Questi ultimi anni sono stati molto difficili. La fine della libertà di spostamento ha duramente colpito la mia vita da tanti punti di vista, umani e professionali. Ma sono ancora qui. Anzi, per essere più precisi, SIAMO ancora qui e forse non ce ne siamo mai andati.
L’unico aspetto che “mi affascina” della pandemia è il fatto che abbia coinvolto l’intero pianeta. In tutti gli angoli di terra che ho visitato in questi ultimi anni e che visiterò in futuro, ogni essere umano sa cosa siano un tampone, una mascherina, la quarantena, una variante, delta, omicron…. E sa anche cosa significhi la limitazione di alcune libertà fondamentali, come quelle di lavorare o spostarsi.
Ogni volta che ci penso ho come la sensazione che sia nato un linguaggio universale che ci avvicina ai popoli di tutta la terra, una specie di triste Esperanto fatto dei problemi che abbiamo vissuto tutti insieme e che ci legherà per sempre.
Tolta questa fugace sensazione, ovviamente, di questi anni mi piacerebbe buttare via quasi tutto. Mi sono sentita in prigione, ho iniziato a soffrire di claustrofobia, sono stata insofferente dal primo giorno a tutto ciò che vedevo succedere senza avere alcun potere di decidere della mia vita, senza essere libera di andare dove volevo, di lavorare, o addirittura di comprare dei fogli o delle matite colorate al supermercato.
Il viaggio per me non è uno sfizio, è una dimensione fondamentale della vita, una passione e anche un lavoro.
Avrei potuto usare i 2 anni di stop per fare tante cose, anche qui sul blog, e invece sono sprofondata in una sorta di stand by il cui unico vantaggio è stato quello di aiutarmi a difendermi da una fragilità che sentivo sempre più grande.
Per “curarmi” ho dedicato ogni piccola energia residua a fare tutto ciò che la legge mi consentiva. Se i famosi DPCM ci autorizzavano a muoverci dentro la Regione, mi spostavo in Emilia Romagna. Se i bar chiudevano alle 18, prendevo l’aperitivo alle 16. Quando il green pass ci ha consentito di volare l’ho fatto, arrivando addirittura nell’Oceano Indiano grazie al fatto che l’isola di Reunion è un territorio francese d’oltremare, quindi europeo.
Poi finalmente a febbraio 2022 sono scomparse le liste di paesi “banditi” e a maggio anche i tamponi, e ho potuto riassaporare quel profumo di libertà che mi era tanto mancato.
Se è vero che il 2022 è stato l’anno della mia rinascita umana e professionale, non posso però tralasciare un aspetto fondamentale della vita di “Bimbieviaggi”, e cioè che in realtà non abbiamo mai smesso di viaggiare.
Non abbiamo mai smesso di viaggiare: la community di Bimbieviaggi
Bimbieviaggi non è un semplice blog, ma è un luogo di incontro di una community molto grande e coinvolta attivamente nella condivisione della grande passione per i viaggi con i bambini. Qui sul blog sono stata meno attiva, ma nel nostro gruppo facebook Famiglie Globetrotter non abbiamo mai smesso di esserci. Durante il primo lockdown abbiamo viaggiato nei nostri salotti, inventandoci temi, storie e intrattenimenti per mantenere alto il morale e continuare ad allenare la nostra voglia di viaggi. Durante i due anni successivi abbiamo condiviso le nostre mete fuori porta, prima, e i nostri viaggi in Europa e nel mondo poi.
Abbiamo un patrimonio di informazioni e racconti che ci ha tenuti uniti per tutto questo tempo e per il quale non smetterò mai di essere grata alle persone che si prodigano nello scambio di consigli ma anche alla mia perseveranza nei momenti cupi in cui pensavo di mollare. Ho sempre scelto di aggrapparmi a questa grande famiglia per non rinunciare a un progetto così importante.
Mi avete ringraziato in tanti, ma la verità è che sono io a dover ringraziare voi.
Quindi eccomi di nuovo qui. Sto togliendo la polvere dai mobili, un po’ alla volta sistemerò ragnatele e lampadine rotte, ma prometto che in poco tempo questa casa tornerà a brillare e a diventare lo scrigno del nostro tesoro più importante: i viaggi che facciamo con i nostri figli e le nostre figlie, piccoli e grandi che siano (*).
(*) A proposito di figli grandi, poco più di un anno fa scrivevo questo post su instagram
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“Eh ma ormai è grande, non sei più @Bimbieviaggi”
⌚ È vero, il tempo scorre velocemente, ma… ci sono almeno due motivi per cui siamo ancora qui…
#Uno – ieri le abbiamo chiesto se la prossima estate vuole ancora partire con noi e ha detto di sì, quasi stupita per la domanda. Quindi, come dico sempre, finché le vacanze le paghiamo noi, bimbieviaggi continua ad essere bimbieviaggi (ok, facciamo #bamboccioni e viaggi)
#Due – #Bimbieviaggi è nato ed è cresciuto soprattutto in quanto #community: sul blog sono pubblicati centinaia di racconti di altrettante famiglie che viaggiano con bimbi di ogni età e in ogni angolo di mondo.
❤️ A dire il vero ho ancora tantissimi articoli da pubblicare, che mi avete inviato prima della pandemia e anche in questi mesi…ma ammetto che negli ultimi due anni mi è mancata l’energia. Ormai ho smesso di nascondere il malessere che provo per questa situazione, quindi posso anche iniziare a ricucire questa parte del mio mondo che è fatta dalle meravigliose parole che mi avete sempre mandato per condividere con tutt* noi la grande passione per i viaggi..
I progetti per il nuovo anno sono tanti, ma tra i primi c’è sicuramente quello di ritrovare lo spirito giusto per ricominciare a mettere nero su bianco le vostre avventure attorno al globo, la grande passione che ci ha fatto incontrare e, spesso, diventare amici.
Ancora una volta grazie di cuore per esserci sempre, ché quando ci teniamo la mano è tutto più facile, anche questo bruttissimo periodo!
️ [La foto è di repertorio, scattata esattamente 2 anni fa nelle nostre amate #Maldive]
Quindi, ancora una volta, sono qui per impegnarmi a ricominciare a dare voce ai protagonisti di questo grande salotto, pubblicando sia gli articoli sui viaggi prepandemia che gli articoli più recenti, che hanno riacceso la grande fiamma che ci unisce e ci tiene uniti da più di 11 anni: la voglia di esplorare il mondo e condividere ogni scoperta con i nostri piccoli e grandi bamb…occioni 😉
Milena
(testi e fotografie di Milena Marchioni)
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