Il Sudafrica è la destinazione scelta da Liliana per il primo viaggio intercontinentale del piccolo Alberto, 4 anni e una grande passione per gli animali. Seguiamoli nelle diverse tappe del loro viaggio estivo africano, scoprendo le tappe del viaggio e i consigli pratici per organizzarlo.
[VIAGGIO 2018]
Io e mio marito, da sempre grandi appassionati di Asia, mai avremmo immaginato che il primo viaggio intercontinentale di nostro figlio Alberto sarebbe stato in Africa. Un continente che finora avevamo snobbato con un semplice “sì beh, prima o poi ci andremo eh”. E invece il caso ha voluto che a fine anno 2017 io abbia beccato un’ottima offerta con Emirates per Johannesburg. E complice la grandissima passione per gli animali di nostro figlio, decidiamo di procedere senza pensarci troppo, con l’entusiasmo che accompagna la prenotazione di un volo aereo.
Innanzitutto, perché il Sudafrica: di tutti i paesi africani, è quello con il miglior livello di strutture sanitarie, con la miglior rete stradale, che consente di essere visitato in fai da te, senza fuso orario e soprattutto ospita il Kruger National Park, grande sogno di nostro figlio.
SUDAFRICA CON UN BIMBO: INFORMAZIONI PRATICHE
In primis, un po’ di dettagli:
- composizione famiglia: Liliana, Giorgio e Alberto (4 anni)
- viaggio dal 23 agosto al 7 settembre 2018
- volo Emirates da Venezia a Johannesburg (con scalo a Dubai) a/r 515 € a testa
- assicurazione sanitaria + bagaglio + cancellazione 104 € con AIG proposta da Emirates contestualmente all’acquisto
- noleggio auto aeroporto di Johannesburg con Avis tramite Rentalcars per 14 giorni 315 (extra GPS circa 80 € e seggiolino auto circa 20 €) comprensivo di assicurazione Rentalcars.
N.B: in Sudafrica, con qualunque compagnia, non è previsto l’azzeramento della franchigia neanche stipulando le Kasko, quindi la copertura Rentalcars, se si sa usare correttamente, è decisamente buona e vantaggiosa. - patente internazionale: 45,76 € serve? Sì, no, boh, forse. La compagnia di noleggio non ce l’ha chiesta e non siamo mai stati fermati per controlli dalla polizia. Nel dubbio abbiamo preferito farla.
- documenti: passaporto con 1 mese di validità residua e estratto plurilingue del certificato di nascita del minore. L’Italia avrebbe teoricamente una deroga, in quanto il passaporto italiano riporta i nomi dei genitori sul documento del minore, ma il sito della Farnesina consiglia vivamente di avere con sé anche questa carta. È gratuita, si fa in comune in 2 secondi e siete a posto. A me in tutti gli aeroporti (Venezia, Dubai e Johannesburg a/r) lo hanno chiesto almeno 20 volte. Se con il minore parte un solo genitore è necessario un ulteriore nulla osta, da verificare sul sito Viaggiare Sicuri.
Partiamo quindi il 23 agosto da Venezia, per atterrare dopo circa 6 ore, all’aeroporto di Dubai. Come ci era stato consigliato nel gruppo facebook Famiglie Globetrotter, abbiamo cercato l’area bimbi per far sgranchire Alberto in vista delle successive 8 ore di volo.
L’ingresso in Sudafrica è stato easy, sia all’immigrazione che ai bagagli sono stati velocissimi.
All’Avis ritiriamo la nostra auto (la Ford Figo) e con il navigatore partiamo alla volta del nostro primo alloggio, il MUSE ON GRIESSEL (66 € con colazione gigante), a soli 12 km dall’aeroporto. Alloggio assolutamente e vivamente consigliato, facile da raggiungere, comodo per poi procedere verso est senza dover attraversare Johannesburg. Inoltre i padroni di casa sono davvero gentili e pronti a dare consigli.
SUDAFRICA CON UN BIMBO: COSA ABBIAMO VISTO NOI
Il giorno dopo il nostro arrivo siamo partiti verso Graskop, percorrendo parte della Panorama Route, una della strade più belle e ricche di panorami mozzafiato.
L’alloggio scelto è il DAAN’S PLACE at Graskop, 58 € solo pernottamento, comodo e abbastanza pulito. Se riuscite ad arrivare ad un orario migliore del nostro lungo la strada ci sono da visitare le Mac Mac Pool (piccole piscine naturali) e le cascate, noi siamo arrivati alle 18 ed era tutto chiuso.
Considerazioni per il dopo tramonto: le strade non hanno illuminazione, quindi attenzione a muoversi sia in auto che a piedi; tutto è chiuso a parte qualche ristorante o locale; in questa zona quando scende il sole fa particolarmente freddo in agosto, quindi siate preparati.
Giorno dopo partenza per la visita del Blyde River Canyon, dopo però essere passati a fare colazione dal famoso Harrie’s Pancake (buono ma caro per gli standard sudafricani, da evitare a pranzo quando arrivano orde di turisti).
La strada che percorre la zona è la più bella e ben tenuta che abbiamo trovato, e le varie attrazioni da visitare sono ben segnalate lungo il percorso. Sono tutte a pagamento (bambini gratis fino ai 6 anni) ma costano mediamente poco (tra i 2 e i 5 euro ad adulto). Onnipresente un piccolo mercatino di artigianato locale (Curio), i cui proventi vanno direttamente alle famiglie della zona (o almeno così è dichiarato nei cartelli).
