Preparatevi perché il diario di viaggio di Gloria sul suo viaggio on the road in Portogallo con Olivia (3 anni) vi farà venire una gran voglia di partire! Le regioni dell’Alentejo e dell’Algarve devono essere incredibilmente belle!
“…per raggiungere Monsarraz il navigatore ci fa fare stradine di campagna e io, non dico nulla per paura che mio marito cambi le impostazioni, sono così felice di godermi quel luogo sospeso nel tempo che è l’Alentejo. Km e km di strade in mezzo ai campi dorati, ogni tanto qualche vacca al pascolo, corsi d’acqua che scorrono fra basse colline dorate punteggiate di querce da sughero. Viali di eucalipti, mucchi di sughero….. l’Alentejo per me è poesia…”
Portogallo on the road con bambini
LA REGIONE DI ALENTEJO
Facendo base nella zona Alfeizerao abbiamo visitato le seguenti tappe.
San Martinho do Porto, vicinissimo a casa, è andato bene per un’ora di spiaggia per far sgranchire le gambe ad Olivia, 3 anni; avessi dovuto farmi influenzare da ciò che vedevo, avrei ripreso l’aereo per rifugiarmi sui monti. Spiaggia affollata, tipica località balneare, di quelle che mi fanno venire gli esantemi solo a vederle in foto.
Alcobaca, Batalha e Tomar: non perdetene nessuna delle tre, è possibile un biglietto cumulativo, non è necessario visitarle lo stesso giorno per poterne usufruire.
Monastero di Alcobaca, arriviamo piuttosto presto, la piazza è ancora poco popolata e permette di goderne a pieno. Chiostro e cucine valgono la visita.
Tomar è un’imperdibile Roccaforte dei Templari, il convento dell’Ordine di Cristo è davvero una perla, in particolar modo la Cappella, senza nemmeno troppo sforzo si riescono ad immaginare i Cavalieri in uniforme riunirsi in preghiera in questa chiesa circolare. Segnalo nel bel parco sotto al convento con area picnic e un bellissimo playground perfetto per pranzo e ora d’aria.
Batalha, una ricchezza di decorazioni che esplode nel centro della cittadina. Menzione d’onore per la Cappella Incompiuta, abbiamo avuto il privilegio di essere soli per qualche minuto all’interno, alzando gli occhi, nuvole bianche si rincorrevano nel tipico cielo blu portoghese come fosse un video proiettato in una preziosa cornice, è stato magnifico.
Obidos è molto turistica, ma, andando con lo spirito giusto, vale la visita. Soprattutto allontanandosi velocemente dalla commerciale via centrale si possono scovare angoli di una bellezza disarmante, le case imbiancate a calce con i tipici bordi blu o gialli, le buganvillea in fiore, i ciottoli. Se non poteste inserire nell’itinerario i villaggi dell’Alentejo è una buona alternativa.
Foz do Arelho (poco distante da Obidos), zona bellissima di lagune che si formano nella zona della foce nell’oceano. Peccato l’esagerata concentrazione umana perché il luogo merita assolutamente una visita, da un lato le placide lagune dall’altro l’oceano impetuoso.
Praia Vale Furado: qui mi si spalanca il cuore, l’oceano che cercavo, di cui mi sono follemente innamorata l’anno passato in Bretagna e che morivo dalla voglia di rivedere. E’ freddo, gelido, come lo ricordavo…non importa ,ci lanciamo. Scogliere color ocra illuminate ad arte dal sole, spiaggia immensa, la leggera nebbiolina proveniente dalle onde decise, che crea un effetto fantastico. Non sarei più andata via, so che l’invidia è peccato capitale, ma ho invidiato profondamente il proprietario della villetta gialla, a picco sulla scogliera, con le ortensie azzurre che si godeva il tramonto dal terrazzo di casa.
Il caldo qui si fa sentire, ma una leggera arietta ci aiuta a sopportarlo senza difficoltà. Monsarraz è eccezionale, non per la ricchezza di siti importanti, ma per la sua bellezza, semplice e candida. Ho una fotografia negli occhi, una casetta bianca, bassa, con un albero storto che fa da cornice alla panchina sottostante, non mi vergogno a dire che gli occhi sono diventati lucidi. Perdersi nelle sue viette è il miglior modo per goderselo. Ho scelto un hotel con piscina ad Evora per permettere ad Olivia di scatenarsi un po’, non essendo andati al mare, e a noi di rinfrescarci, confermo essere stata un’ottima scelta. Evora devo essere onesta, mi delude, è una bella cittadina, il tempio di Diana sorprendente soprattutto per la sua posizione nel centro cittadino ma rispetto al villaggio visto in precedenza, manca di fascino, forse perché più grande, più turistica, più commerciale.
