Quando si poteva viaggiare in Palestina

Qualche anno fa mamma Claudia aveva condiviso il racconto del suo viaggio tra Palestina e Israele. Sembra un’era lontanissima da oggi, eppure si tratta solo di 6 anni fa. Ho deciso di pubblicare il suo contributo per ricordarci alcuni luoghi che non potremo più vedere, per colpa di una guerra di occupazione…

Era la primavera del 2019 quando Claudia ha raccontato con entusiasmo nel nostro gruppo Facebook “Famiglie Globetrotter” il suo viaggio in una terra oggi martoriata. Alcuni dei luoghi che cita non esistono più, altri invece sì, ma sicuramente senza la serenità di un tempo.

Lascio il racconto esattamente come è nato, come li scriviamo sempre noi viaggiatori: pieno di spunti e consigli pratici per altri viaggiatori. Ovviamente molti consigli risulteranno obsoleti, ma mi piace pensare per un attimo, di viaggiare con Claudia proprio in quella terra che non vedrò mai…

Milena

 

E rieccoci qui a condividere impressioni e dettagli del nostro ultimo giro in Israele e Palestina.
In generale è stato un viaggio intenso, che ci ha lasciato tanto (soprattutto la visita a Betlemme) e che ci ha fatto tornare a casa arricchiti (nell’anima eh…nel portafoglio decisamente no!), stanchi ma soddisfatti.
Claudia

Partecipanti: mamma Claudia con annesso panzone di 7 mesi, papà Gaetano e Mattia, 4 anni.
Durata: 22-30 aprile, il periodo potrebbe essere ideale ma attenzione al Passover, la Pasqua ebraica. Ha complicato non di poco il nostro percorso perché in quei giorni tutti è chiuso. Come meteo invece periodo ideale, a parte i primi giorni piuttosto freschi (molto vento, ma credo sia stata un’anomalia rispetto alle medie) poi si stava bene senza soffrire troppo il caldo.

 

Diario di viaggio: Israele e Palestina in gravidanza

Lunedì 22 aprile:

partenza all’alba da Malpensa con Easyjet, arrivo a TLV alle 11.30. Controlli in entrata molto veloci.
Primo problema a causa del Passover: avevamo prenotato l’auto con CalAuto con rilascio a Jerusalem il giovedì tardo pomeriggio; purtroppo abbiamo scoperto al bancone che saremmo stati obbligati a restituirla entro le ore 13 perché poi, causa festività, tutto sarebbe stato chiuso fino alla domenica. Questo complicava (e non di poco) il nostro percorso, il giovedì mattina dovevamo visitare Masada e poi rientrare su Jerusalem e con questi nuovi orari non sarebbe stato possibile. Abbiamo passato quindi 2 ore al telefono con Rentalcars che continuava a insistere con CalAuto che loro avevano dato l’OK alla consegna il giovedì alle 17, CalAuto. Alla fine avevamo raggiunto accordo con Rentalcars che se non fossimo riusciti a consegnare l’auto in tempo l’avremmo riconsegnata la domenica e ci avrebbero rimborsato i costi dei giorni extra..

Piuttosto innervositi partiamo per la nostra prima destinazione, Akko: ci saremo voluti fermare a Cesarea ma ritardando il ritiro dell’auto siamo arrivati affamati e stanchi a metà pomeriggio e le rovine stavano per chiudere. Siamo comunque entrati per mangiare qualcosa e rilassarci un po’ lungo mare, c’era un vento pazzesco e Mattia si è divertito a giocare sul molo con gli spruzzi d’acqua. Siamo poi arrivati ad Akko, il nostro aparthotel The Grape House, carino e piuttosto centrale, buona cena di pesce da El Marsa e poi nanna.

