State organizzando un viaggio alle Hawaii? Ecco i preziosi consigli di Marilisa per trovare strutture alternative ai condo per dormire, in modo da abbattere un po’ i costi di questa vacanza da sogno.
Dormire alle Hawaii può essere una delle voci di spesa più importanti della vacanza.
Noi abbiamo viaggiato in quattro (genitori e due bambine di 6 e 8 anni) in un periodo di alta stagione, tra fine dicembre e inizio gennaio 2019. Nonostante l’ottima offerta per il volo aereo, abbiamo continuato nella ricerca di soluzioni low cost anche per dormire.
Alle Hawaii le soluzioni più diffuse sono i condo: alloggi ben accessoriati che spesso fanno parte di un residence. Li abbiamo usati anche noi per i primi e gli ultimi giorni della vacanza.
Nel mezzo, però, abbiamo prenotato due alternative più avventurose: una casa nella foresta a Big Island e un van a Maui. Non è stato sempre facile, il risparmio non può essere l’unico motivo per scegliere queste soluzioni. Serve anche una buona dose di curiosità, spirito di adattamento e ironia.
Ci sono stati alcuni momenti in cui ammetto di aver desiderato un posto più rilassante, con qualche servizio in più, ma alla fine rifarei la stessa scelta: abbiamo ricordi preziosi e aneddoti di famiglia da raccontare per i prossimi cinquant’anni.
VIAGGIO ALLE HAWAII: DORMIRE A BIG ISLAND IN MEZZO ALLA FORESTA
A Big Island abbiamo alloggiato in una casa in legno in mezzo alla foresta.
Suona molto esotico e in effetti lo è, ma serve arrivare preparati.
I suoni sono incessanti, ci vuole un po’ di tempo per abituarsi. La natura non è per niente silenziosa e la foresta non dorme mai. Inoltre questa casa non ha vetri che separano dall’esterno, solo zanzariere. È come un grande e confortevole ombrello nella foresta. Il freddo non è un problema alle Hawaii, ma la sera servono pantaloni e felpa a causa dell’umidità. Puntualmente dopo cena arriva la pioggia a fare da sottofondo agli uccelli e non resta altro da fare che salutare i coloratissimi gechi alle pareti e mettersi sotto le coperte ad ascoltare.
Dopo aver passato qualche giorno nella zona si capisce meglio il contesto. Quella che noi chiamiamo foresta è una zona rurale. La casa non è isolata, ce ne sono altre nei dintorni, ma la vegetazione è molto fitta e non si vedono. Inoltre la zona non è urbanizzata con strade, lampioni e fognature. Soggiornare in quest’area significa abbracciare quel che rimane della cultura hippie: vivere lontano dalle formalità sociali, cercando di auto sostenersi. Da qui derivano molte caratteristiche della casa: costruita a mano (quindi finiture alla buona), elettricità dall’energia solare (quindi no elettrodomestici o asciugacapelli), acqua dalla pioggia (depurata ma comunque non da bere). Doccia calda e fornelli sono garantiti dalla bombola del gas, mentre un’accortezza speciale serve per il bagno in cui non bisogna gettare nulla, la carta igienica va nel cestino (come in barca, per chi ha dimestichezza).
Non siamo abituati alla condivisione, né con la natura né con gli umani. In questa casa non ci sono chiavi, serrature, finestre, recinzioni; per chi come noi è abituato in città a chiudere fuori il mondo a doppia mandata, può lasciare un sottofondo di inquietudine. Le galline scorrazzano da una proprietà all’altra; le mie figlie, seguendo dei pavoni, sono finite a parlare con i pappagalli di una vecchietta, la vecchietta le ha riaccompagnate e ci ha chiesto se avevamo bisogno di qualcosa. Intimoriti per aver sconfinato ci siamo scusati e abbiamo detto di no; probabilmente voleva solo offrirci qualcosa, ma non lo sapremo mai.