Ad Avido, dopo una passeggiata, prima di ripartire decidiamo di entrare in una chiesetta, all’interno una donna sulla sessantina mi dice qualcosa, si avvicina e inizia a raccontarmi…. Non parlo il portoghese e lo capisco poco, ma riesce a spiegarsi comunque, dalle sue parole trapela il legame con la sua terra e con il suo luogo di culto. Mi racconta che in molte chiese ricoperte di Azulejos, venivano messe delle mattonelle diverse, in modo disordinato, che non sono un rattoppo o uno sbaglio, ma la dimostrazione che l’uomo non è perfetto al cospetto di Dio. Mi racconta del terremoto che seppure facendo incrinare le colonne non le ha spezzate, dei dipinti opera di artisti toscani, di suo figlio, della volta in cui ha visitato la Toscana…. E guardando Olivia, nel pieno della sua energia, mi dice no problema, em una crianca…. Non so il suo nome, ma quella mezz’ora con lei è stata l’essenza del mio viaggiare, ero commossa, scoprire uomini, scoprire luoghi. Nel giorno del lutto nazionale per la tragedia di Genova mi trovavo qui ad essere immensamente grata di poter viaggiare con la mia famiglia.
Il termometro dell’auto inizia ad essere impietoso….. questa è una tappa su cui ho molto meditato, e su cui mi sono fatta mille scrupoli, qualcuno me l’aveva addirittura sconsigliata. Avevo sentito del caldo cocente spingendosi ai margini dell’Alentejo praticamente al confine spagnolo, ma, la voglia di vedere questo pezzo di Portogallo, che già prima della partenza, sentivo che mi avrebbe conquistata, ha avuto il sopravvento.
Ed eccoci a Mertola, 41 gradi Celsius…. Un villaggio bianco, accecante, costruito su un’altura, sormontato da un castello (come in moltissimi di questi villaggi che rivestivano in passato un ruolo strategico nella difesa del territorio dalle invasioni spagnole), con ai piedi un placido corso d’acqua. La contaminazione dei popoli che hanno abitato questo territorio è evidente…..la Igreja fu tempio, poi moschea e ora Chiesa. Passeggiare fra i suoi vicoli ti fa sentire sospeso nel tempo, andateci, so che non sarete delusi.
LA REGIONE DELL’ALGARVE
Sistemazione perfetta a Salema, vicina a Sagres, camera tripla dotata di cucina, vista piscina e mare.
Per una scelta logistica (mancanza di tempo) e soprattutto di gusti , essendo agosto, ho deciso di concentrarmi sulla parte di Algarve che ero sicura sarebbe stato più adatto a noi, ovvero quello che da Sagres va verso la costa vicentina. Ci concediamo un solo pomeriggio nella zona di Lagos, per vedere la Punta de Piedade, Praia do Camilo e Praia Dona Ana. Questa zona è naturalisticamente una meraviglia, falesie color ocra, agavi in fiore, archi scavati da vento e oceano, spiaggette raggiungibili tramite lunghe scale… ma la ressa è insopportabile in questo periodo, e l’uomo ha profondamente violentato la natura con una speculazione edilizia vergognosa.
Tutta altra musica per la costa che da’ sull’oceano Atlantico.
Fortaleza di Sagres, il biglietto vale la vista che si ha… quindi sì andateci. E proprio lì’ vicino non perdetevi Cabo st. Vicente sia di giorno che al tramonto. In passato si pensava che il tramonto in questo luogo fosse sacro proprio per la sua bellezza, consiglio assolutamente di vederlo, programmatelo bene perché la coda di auto in sosta è davvero lunga, rischiate di perdervi il momento in cui il sole bacia l’oceano mentre cercate parcheggio. Proprio sulla strada che da Sagres va al Cabo fermatevi alla Praya do Beliche, davvero incantevole.
Carrapateira, Praia da Bordeira e Praia do Amado. Questa zona della costa è ancora genuina, piccoli villaggi, surfers house. Qui il vento la fa da padrone, spiagge immense con dune selvagge, spazzate da un vento che alza tanta sabbia da far quasi male, si fatica a camminare…ma quanto spettacolo. Le scuole di surf si sprecano, Olivia passa mezz’ora a protestare perché vuole imparare anche lei e non è giusto che non ci siano scuole per bimbi piccoli.