 

Martedì 23 aprile:

altra giornata con programmi saltati a causa del folle traffico di questi giorni.
Il programma prevedeva visita ai giardini di Baha’i ad Haifa con i nostri amici Ivana&Gualtiero + Anita, in arrivo direttamente da Tel Aviv. Purtroppo sono rimasti imbottigliati nel traffico e sono arrivati all’ora di pranzo (noi nel frattempo siamo rimasti in un playground li vicino), intorno all’ingresso dei giardini è stato impossibile trovare un ristorante/chiosco per mangiare e siamo tristemente finiti in un centro commerciale davvero inutile a mangiare cibo ancora più triste. Dopo pranzo siamo andati ai giardini per scoprire che erano già chiusi e che quindi siamo potuti entrare solo alla prima terrazza. Che nervi!!! Meno male che la compagnia era così gradita che la giornata non è stata del tutto persa. Siamo poi tornati ad Akko tutti insieme e abbiamo visitato insieme la cittadella antica, Mattia e Anita si sono molto divertiti a correre per le sale dei cavalieri! Noi tre siamo rimasti poi anche per visitare il tunnel dei templari e a goderci il tramonto al faro. Ottima cena da Flooka.

 

Mercoledì 24 aprile:

dopo una buona colazione, partenza per Masada.
Il programma iniziale avrebbe previsto tappa a Nazareth e arrivo ad Arad in serata, ma per il problema dell’autonoleggio decidiamo di andare direttamente li e di visitare la fortezza in giornata. E qui, abbiamo capito che il traffico non è un problema solo per noi torinesi che tentano di raggiungere la Liguria i week end di luglio: una coda infinita, ci abbiamo messo più di 5 ore, un incubo. Quando siamo arrivati a Masada era già pomeriggio inoltrato, abbiamo dovuto mangiare al volo per poter prendere la funivia alle 16 (chiusura del sito ore 17…in Israele chiude tutto presto! Tenetelo a mente!).
Mi sarebbe piaciuto salire a piedi ma mio marito mi ha giustamente fatto notare che non la mia panza una santa funivia non sarebbe stata una cattiva idea… visitiamo il sito piuttosto velocemente ma riusciamo comunque a godercelo.
Di ritorno, di strada verso Arad, dove avevamo riservato il nostro B&B prenotato su AirBnB, ci fermiamo lungo il Mar Morto per bagnare i piedi: io e Gae eravamo già stati nel Mar Morto durante il viaggio in Giordania e abbiamo preferito non fermarci con Mattia, ma la pausa ristoratrice ci stava comunque benissimo. Per arrivare ad Arad ci mettiamo altre 2 ore (rispetto ai 30min previsti)…ma che incubo!

 

Giovedì 25 aprile:

sveglia presto per andare a Gerusalemme.
Siamo terrorizzati dal traffico ma fortunatamente tutto scorre liscio e arriviamo in meno di 2 ore.
Lasciamo la macchina e le valigie in albergo e partiamo alla scoperta della città (Hotel La perle, consigliato). L’unico vantaggio di essere stati obbligati nel lasciare l’auto prima è che fortunatamente riusciamo a vedere il mercato di Mahane Yehuda, visto che il giorno dopo non ci sarebbe stato (sempre causa Passover).


A pranzo andiamo al mitico Machneyuda, un locale folle in cui cuochi e camerieri ballano come matti, davvero divertente. La musica però è fortissima, era pieno di bimbi ma se avete figli particolarmente sensibili al rumore lasciate stare.
Giretto al mercato e poi ci avventuriamo nel quartiere di Mea She’arim: sembra di entrare in un mondo parallelo, tutti questi ebrei vestiti da festa (con mega cappelli di pelo e boccoli lunghissimi), famiglie con almeno 5-6 bambini a testa. Raggiungiamo poi la città vecchia e riusciamo a visitare il Santo Sepolcro, fortunatamente questa chiesa chiude la sera tardi. Dentro troveremo però una coda immensa, un prete però ha visto che eravamo con Mattia e ci ha fatto tagliare tutta la fila per entrare nel luogo in cui si dice sia stato sepolto Gesù. Dopo una passeggiata al muro occidentale – pieno di persone che celebravano l’inizio del Passover – andiamo a cena al ristorante armeno segnalato dalla lonely.
Il contapassi segna oggi 17.000 passi e 10Km di cammino.

