Visitare Auschwitz e Birkenau: informazioni e consigli pratici

Papà Desiderio racconta la parte finale del suo viaggio in Polonia: la visita ai campmi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Ecco tutti i dettagli e le informazioni utili, necessarie per valutare se sia opportuno andarci con i bambini oppure no.

Ho già raccontato in questo articolo il nostro weekend a Cracovia, con tutte le informazioni e i consigli per organizzare il viaggio: Weekend a Cracovia con bimbi.

Il motivo principale del nostro viaggio, però, è stato visitare Auschwitz e gli altri campi di concentramento. In questo articolo vi racconto tutti i dettagli della nostra visita e qualche informazione utile per capire se sia opportuno andarci con i bambini oppure no.

 

Visitare Auschwitz e Birkenau: come organizzarsi

Il motivo principale di questo nostro viaggio in Polonia è la visita ad Auschwitz.
I dubbi però nascono per la presenza dei bambini, troppo piccoli per capire dove si sarebbero trovati e per tenere un comportamento rispettoso del luogo che sarebbero andati a visitare ma troppo grandi per portarli ugualmente “tanto non capiscono niente”. Bambini di 4 anni non riesci a tenerli per così tanto tempo fermi senza che comincino a correre qua e là, non riesci a tenerli in silenzio per ore quindi dopo un conciliabolo familiare raggiungiamo un compromesso: andremo solo noi papà mentre bimbi e mamme si faranno un giro per la città.

visitare auschwitz e birkenau

Dopo questa premessa andiamo un po’ a capire come organizzare una visita ai celebri campi di concentramento (perché la visita comprende sia Auschwitz I che Auschwitz II Birkenau). Le opzioni sono sostanzialmente due:

  • è possibile andare per conto proprio prenotando online i biglietti a partire da 90 giorni prima. La prenotazione avviene sul sito ufficiale del Museo Auschwitz-Birkenau che trovate a questo link.
    Una volta entrati nel sito avrete due opzioni di scelta: la visita di gruppo con guida e la visita individuale. Per quest’ultima non si paga nulla ma è obbligatoria la prenotazione e va indicato l’orario in cui si vuole effettuare l’ingresso. Per la visita con guida si pagano invece 60 zloty (circa 15 euro) ed è possibile scegliere tra diverse lingue straniere tra cui l’italiano. I biglietti a disposizione non sono numerosi quindi meglio prenotare appena possibile.
  • L’opzione maggiormente utilizzata è quella dei tour organizzati che partono da Cracovia: in giro per la città si trovano tantissimi uffici che vendono varie escursioni, tra cui quella ad Auschwitz-Birkenau. Le visite durano un totale di 7 ore considerando il trasferimento da Cracovia al museo e ritorno (circa un’ora e venti a tratta). Questi tour, come detto, comprendono i trasferimenti da e per la città, la guida in lingua ed il trasferimento tra i campi di concentramento di Auschwitz I e Auschwitz II Birkenau che distano tre chilometri e mezzo l’uno dall’altro. Il prezzo medio per questo tipo di escursione si aggira sui 35-40 euro.

Come arrivare ad Auschwitz

Tralasciando le gite organizzate che partono da Cracovia di cui abbiamo già parlato, ci sono tre modi per raggiungere Auschwitz:

  • Con mezzo proprio o auto a noleggio.
  • In autobus, partendo dalla stazione centrale seguendo la tratta Krakow-Oswiecim. Il costo è di 14 zloty ed è possibile acquistare il biglietto a bordo. Tra i due campi di Auschwitz e Birkenau c’è un servizio navetta gratuito.
  • In treno, soluzione più scomoda del bus in quanto la stazione dei treni di Oswiecim dista circa due chilometri da Auschwitz e quindi una volta giunti a destinazione dovrete proseguire a piedi oppure chiamare un taxi. Il sito delle Ferrovie polacche lo trovate a questo link e dovete inserire come parametri Kraków Główny e Oświęcim. Prezzi e durata del viaggio dipendono dal tipo di treno selezionato.

 

La nostra esperienza ad Auschwitz

Come detto in precedenza, abbiamo deciso di visitare il Museo Auschwitz-Birkenau senza bambini lasciandoli in città con le mamme. Per non rimanere separati troppo a lungo, abbiamo deciso di effettuare la prima visita di giornata, quella delle 7:30 ed abbiamo pensato di farlo in autonomia in modo da non essere legati alle tempistiche della visita guidata. Abbiamo prenotato i biglietti online ma poi ci siamo accorti che non saremmo arrivati in tempo in quanto il primo bus partiva alle 6:20 dalla stazione centrale. Pian piano ci siamo resi conto che la visita guidata potesse essere la soluzione migliore per capire meglio cosa è accaduto lì dentro, così abbiamo optato per il tour in partenza da Cracovia con guida in italiano. Abbiamo anche in questo caso preso quello con la prima partenza dalla città, le 6:30 in modo da impegnare solo la mattinata ed essere di rientro per le 13/13:30. Tra le tante opzioni in rete abbiamo scelto Civitatis spendendo 36 euro a testa.