Miraduro fra Praja Cordoama e Praja Do Castelejo, una vista eccezionale, tornando indietro accedendo a una delle due spiagge si accede agevolmente anche all’altra, risultano infatti collegate fra loro come fossero un unico arenile. Più riparate rispetto alle spiagge nei pressi di Carrapateira. Il vicino di ombrellone a 50mt , il sole caldo, il vento fresco, le onde alte in cui tuffarsi, i bambini che cercano i granchi fra gli scogli. Essere qui mentre il sole inizia ad abbassarsi e la luce si fa speciale è un dono prezioso.
Praia Arrifana, Praia Monte Clerigo, Praia Amoreira, ci fermiamo in quest’ultima, il clima crea un ambiente surreale, sull’oceano e sui i 40 metri di spiaggia c’è una nebbiolina che via via svanisce allontanandosi dall’acqua, in questa spiaggia il rio che va a sfociare crea una laguna con acqua bassissima e stupende dune, una fioritura sorprendente di gigli.
Praia da Odeceixe, bella spiaggia, che merita una citazione per il rio che sfocia nell’oceano ed ha una corrente tale da trasportarti senza bisogno di nuotare, offrendo un naturale parco acquatico, a cui bambini e….adulti non possono resistere. Destinazione Sines dove pernotteremo in un albergo con vista sul porto veramente bellissimo, Casa do Medico de Sao Rafael. Sines è città natale di Vasco De Gama, mi sorprende la spiaggia del paese che nonostante sia vicinissima alla Marina ha un’acqua cristallina. Durante il trasferimento a Lisbona ci fermiamo a praya Carvahal, parte dei 60km di arenile che va da Sines a Comporta per poi proseguire lungo la penisola di Troia.
Arriviamo a Lisbona, per i prossimi giorni alloggeremo in un bellissimo appartamento con piccolo giardino in Avenida de Liberdade, abbiamo sempre raggiunto il centro a piedi comodamente. Occhio al parcheggio se avete auto al seguito, qui non scherzano…. Una mattina ci siamo svegliati tardi e non avendo pagato il parcheggio la sera prima ci siamo trovati la macchina bloccata con le ganasce alle ruote, bell’inconveniente risolto con l’aiuto del barista vicino di casa e con un obolo al comune di Lisbona. Lisbona mi ha lasciato una strana sensazione, l’ho trovata una bella città, viva e calorosa ma…..non mi ha conquistata. La zona dell’Alfama è l’unica che mi ha coinvolto. Abbiamo camminato su e giù per il Chiado, il Barrio Alto, l’Alfama. Ho adorato la vista dall’Elevador de santa Justa (caro ma avendo fatto quel giorno la Lisboa card ne abbiamo approfittato), Il monastero do Jeronimos, il clima e la proposta gastronomica del mercato Time out, placa del commercio. Abbiamo dedicato alla città due giorni, che credo siano sufficienti per averne un’idea generale.
Mi sento di segnalare solo poche cose: la prima è di mangiare i Pastel de Nata da Manteigaria ( Via Loreto oppure al mercato Time Out), di fermarsi in Praca Luis de Camoes sperando vi si stiano esibendo gli Alta Cena, un gruppo bravissimo, io e Olivia ci siamo ritrovate a ballare e fare il trenino per la piazza. Per il Monastero do Jeronimos possono esserci code davvero notevoli, consiglio, a fronte di una spesa di 2 euro in più di andare a fare il biglietto cumulativo all’adiacente museo di archeologia, ricordate di fare anche il biglietto per la Torre di Belem.
Facendo base a Lisbona siamo stati a Cabo Espechiel, attratta soprattutto dal Santuario de Nossa Senhora do Cabo, luogo poco frequentato e di rado inserito negli itinerari, lo consiglio calorosamente. Pranzato a un chioschetto con Choco Fritto, qualche ora di relax trascorsi sulle spiagge della costa di Caparica (ad appena 20 minuti dalla capitale) e a Cabo de Roca con Cascais seguita da Praia do Guincho.
