo ci viene richiesto un corrispettivo di 21,00 euro.
Dopo il controllo bagagli, si sale sul nostro primo volo Ryanair.
Arriviamo a Valencia in tarda serata e, vista l’ora, prendiamo un taxi (30 euro), per raggiungere il nostro albergo, situato vicinissimo alla città della scienza. Visto che siamo venuti a festeggiare i 12 anni di Amanda ed il nostro 21esimo anniversario di matrimonio, abbiamo deciso di alloggiare all’AC Hotel (della catena dei Marriot) in Avenida de Francia.
WEEKEND A VALENCIA CON ADOLESCENTI:
A SPASSO PER IL CENTRO CITTA’
Abbiamo programmato di raggiungere il centro di Valencia con l’autobus: infatti proprio davanti all’entrata dell’albergo ferma la linea 19 che porta in centro a Plaza de l’Ayutamiento, la nostra destinazione per farci emettere la Valencia Card combinata con l’entrata per l’Oceanografico, l’Emisferico ed il Museo della Scienza. Grazie a questa carta tutti i mezzi presi non li abbiamo più pagati e siamo entrati in tutti i musei comunali gratis ed avuto sconti un po’ ovunque.
Ci dirigiamo verso La Lonja, il vecchio mercato della seta, un gioiellino architettonico a due passi dal mercato centrale, dove ci siamo persi tra tutte le bancarelle, una più bella dell’altra, e dove abbiamo acquistato delle prelibatezze culinarie. Si passeggia volentieri per il centro, tutto è vicino, colorato e vivace.
Raggiungiamo la Cattedrale. Molto bella, grande e con un Museo molto interessante. L’entrata (Euro 7,50 adulti, 5.50 ridotto bimbi, gratis fino ai 3 anni), con la Valencia Card viene scontato del 15%. I ragazzi a bocca aperta per gli ori contenuti al museo, rimangono delusi invece dall’esposizione di quello che, secondo i Valenciani, è ritenuto il Santo Graal. Dopo il museo decidiamo di pagare anche il biglietto per salire alla torre della Cattedrale e di affrontare i 207 gradini a chiocciola. Un’impresa non da poco, ma da sotto l’ultima delle campane si gode di un panorama a 360 gradi (entrata alla torre E. 2,00 per gli adulti – E. 1,00 il ridotto – gratis fino ai 3 anni).
Tocca fare una pausa a Plaza de la Virgen, gradevole spazio dove si affaccia un’altra chiesa e vari palazzi. Davanti alla fontana ci gustiamo l’Horchata e dei gelati.
Dobbiamo riprendere le forze perché ci aspetta la Torre del Serranos poco distante, ma che ha altre scale da affrontare. Amanda commenta con: “adesso ho capito perché i valenciani sono tutti in forma”. Anche dalla Torre del Serrano si ha una bella vista. I ragazzi cercano di immaginare come avrebbero dovuto essere le mura che partivano da questa torre.
Decidiamo di tornare in centro passando per le piccole calli e viuzze che stanno ai piedi della torre. Amanda e Matteo si divertono ad immortalare i vari graffiti e murales dipinti dai ragazzi dei centri sociali. E’ come girare in mezzo ad un museo di arte moderna a cielo aperto.
Osservandoli io e mio marito ci rendiamo conto di quanto stia cambiando il nostro modo di viaggiare negli anni, stanno crescendo e sono attirati sempre più da cose diverse.
Senza rendercene conto, se non perché piedi e cosce sono piuttosto doloranti, siamo di nuovo in centro, percorriamo gli ultimi 50 metri che separano Plaza de l’Ayutamiento da Plaza de Toros. Potevamo non vedere la Estacion del Norte? Naturalmente no! Dall’esterno è molto particolare, decorata con agrumi e belle vetrate, mentre entrando la stazione ricorda quella di Trieste, più o meno gli anni di costruzione sono quelli.
LE NOSTRE SENSAZIONI A PLAZA DE TOROS
A fianco della stazione c’è la vera Plaza de Toros, l’arena dove ancora oggi vengono tenute le corride. Non capiamo subito da dove si entra per visitare il museo e l’arena, ma siamo testardi e non molliamo. Anche qui abbiamo usato la Valencia Card e ci hanno fatto lo sconto del 20% pagando 12 euro tutti e quattro. Per prima cosa è previsto l’accesso agli spalti dell’arena dove abbiamo assistito agli allenamenti dei giovani (maschi e femmine) toreri, tra gli altri anche il figlio del Torero istruttore che avrà avuto 3 anni, ma già aveva delle movenze eleganti anche se buffe.