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Giunti al punto di raccolta, siamo stati divisi su due bus: uno per la visita in inglese e l’altro per quella in italiano e spagnolo. Durante il percorso di un’ora e venti, si passa attraverso la campagna polacca ed in mezzo a boschi rigogliosi.

La guida ci spiega le regole generali:

  • non è possibile portare zaini all’interno ma solo una borsetta/marsupio delle dimensioni massime di un foglio A4;
  • non è possibile portare bevande e cibo se non una bottiglietta d’acqua;
  • non si può fumare durante la visita;
  • soprattutto, anche dopo diverse foto apparse su Facebook, non si possono fare selfie, fare foto irrispettose e scatti in bilico sui binari di Birkenau (più che divieti, queste sono raccomandazioni che purtroppo verranno disattese come vedremo in seguito).

Giunti a destinazione, ci lasciano 15 minuti per andare in bagno e mangiare qualcosa: all’ingresso ci sono un bar, macchinette automatiche ed uno store, le toilette sono al piano interrato e si pagano 2 zloty (anche con carta di credito!).
All’arrivo della nostra guida entriamo, passiamo per i controlli stile aeroporto e ci vengono consegnate le cuffiette, ci sintonizziamo sulla frequenza indicata dalla guida ed iniziamo la visita.

Si passa subito per il cancello con la celebre scritta “Arbeit macht frei”, il lavoro rende liberi: la più grande menzogna di Auschwitz è proprio al suo ingresso. Me lo immaginavo più grande, imponente. Non è così, ma mette ugualmente i brividi.

visitare auschwitz con bambini

Auschwitz con bambini?

Senza entrare nei dettagli della visita, spendo due parole sulla scelta di non portare i bambini.

Il sito ufficiale non ne vieta l’ingresso ma lo consiglia dai 14 anni e la considero una cosa giustissima soprattutto se si hanno bambini piccoli come noi.

Per prima cosa c’è tanta gente ed occorre rispettare le code che creano i gruppi ma soprattutto occorre restare in silenzio: in alcune sale la guida ci spiegherà dall’esterno cosa andremo a vedere perché non è consentito parlare all’interno. In un paio di sale è vietato fare fotografie in rispetto del dolore delle persone che hanno subito atrocità enormi.

 

Auschwitz da soli o con guida?

Il secondo punto su cui vorrei soffermarmi è la scelta di svolgere la visita in autonomia oppure con una guida: siamo contentissimi della scelta fatta. Generalmente siamo abituati a girare per conto nostro ma questo è un luogo che per essere compreso necessita del racconto di una persona che ne conosca la storia fino in fondo. La nostra guida ci mette una passione che ci fa più volte accapponare la pelle e ci sono tanti passaggi che autonomamente non avremmo compreso, come la foto del medico dalla cui ombra si vede il dito pollice indicare la destra per chi non è abile al lavoro e di conseguenza finirà direttamente nei forni crematori.

Oppure le celle di punizione: guardandole così, si vedono solo i resti in muratura ma la guida ci spiega che sono larghe 90 centimetri per 90 ed ospitavano fino a quattro persone per volta per 24 ore.

Per finire con i letti del campo di Birkenau, delle tavole in legno su tre piani che viste così non sembrerebbero nemmeno scomode ma quando la ragazza ci spiega che il regolamento prevedeva quattro persone per piano ma in realtà ce ne dormivano dieci, che chi era al piano inferiore doveva avere a che fare coi ratti e gli allagamenti, chi era in alto con le intemperie, il cattivo isolamento portava acqua e temperature anche di meno venti e per finire chi era in mezzo molto spesso veniva ricoperto dalle feci di chi era sopra di lui visto che tutti i prigionieri soffrivano di dissenteria a causa del mal nutrimento.

Entrare nelle camere a gas e vedere i forni è forse il momento che mette più a dura prova l’animo umano.

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La visita ad Auschwitz I dura circa tre ore poi, dopo una breve pausa, ci spostiamo in bus a Birkenau.

 

Visitare Birkenau

Il parcheggio dista qualche centinaio di metri dal campo che si raggiunge a piedi e subito saltano all’occhio i famosi binari.
Birkenau è immenso, decine di volte più grande rispetto ad Auschwitz.

La maggior parte delle costruzioni furono distrutte dai tedeschi nel tentativo di eliminare le prove. Qui entriamo anche nei dormitori e passiamo sui famosi binari. Come detto in precedenza, nonostante le raccomandazioni vediamo una coppia spararsi selfie e foto sorridenti a raffica. Poco fuori, sulla strada verso il parcheggio, due ragazze si fanno un video in equilibrio sui binari mentre ad Auschwitz becco uno del nostro gruppo che si fa il suo bel selfie con le baracche sullo sfondo.

La visita mette duramente alla prova e guardando le stanze contenenti capelli, ossa, scarpe di ogni tipo ma è necessaria perché come diceva Primo Levi “è avvenuto quindi può accadere di nuovo”.

 

Desiderio

{testi e fotografie di Desiderio Valentini}

 

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L'autrice: *Redazione*

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