Marica ci porta alla scoperta di Bologna, la città dove è nato il suo bimbo e alla quale è da sempre affezionata. Pubblico con grande piacere questo racconto sulla mia bellissima città!
Bologna è stata la mia città per più di 12 anni. Qui ho conosciuto mio marito e qui è nato il mio primo figlio. Ci siamo trasferiti in Puglia quando lui aveva 7 mesi.
Questa città mi manca molto e ogni tanto riesco a fare una toccata e fuga per curare un po’ di nostalgia.
Per il decimo compleanno di Antonio ho deciso di regalargli 2 giorni a Bologna perché chiedeva da tempo di conoscere un po’ meglio la sua città natale. Da qui l’idea di partire soli, senza il fratellino e senza papà, in modo da riuscire a vedere le cose che lo incuriosivano con calma e serenità.
Questo non è stato un vero e proprio viaggio, ma una specie di ritorno a casa per me e di scoperta delle proprie origini per mio figlio. Sono stati giorni pieni e stancanti che ci hanno regalato tempo esclusivo per noi, primogenito e madre, senza pensieri, in giro per quella che è stata la nostra città, sempre nel cuore.
Ci siamo recati a Bologna dall’8 al 10 giugno.
Mezzi di trasporto usati in città: autobus.
Per aiutare Antonio nella scoperta della città abbiamo utilizzato la guida: “Bologna, guida per piccoli turisti“, nella quale viene ringraziata Milena Marchioni per il suo prezioso aiuto. La guida è piena di aneddoti e indizi sulle varie curiosità da scovare in giro per la città. Mio figlio la adora e abbiamo usato anche le versioni per Milano e Roma.
Altro libro simpatico: “Non tutti sanno che… Le cose che (forse) non sapevi su Bologna” – dell’associazione Succede solo a Bologna – Ed. Minerva. Il volume racconta l’origine di molti modi di dire bolognesi, come Ander al gabariot, E’ più facile che Galvani volti pagina, Rusco, Dammi il tiro, ecc… Ci ha divertito molto.
Weekend a Bologna: cosa abbiamo visto
Prendiamo il Freccia Rossa da Termoli e arriviamo a Bologna alle 12. Pranziamo a casa di amici, che ci ospiteranno per 2 notti.
Nel pomeriggio inizia l’esplorazione della città- Guida alla mano esploriamo le seguenti tappe.
Le due torri. Ci sediamo davanti a Feltrinelli e le ammiriamo con tutta calma, parlando dei metodi di costruzione, del perché la Garisenda è storta e del fatto che una volta erano unite da un ponte. Leggenda vuole che salire sugli Asinelli prima della laurea porti sfortuna e condanni a una vita da eterno studente, quindi non rischiamo e decidiamo e di non salire!
Piazza Mercanzia con il suo palazzo.
Corte Isolani dove ammiriamo il più alto portico in legno della città (secondo uno dei sette misteri di Bologna, nel soffitto sono piantate delle frecce).
Via Caprarie e via Orefici dove sono state posizionale alcune stelle del jazz stile Hollywood.
Palazzo Re Enzo, da fuori (all’interno c’erano le manifestazioni di Rep) alla cui storia siamo legati perché Federico II, padre di Re Enzo, ha trovato la morte proprio nel paese dove abitiamo, quindi sappiamo tutto di lui.
Il Nettuno, detto il Gigante, la bellissima fontana recentemente restaurata.
Palazzo Podestà e le sue formelle a fiore; abbiamo provato il trucco delle voci ai 4 cantoni, sotto il portico, secondo il quale se bisbigli in un angolo, si sente all’angolo opposto. Funziona! Ma io lo sapevo già!
Piazza Maggiore e il Crescentone, davanti alla Chiesa di San Petronio.
Il portico del Pavaglione dove ci divertiamo a scovare i fossili di conchiglie preistoriche nei marmi del pavimento (ce ne sono tantissime e in tutti gli anni passati a Bologna non le avevo mai viste).
Attraverso piazza Galvani arriviamo a Corte dei Galluzzi con la sua torre e poi in via d’Azeglio per trovare il campanello della casa di Lucio Dalla.
