La tappa più emozionante del viaggio in Baja California di Cristina? Sicuramente l’incontro con le balene a Laguna San Ignacio e Ojo de Liebre, dove è possibile vederle e avvicinarle…
Nei primi due articoli vi ho raccontato > come organizzare un viaggio in Baja California con bambini < e le tappe del nostro > on the road in Baja California.
Prima di concludere, però, ecco la parte più magica del nostro viaggio, quella che straconsiglio a tutti quanti: l’avvistamento delle balene.
Ci avevano raccomandato, una volta nella Baja, di visitare almeno due lagune. L’esperienza che si vive lì con le balene, una volta non ti basta… Ed è vero.
Qui i cetacei non temono l’uomo, anzi, cercano continuamente occasioni di gioco e incontro, fino a farsi accarezzare.
Ci sono tre grandi lagune che accolgono ogni anno la spettacolare migrazione di qualche migliaio di balene grigie: la Laguna Magdalena a sud, terza per popolarità (che non abbiamo incluso nel nostro itinerario), Laguna San Ignacio, che si trova a metà strada fra le altre due e prende il nome dal piccolo paese che, come un’oasi, sorge a circa 60 km di distanza, in pieno deserto, e sarà il luogo del nostro primo incontro ravvicinato con queste splendide e mansuete bestione; ed infine la laguna Ojo de Liebre, situata a pochi km dalla cittadina di confine di Guerrero Negro, frontiera fra la Bassa California del Nord e del Sud, dove faremo il bis di questa magnifica esperienza.
Balene in Baja California:
Laguna San Ignacio
Con Bahia Concepcion alle nostre spalle, la strada inizia a salire, attraversiamo valichi montani e nuovamente tanto deserto per raggiungere il piccolo paese di San Ignacio.
Qui l’atmosfera cambia completamente, la terra arida e rossa, i cactus e le agave lasciano il posto a una verde e lussureggiante vegetazione; l’aria polverosa viene sostituita dal profumo delle palme da cocco e da dattero.
A San Ignacio sorge l’antica missione fondata nel corso del ‘700 dai gesuiti, uno degli edifici più sacri e belli della Baja. Si affaccia sulla piazza principale, dove trovano posto anche qualche buon ristorante e l’agenzia alla quale vi vorrete rivolgere per effettuare le escursioni in laguna, la cooperativa di ecoturismo Kuyima. Questa offre anche la possibilità di pernottare e partecipare a campi naturalistici lungo le sponde della laguna, con diverse attività tenute da biologi esperti, per un minimo di tre/quattro giorni. Noi trascorreremo invece la notte in paese, in un comodo albergo a due passi dalla missione –ogni cosa qui si trova a due passi dalla piazza principale, San Ignacio è un paesino davvero piccolo.
La nostra visita in laguna si preannuncia gran chiusura di una lunga stagione che ha visto nella sola laguna di San Ignacio più di 300 esemplari cetacei nuotare, saltare e giocare felici, regalando grandi emozioni ai loro visitatori. Il signore che ci riceve in agenzia ci dice che siamo fortunati, la nostra sarà probabilmente l’ultima uscita della stagione, ma ci rassicura, vedendo i nostri volti preoccupati, che di balene ce ne sono ancora, ne hanno avvistate più di una trentina il giorno prima. E anche se non saranno centinaia, in laguna ci saremo solo noi – il rovescio della medaglia di chi si reca in alta stagione quando ci sono centinaia di balene è infatti quello di ritrovarsi circondato da altrettante barche.
Ci mettiamo in moto molto presto il mattino seguente.
Il ritrovo è all’agenzia, la strada fino alla laguna la faremo con una 4×4 di loro proprietà, lungo strade prima asfaltate poi sterrate fino al campo base. Al nostro arrivo nel piccolo centro visitatori, oltre a una serie di informazioni sulla migrazione e sulla riproduzione delle balene, ci vengono forniti giubbotti di salvataggio d’ordinanza e, a chi ne è sprovvisto, spesse giacche antivento. È ancora presto, l’aria qui è fredda e in laguna ci sarà vento, soprattutto nel breve tragitto che compiremo fino al centro della laguna con una piccola e veloce lancia.
L’emozione è alle stelle, non vediamo l’ora di salire a bordo. Anche Violante non vede l’ora di incontrare le balenas.