Venerdì 26 aprile:

giornata dedicata interamente alla visita di Gerusalemme.
Tristemente mi rendo conto solo ora che per noi sarà impossibile visitare il Temple Mount visto che sono chiusi il giovedì e il venerdì. Tenetelo a mente quando pianificate il vostro itinerario… per me è stato un brutto colpo realizzarlo quando ormai era troppo tardi.
Come per ogni città, decidiamo di cominciare la visita affidandoci ad uno dei free walking tour (abbiamo scelto quello di Sandemans), in generale troviamo sia un ottimo modo per approcciare una città nuova con l’aiuto di guide smart. Per essere completamente onesti non è stato uno dei tour migliori che abbiamo fatto, ma siamo stati comunque felici della scelta. Con la guida giriamo per il quartiere armeno, quello arabo e quello ebreo, e sono molto interessanti i racconti sulla comunità degli ebrei ultra ortodossi.
La guida finisce poi al santo sepolcro, noi avendolo già visto ci stacchiamo un po’ prima e andiamo a mangiare al famoso ristorante di hummus Abu Shukri (consigliato dalla LP). Stranamente non c’era molta coda e ci riposiamo un attimo, poi ci rechiamo fuori dalla porta di Damasco per prendere il pullman che ci porterà al Monte degli Ulivi.


La vista da quassu merita… e siamo stati contenti di essere andati. Mattia incontra anche un cammello e ovviamente è al settimo cielo quando puoi farci un mini giro. Fa piuttosto caldo e io sono cotta, decidiamo di saltare le chiese della zona ma torniamo nella città vecchia. Un ultimo giro al tramonto al muro del pianto, sorseggiando un ottimo succo al melograno (che però a Gerusalemme costa più di un cocktail pregiato, sigh) e poi andiamo a fare un bellissimo aperitivo al Mamilla, hotel super fashion proprio fuori la porta di Jaffa con un fantastico rooftop sopra i tetti della città. Anche oggi giornata intensa…torniamo verso casa fermandoci a mangiare un hamburger in uno dei locali vicino la porta (anche se era Shabbat ce ne erano molti aperti).

Sabato 27 aprile:

oggi si va in Palestina e si festeggia il compleanno di papà Gaetano.
Forse è stata la giornata più bella della vacanza… molto stancante ma decisamente intesa e ricca di significato.
Al mattino prendiamo taxi per andare alla porta di Damasco, da qui partirà il pullman che in meno di mezz’ora ci porterà a Betlemme. Il giorno prima avevo prenotato via mail il tour dei graffiti di Bansky direttamente con l’albergo The Walled Off per cui ci rechiamo subito lì a piedi. Incontriamo anche due coppie di ragazzi di Milano molto simpatici che saranno i nostri compagni di avventura della giornata. Arrivati in albergo (tra l’altro…bellissimo!) troviamo un taxi ad aspettarci che ci porterà per un’oretta in giro per la città a vedere i famosi graffiti (1 taxi= 100 ILS).


Ci facciamo poi lasciare alla Chiesa della Natività dove troviamo una guida che ci convince ad andare con lui per saltare l’immensa coda per entrare nella grotta (30 € in tutto). La guida parlava bene in italiano ed è stata molto interessante, non tanto per la parte legata alla chiesa quanto per la questione palestinese…siamo stati contenti di prenderlo anche se in realtà il sui “free pass” per tagliare la coda consisteva nell’infilarsi fra i buchi chiedendo “favori” al vario personale, non è stato molto piacevole… io in ogni caso sono passata davanti a tutti avendo pancione e bimbo. All’interno della grotta ho visto delle scene di isterismo non da poco, hanno anche rischiato di farmi cadere…vabbè.
Breve pausa pranzo vicino alla chiesa e poi torniamo all’hotel dove avevamo prenotato il tour guidato per il Campo Rifugiati (circa 30 euro a testa, bambini gratis). È stata un’esperienza meravigliosa, la nostra guida è stata fantastica e a tratti commoventi. Non voglio entrare nel dibattito della questione palestinese, però è difficile non rimanere colpiti dalla situazione. Il muro, così orribile e incombente ma allo stesso tempo pieno di graffiti meravigliosi ricchi di significato, le testimonianze delle persone che abbiamo incontrato ci hanno toccato il cuore.