Cabo de Roca ci ha accolto con una nebbia fitta, le scogliere e l’oceano erano completamente celate. Ma il forte vento (eufemismo) ci regala uno spettacolo inatteso, la nebbia viene spinta al largo e poi si riavvicina alla costa creando un’atmosfera da fine del mondo conosciuto…. Il faro è incorniciato da un cielo turchese animato da nuvole che corrono rapide, l’aria è gelida, non riesco a tener ferma la macchina fotografica….ma sono felice, ed anche molto… non sono mai stata amante del mare, perché non conoscevo l’oceano, la forza bruta della natura, malinconica e tenace, potrei osservare le onde sbattere violentemente sugli scogli per ore. Pranziamo a Cascais, ma scappiamo rapidamente, palazzoni,traffico e caos…no grazie. Raggiungiamo così Praia do Guincho, non osiamo il costume, la felpa è più adatta, decine e decine di surfers in acqua, onde impetuose, vento forte….. questa spiaggia è da vedere.Raggiungiamo poi Porto, l’ultima tappa del nostro on the road portoghese. Durante il tragitto ci fermiamo a Mafra per visitare il palazzo con la sua celebre biblioteca…… pioviggina e il sito è chiuso per lavori.
Porto si visita facilmente in un paio di giorni, mi riprometto di tornare per concedermi di scoprire la Valle del Douro, a cui devo rinunciare durante questo viaggio per mancanza di tempo. Il fascino di Porto mi conquista, potrei fotografare azulejos, palazzi e porte all’infinito…. È così decadente ma viva, umile, coinvolgente….. la vista della Ribeira mentre cala il sole, gli scorci dalle mille piazze, i palazzi… ognuno diverso dall’altro ma così armoniosi, come un bouquet perfettamente equilibrato. Porto dei contrasti, un palazzo elegante e uno fatiscente. Il tram numero 1 che ti porta alla foce del Douro, al Faro, dove decine di canne da pesca allineante creano una geometria perfetta, le onde che scrosciano, il vento gelido.
Tornando indietro attraversiamo il fiume con il traghetto che con 2 euro fa da spola da una riva all’altra per raggiungere Arrifana, famosa per il suo lavatoio, tutt’ora usato dalle donne del posto, per i loro panni stesi al sole su fili sostenuti da un intricato incrocio di sostegni, per l’odore di sardine alle brace, le barche ormeggiate e le reti da pesca. Da qui passeggiamo lungo il fiume fino alla Cantina Ferreira dove ci concediamo una visita a cui seguirà una degustazione, carina, nulla di eccezionale (spiegazioni molto superficiali ma più che sufficienti per chi è profano), il Porto Lagrima, quello sì che merita…. Percorriamo il ponte Eiffel su entrambi i livelli, godetevi il calar del sole da questo punto.
INFORMAZIONI UTILI PER ORGANIZZARE UN VIAGGIO ON THE ROAD IN PORTOGALLO
Voli a/r Bergamo-Porto Ryanair = nessuna pecca, voli in orario, aereomobili puliti, personale disponibile. La scelta del volo a/r su Porto è stata prettamente economica, a livello logistico potrebbe essere molto meglio andata su Porto e ritorno su Lisbona. Dall’autunno ryanair dovrebbe introdurre un comodo volo su Faro in Algarve, ma rimango dell’idea che Porto/Lisbona sia la soluzione migliore, per fare costa e interno della zona dell’Alentejo.
Noleggio auto Guerin: Seat Ibiza con 280km, profumava ancora di nuovo. Seggiolino auto comodamente portato da casa. Il noleggio per tutto il soggiorno ci ha permesso di muoverci liberamente anche nei dintorni delle due grandi città che abbiamo incluso nell’itinerario.
Km totali del nostro on the road portoghese 2600 dal 14 al 31 Agosto.
Alloggi prenotati tramite booking o airbnb.
COSTI: Non riporto costi di alloggi, voli e noleggi poiché essendomi mossa molto in ritardo, credo che non siano realistici nell’organizzazione del viaggio se solo si partisse per tempo. La vita in Portogallo l’ho trovata meno cara che da noi, ma non ho notato l’abissale differenza che mi era stata decantata.
A posteriori credo organizzerei lo stesso itinerario, poiché il Portogallo offre molto ed abbiamo avuto modo di avere una panoramica generale, che ci ha lasciato il desiderio di tornare in alcune zone, in Alentejo per esempio per girovagare perdendoci fra i paesini, o nel nord per esplorare la valle del Douro.
Questo on the road ha permesso di vivere un’esperienza che tenesse conto delle esigenze di tutti, alternando visite a momenti di svago, tanta natura e altrettanta cultura.
Obrigada.
Gloria
{testi e fotografie di Gloria Raniero}
{foto di copertina di Vitaly Fedotov via Shutterstock}
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