Note pratiche: la casa era spaziosa e decorata con il gusto hippie della proprietaria. In quattro si sta comodi, ma non si ha a disposizione una cucina attrezzata: ok a cose facili come le uova, per il resto meglio mangiare fuori. Per quanto la signora Mara si sia impegnata per farci trovare una casa accogliente con tanto di fiori tropicali sul tavolo, gli standard di pulizia non sono quelli di un albergo, mettete in conto una pulita al bagno. Indispensabile avere un’auto a noleggio per arrivare (gli ultimi 500 metri sono sterrati, ma non serve il fuoristrada). Abbiamo speso circa 65€ a notte, comprese le spese di Airbnb; non credo ci sia qualcosa di più economico su queste isole.
VIAGGIO ALLE HAWAII: DORMIRE A MAUI IN UN VAN
Durante la pianificazione del viaggio, mi era presa un po’ l’ansia del chissà quando mi ricapita, voglio vedere tutto: balene, foreste, cascate, vulcani!
Fare una selezione stava diventando complicato quando mi sono imbattuta in un annuncio di affitto van. Mi è sembrato un modo perfetto per godersi l’isola cogliendo le occasioni del momento e assaporando la vita del surfista vagabondo. Affinando la ricerca ho scoperto che l’offerta è varia e alla fine io ho scelto lui.
Ce lo hanno invidiato tutti. Perfino gli hawaiani venivano a chiederci dove avevamo affittato un van così grande e ben attrezzato. Kennet, il proprietario, ci ha raggiunto in zona aeroporto e consegnato un furgone gigantesco, pulitissimo, e con qualche gadget a sorpresa (canna da pesca, racchette da tennis, sedie da spiaggia). Dopo averci spiegato il funzionamento e dato qualche consiglio su dove passare la notte siamo partiti per il nostro progetto: il giro completo dell’isola con tappe casuali nei luoghi che ci ispiravano di più al momento.
Molto romantica l’idea, meno la messa in pratica. Non siamo nuovi alla vita da camper, ma un van è ancora più basic. Prima segnalazione tra tutte: non c’è il bagno. Questo problema è parzialmente risolto dagli attrezzatissimi beach park americani, che hanno bagni pubblici puliti (carta igienica e copri water) e docce all’aperto. Noi abbiamo sfruttato anche Walmart (catena di supermercati americana) che ha sempre bagni comodi (stile ikea) e wifi.
Passare la notte en plain air non è stato sempre rilassante. I beach park sono comunque aree di sosta e la notte americana non ha mai un vero stop, c’è sempre qualcuno in giro che fa cose. Il risveglio con vista mare però ripaga di tutto. Ci sono un paio di campeggi sull’isola, ma non li abbiamo testati.
Guidare un bestione di quel tipo può sembrare sfidante, ma si prende la mano in fretta. La maggior parte delle strade è multi corsia, i parcheggi sono larghi, il cambio è automatico. Come dice Kenneth “Nice‘n’slow is the best way”. Se però come noi vi intestardite e volete fare tutto il giro dell’isola, serve qualche attenzione in più (non fidatevi neanche della rilassatezza di Kenneth). Ci sono passaggi sterrati a una corsia con strapiombo sul mare che hanno messo alla prova i miei nervi. Si può fare, ma meglio di giorno.
Note pratiche: il lettino per bambini è corto, mia figlia più grande era al limite, poi avrebbe dovuto rannicchiare le gambe. Abbiamo cucinato benissimo, il gas fa bollire l’acqua in poco tempo, ci sono tutti i basic (olio, sale, salsine, té). Manca lo scolapasta, ma ci si ingegna. Il van è pieno di lucine che permettono di goderselo anche alla sera. Al mattino quando arriva la luce non si poltrisce: tutti svegli e subito on the road. Abbiamo speso 140€/notte comprese le spese di Airbnb; non è regalato, ma si risparmia sul noleggio auto e si guadagna in libertà.
Sono state esperienze avventurose che ci hanno fatto vivere la vacanza in un modo speciale. Ci siamo divertiti e le consiglio, a patto di avere anche prenotato qualche giorno in una casa vera o un hotel, dove apprezzare le comodità della vita moderna.
Marilisa
{testi e fotografie di Marilisa Dalla Massara, Ingegnera delle Parole}
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