Ci godiamo lo spettacolo prima di salire al museo. Sulla scala le foto dei toreri, busti impagliati dei tori, in cima le due sale dove sono esposti gli abiti di alcuni dei più conosciuti toreri che si sono esibiti a Valencia. Come fine della visita entriamo nella sala dove viene proiettato un filmato che celebra la Corrida. La parte della vestizione, della preparazione, dei festeggiamenti è molto interessante, ma a mio avviso non portate i bambini a vederla perché alla fine fanno vedere proprio come ammazzano il toro. Sia Amanda che io eravamo con le lacrime. Ero consapevole che la corrida, specie se con la matada, era violenta, ma vedere da vicino cosa succede è come un colpo al cuore.
I nostri ragazzi sono piuttosto grandi e vogliamo che si rendano conto da soli di quello che li circonda e quindi li abbiamo portati, ma non l’avremmo fatto se fossero stati più piccoli. Entrambi hanno deciso di non assistere mai ad una corrida.
Ancora un po’ scossi andiamo a cena in un locale della solita Plaza de l’Ayutamiento dove proviamo l’hornazo e un bocadillo al jambon de serrano.
LA VISITA AL MUSEO OCEANOGRAFICO
Il giorno seguente andiamo a fare colazione al Pan de Pans, a metà strada tra l’albergo e la città della scienza. 2 zumo de melacoton, 2 cafè y leche e 4 napoletanes per 10 euro e spicci. Il programma della giornata prevedeva la visita dell’Oceanografico, dell’Emisferico e del Museo della Scienza. Invece abbiamo trascorso tutta la giornata all’Oceanografico.
Siamo entrati alle 10.30 ed a suon di stare con il naso incollato alle vasche, alle voliere ed ai laghetti la giornata è volata. Alle 15, sorpresi da una pioggia improvvisa, ci rintaniamo in uno dei bar al coperto, dove rimaniamo un’oretta. Un tè, un caffè, un pacchetto di patatine ed una crepès 9 euro.
Alla sera ci coccoliamo: ci concediamo al ristorante La Pepica, un’ottima paella valenciana e gustarla dove mangiò anche Ernest Hemingway non è da poco.
LA GIORNATA AL BIOPARCO E AL MUSEO DELLA SCIENZA
Il giorno del nostro anniversario e del compleanno di Amanda ci dirigiamo al Bioparco dove trascorriamo tutta la mattina. Gli spazi sembrano adeguati per gli animali, solo al recinto degli oranghi, guardando negli occhi un orango femmina ci è venuto il magone. Sembrava triste come un detenuto in cella.
Altra tappa obbligatoria la Tienda del Bioparco e qua si acquista il peluche di un lemure dalla coda anellata poiché Amanda colleziona peluches. Anche qua sconto del 15% sugli acquisti con la Valencia Card.
Di fronte c’è la cittadella della scienza e ci rechiamo al Museo della Scienza Principe Felipe. Interessante per tutte le età. Matteo ed Amanda avevano continui riferimenti a cose studiate lei alle elementari e medie, lui anche alle superiori. Giochiamo e sperimentiamo. Stiamo quasi fino a chiusura.
L’ultima giornata, prima di ripartire, pensavamo di trascorrerla al mare, invece abbiamo cambiato programma.
Visitiamo il centro commerciale di fronte all’albergo “La Corte Engles” di cui vediamo solo tre piani altrimenti la giornata non ci basta. Molto ordinato. Giriamo per le vie dei dintorni, un po’ di foto ed alle 12 andiamo all’Emisferico. Vediamo la conquista dello spazio. E’ emozionante, per quanto non sia in 3d, come quello dei dinosauri, sembra di stare in mezzo alla scena grazie alla proiezione sulla cupola. A causa di questo filmato ora abbiamo la richiesta sia di Amanda che di Matteo di andare alla mostra di Milano della Nasa: a quanto pare è piaciuto!
Questa volta decide Matteo cosa mangiare: sceglie messicano quindi si va da Taco’s Bell. Per essere un fast food, non è male, ma la cosa bella è che abbiamo mangiato su un terrazzo con vista sulla città della scienza.
Ultimo giro sul greto del Turia, bellissimo parco con tanti playground, spazi per cani, per fare attività fisica. Non abbiamo raggiunto il parco di Gulliver, perché l’età dei nostri figli era forse non adeguata.
Sono arrivate le 16 e ci dirigiamo verso il capolinea della linea verde n. 5 Marìtim Cèreria che ci porta dritti dritti all’aeroporto. Ultimo utilizzo della nostra Valencia Card.
Alle 18.55 si riparte alla volta di Trieste con la promessa di ritornare ed il desiderio di Matteo di venirci anche da solo con gli amici o di provare a farci l’Erasmus. A noi Valencia ha lasciato la voglia di tornarci, ma il mondo è grande e la lista dei viaggi da fare è lunga, sempre più lunga.
Ciao, ciao Valencia.
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Cinzia
{testi e fotografie di Cinzia Zagar}
{foto di copertina di Valencia by Lana_May via Shutterstock}
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