Il primo che decidiamo di visitare è THE PINNACLE, uno spuntone di roccia coperto da vegetazione, molto particolare.
La seconda è la GOD’S WINDOW, un belvedere su tutta la vallata circostante. Bella la stradina a piedi per raggiungere il posto, ma la visuale non è così imperdibile. Già molto più affollata della tappa precedente.
Terza tappa, le BERLIN FALLS, che richiedono una piacevole breve deviazione. Non immaginatevi le cascate alpine, ma il contesto, i pochissimi turisti e la pace trasmessa dal luogo la rende da visitare.
Quarta tappa, la più famosa, le BOURKE’S LUCK POTHOLES, una specie di canyon scavato dall’acqua nella roccia, davvero molto suggestivo. Qui i turisti sono parecchi, ma il posto è ben organizzato e non si patisce l’affollamento.
Attenzione alle scimmiette che girano libere (e che gradiscono il nostro cibo), portatevi cappellino e crema solare perché qui il sole picchia parecchio e fa caldo. Il posto è ottimamente organizzato, con passeggiate per vedere al meglio il luogo, piccoli punti ristoro a prezzi bassi, solito mini mercatino e parcheggio adeguato all’affluenza.
Ultima tappa del nostro giro sono le THREE RONDAVELS: qui siamo arrivati quasi alla chiusura (alle 16 e il posto chiude alle 17). Si tratta di una magnifica terrazza sulla vallata circostante, un posto da mozzare il fiato. Eravamo solo noi, con questa vista e le aquile che ci volavano sulla testa. Assolutamente imperdibile.
Attenzione perché tutto questo percorso si svolge in montagna, e visto lo stato delle strade da questo punto in poi è caldamente consigliato scollinare e arrivare verso Hoedspruit (cittadina ricca di alloggi e locali dove mangiare) prima del tramonto. Lungo questo tratto di strada non ci sono né alloggi né ristoranti, quindi organizzate bene spostamenti e orari. La notte l’abbiamo trascorsa in un mini cottage trovato su Airbnb pagato poco e con una host particolarmente gentile, ma non mi sento di consigliarlo.
Il giorno seguente siamo stati al Kinyonga Reptile Park, dove siamo stati accolti da un simpatico struzzo! All’ingresso Alberto non ha pagato, anche se sul sito c’era scritto che dai 4 anni in su si pagava il ridotto. La ragazza alla biglietteria ci ha chiesto se volevamo essere seguiti gratuitamente per la visita da un volontario italiano, che fortuna! Tommaso è un ragazzo milanese che ha deciso di passare qui un mese come volontario. Il parco si occupa di raccogliere rettili abbandonati, feriti o sequestrati da bracconieri. La visita ci è piaciuta molto e Alberto ha gradito moltissimo la spiegazione in italiano che ha consentito di coinvolgerlo totalmente, infatti il povero Tommaso è stato subissato dalle sue domande! Ciliegina sulla torta è stata la possibilità di toccare e tenere in braccio un boa enorme, Alberto era emozionatissimo, anche se ho dovuto aiutarlo a tenerlo perché il serpente era pesantissimo!
Dopo questa sosta avevamo previsto un mini pranzo al ristorante vicino ad un baobab gigante (il posto si chiama proprio The Giant Baobab). Dopo 2 km di strada sterrata arriviamo in questo meraviglioso posto proprio da cartolina. Ristorantino vintage, con ottimi pancake, con mini parco giochi e vista su un enorme baobab in mezzo alla campagna. Dato il prezzo abbordabile decidiamo di fermarci un po’ di più e strafogarci per bene, ottimo il marshmallow cafè, ovvero un caffè in una tazza gigante con dentro 5-6 marshmallows! Costo 1 €, buonissimo, ma impossibile da finire!
Ultima visita della giornata è il famoso ippopotamo Jessica, unico esemplare al mondo di ippopotamo che ha deciso di godersi le comodità e i privilegi di una vita in famiglia!
Si arriva dopo altri lunghissimi 8 km di sterrato, seguendo le indicazioni per JESSICA THE HIPPO, attenzione agli orari perché la casa è aperta poche ore al giorno. Il padrone è un vecchietto eccentrico, ex cacciatore di grossi animali, che ritiene che l’arrivo di Jessica a casa sua sia una seconda chance che la vita gli ha concesso per riscattare la sua gioventù di caccia.
Salvata a pochi mesi dalla coppia, Jessica ha deciso di restare con loro invece che risalire il fiumiciattolo che scorre dietro la casa. Con il tempo i due coniugi hanno salvato altri animali in difficoltà, ma la star è indubbiamente Jessica. Si paga un piccolo biglietto, ed è possibile accarezzare l’ippopotamo, darle qualcosa da mangiare e persino darle un bacio. Alberto a fatica respirava dall’emozione che ha provato!
Verso le 15 ci siamo rimessi in macchina per andare a Phalaborwa, alle porte del Kruger National Park, dove sta per iniziare la parte più lunga e particolare del nostro viaggio in Sudafrica.
Ecco qui il racconto: Il Kruger con bambini: come organizzare un safari in autonomia
Trovi tutte le tappe del nostro viaggio a questo link: Sudafrica by Liliana
Cliccando qui leggi tutti i racconti di viaggio in Sudafrica con bambini
Liliana
{testi e fotografie di Liliana Cofano}
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