Le barche che effettuano queste escursioni sono delle piccole, ma sicure, lance da massimo 12/14 passeggeri e noi siamo solo in sette. Dieci, venti minuti a tutta velocità e giungiamo al centro della laguna, dove saluteremo il piccolo equipaggio di un’altra lancia, come noi venuto ad ammirare e ad inchinarsi alle regine.
E poco dopo ci raggiungono loro. Guarda lì, l’acqua si muove! Guarda là, ho appena visto una coda! E laggiù, guarda, degli spruzzi! Guardale, guardale, due balene che saltano! Guarda quelle altre che nuotano verso di noi! Guardate sotto la barca, quelle due ombre! Una è grande sarà la mamma, l’altra più piccola, la balenottera! Wow! Eccole! Che meraviglia!
E quella vocina piena di gioia. Mamma! Le ho viste anche io!
Un continuo esclamare, gridare felici, richiamare e indicare l’uno l’altro la propria scoperta, lo spettacolo che ognuno ha catturato con lo sguardo in un diverso angolo della laguna.
E quando lo sguardo spazia in un territorio più ampio, per coglierne l’insieme, ci si rende conto di essere circondati, tutt’intorno è spettacolo ed esibizioni. E poi arrivano, le bestione sono sotto di noi, le senti appoggiarsi e strusciarsi sulla barca per giocare, percepisci la loro immensa forza e insieme delicatezza. E ora spuntano dall’acqua a pochi centimetri da noi, ci vedono protesi verso di loro e saltano, proprio per schizzarci! Grandi e piccole braccia si agitano per chiamarle a sé. E i loro musoni si avvicinano, fino a farsi accarezzare. Un’emozione indescrivibile. Le ricordo morbide, gommose, lisce. Mi ricordo senza fiato. Ricordo che tutto in quel momento si fermava. Ricordo gli acuti di Violante. Ricordo che una volta accarezzate, era un lavoro di squadra fare sì che tutti i passeggeri della barca provassero la stessa emozionante esperienza.
E allora via, di nuovo tutti con le braccia in mare per muovere l’acqua e richiamarle, una volta ancora.
Tre ore così, e non ne avevamo mai abbastanza!
Il deserto di Vizcaino e la Laguna di Ojo Liebre
Rientrati al campo base, ripartiamo subito alla volta di Guerrero Negro, duecento chilometri più a nord, dove giungiamo nel tardo pomeriggio, dopo aver attraversato il Deserto del Vizcaino.
Qui i cactus prima onnipresenti lasciano il posto a un panorama di bassi arbusti, a mia memoria molto simile al bush australiano.
Il centro del polveroso paese di Guerrero Negro, avamposto ai confini del deserto, è costituito da un’unica strada lungo la quale si trovano gli hotel e qualche gradevole ristorante. Pernottiamo al semplice ma comodo Motel Las Ballenas (e dove altrimenti!).
Il mattino dopo prendiamo parte a un’escursione di mezza giornata organizzata da Malarrimo Eco Tours, che propone insieme all’uscita in laguna anche la visita della più grande riserva salina al mondo. Il rosa delle saline diventa bianco accecante quando ci avviciniamo ai depositi di sale, e questi diventano – per Violante – delle divertentissime montagne sulle quali scivolare!
Questa volta, nella laguna di Ojo Liebre, oltre ad incontrare e accarezzare altre balene, avvistiamo numerosi falchi e aquile di mare, e ridiamo di un nutrito gruppo di pigri leoni marini, letteralmente spiaggiati su una piattaforma galleggiante nel mezzo della laguna.
Questa è stata l’ultima tappa del nostro cammino verso nord. Guerrero Negro segna infatti il confine con la Baja California del Nord, e per noi è giunto il momento di fare dietro front, ed iniziare la discesa verso sud, ritrovando luoghi già incontrati all’andata, e scoprendone di nuovi, come ho già raccontato nel precedente articolo: Baja California on the road con bambini: 2500 km di spettacoli naturali
Tutti i racconti sul nostro viaggio in Baja California sono a questo link: Baja California by Cristina
Cristina
{testi e fotografie di Cristina Fasci}
{foto di copertina di Leonardo Gonzalez Shutterstock}
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