La guida si è poi innamorata di Mattia – “fate bene a portare i bambini, sono l’unica speranza per un mondo migliore” – e gli ha anche fatto un piccolo regalo. Finito il giro, non contenti e desiderosi di perdere ancora qualche lacrima, abbiamo visitato anche il museo all’interno dell’hotel, davvero ben fatto e ancora più commovente (se possibile). Dopo questo pomeriggio intenso, torniamo verso Gerusalemme con il pullman pubblico (questa volta passando dal check point…), corriamo come dei matti per riuscire ad arrivare in tempo alla Cittadella di David dove avevamo prenotato lo spettacolo di luci. Lo show è piuttosto carino, Mattia in realtà crolla addormentato dopo aver mangiato un panino.

Domenica 28 aprile:

partenza per Tel Aviv, decidiamo di andare con il pullman, forse il taxi collettivo sarebbe stato meglio. In ogni caso raggiungiamo il nostro albergo Rena’s House (zona perfetta, appartamento fichissimo super trendy con vecchio giradischi in camera, kit per bimbi con colori e adesivi e possibilità di prendere giochi spieggia/materassini in prestito – unico problema, la sera un po’ rumoroso). Dedichiamo il pomeriggio a gironzolare per Florentin, il quartiere hipster pieno di murales super colorati. La sera andiamo a cena a Jaffa – ristorante Puaa super carino – dove incontriamo anche un amico di Gaetano che vive in città.

Lunedì 29 aprile:

giornata dedicata al mare, richiesta a gran voce dai membri di sesso maschile della crew (soprattutto dal più piccolo). La giornata è molto calda e stiamo davvero bene, la spiaggia è molto ampia (siamo stati a quella di Alma, vicina all’hotel), si possono noleggiare ombrelloni e sdraio (ma essendo festa era tutto free) e ci siamo goduti la giornata arrostendoci al sole. L’acqua del mare era davvero bella, non me l’aspettavo così, un po’ fredda ma un tuffo non ce lo siamo negati, così come un fantastico pranzo a base di frittura di pesce. Alle 17 la spiaggia chiude e ne approfittiamo per girare per la via super cool di Neve Tzedek, piena di negozi di gioielleria e abbigliamento davvero fashion (ma non economici), dopo aver passato un’oretta in un playground vicino al mare molto carino. In serata facciamo una breve passeggiata per Rothschild e poi decidiamo di cenare al ristorante del nostro albergo, cucina siriana molto buona.

 

Martedì 30 aprile:

ultimo giorno prima della partenza… chiudiamo le valigie e lasciamo tutto al deposito dell’albergo.
Ci rechiamo a piedi a visitare un po’ la città, dopo una fantastica colazione a base di pancake giganti da Benedict facciamo tutta Rothschild road per poi finire al mercato di Carmel, dove mangiamo un’ottima Shakshuka (specialitià del posto a base di uova e pomodoro) e compriamo pane, olive e formaggio che poi ci gustiamo lungo mare. Non sono però particolarmente in forma, per cui passiamo il resto del pomeriggio lungo mare a giocare in un playground. Alle 18 il nostro taxi passa a prenderci e andiamo in aeroporto, per una volta ci siamo tenuti del tempo per i famigerati controlli in uscita. Tempo dedicato al controllo: 6 minuti netti, ci sono quasi rimasta male.
Vacanza volata come al solito… non possiamo che consigliare a tutti questo viaggio.

Claudia

{testi e fotografie di Claudia la Notte}

 

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