Palazzo d’Accursio dove saliamo i larghi e ripidi scalini (un tempo utilizzati per l’accesso delle carozze dentro al Palazzo) fino alla Cappella Farnese. All’esterno, verso la Sala Borsa, sono ancora scolpite le antiche misure: braccio, doppio braccio, piede e pertica.
L’indomani ci alziamo di buon’ora e con l’autobus ci dirigiamo in centro. Visitiamo:
San Petronio, parliamo un po’ della sua storia, individuiamo la meridiana e lo sgabellino dal quale il sig. Cassini, il costruttore, faceva tutti i suoi calcoli.
Piazza Santo Stefano, con le sue Sette Chiese e i cortili interni.
Santa Maria della Vita in via Clavature, dove si trova una bellissima opera in terracotta di Niccolò dell’Arca (il compianto sul Cristo morto). C’era anche una mostra dal titolo Plastic Planet che noi non abbiamo visitato, però credo molto interessante.
La Basilica di San Pietro in via Indipendenza, poi costeggiamo la chiesa lungo via Altabella per ammirare il campanile e cercare la Porta dei Dottori, un’antica porta, ora murata, da dove uscivano i neo laureati dopo aver discusso la loro tesi proprio nella Cattedrale.
In via Altabella vediamo i Portici più alti della città e la torre Azzoguidi. La percorriamo fino in fondo ed entriamo nel ghetto ebraico. Poi di nuovo verso via Clavature al Mercato di Mezzo di Eataly (gli stessi di FICO e di molti altri punti vendita in Italia e nel mondo) . Ci accomodiamo al piano di sopra da Rossopomodoro dove oltre alle pizze fanno pure insalatone, antipasti e primi. Servizio molto veloce e prezzi onesti.
Torre Prendiparte: nel pomeriggio saliamo su questa bellissima torre (così curiamo la delusione di non poter salire su quella degli Asinelli) , di proprietà privata e aperta alle visite la seconda e la quarta domenica del mese. È anche un B&B esclusivo. Sono 12 livelli ai quali si accede con scale in legno ripidissime. Un’esperienza stupenda, forse non adatta a bambini con meno di 6-7 anni, perché per salire e soprattutto per scendere serve una certa abilità e non bisogna soffrire di vertigini. Da lassù il panorama è spettacolare, a 360 gradi sulla città.
Da Piazza Maggiore prendiamo il trenino per San Luca che ci porta su lungo la strada che costeggia il lunghissimo portico, fino al belvedere e si ferma proprio davanti alla chiesa. Sul trenino vengono forniti degli auricolari.
Il Santuario è bellissimo, maestoso, uno dei simboli più importanti di Bologna.
Scendiamo sempre con il trenino e ci dirigiamo in via Zamboni 7 per provare la macchina del tempo, un’esperienza di realtà virtuale nella Bologna Medievale. Ci sono dei percorsi da fare e dei personaggi con cui interagire. Alla fine si sale sulla Torre Corradi e si vola sopra la città. A me non è piaciuto molto: il mio visore rimandava immagini sfuocate e l’effetto era un po’ fastidioso. Mio figlio invece era entusiasta.
Il giorno del rientro avevamo il treno nel primo pomeriggio, quindi un’intera mattinata a nostra disposizione.
Con zaini già al seguito decidiamo di raggiungere il centro e di visitare un paio di musei:
Museo Civico Archeologico. Una parte è in ristrutturazione, quindi si può visitare la parte preistorica, l’egizia e il lapidario nel cortile interno. A noi interessava soprattutto l’egizia visto che Antonio ha frequentato la quarta elementare. Ben strutturata, pannelli esplicativi e molti i reperti.
Archiginnasio, prima sede universitaria della città. Che dire? Bellissimo, emozionante, imperdibile. Saliamo gli scaloni monumentali e all’interno visitiamo il teatro anatomico e lo Stabat Mater. Nella biblioteca non ci hanno fatto entrare: niente visite turistiche.
Era previsto anche un po’ di shopping per me, ma l’unico negozio dove siamo entrati è stato il Lego Store. Quanto abbiamo speso qui rimane top secret.
Pizza veloce da Altero e via verso la stazione.
Weekend a Bologna con bambini: qualche informazione
COSTI:
- Treno Freccia a/r termoli-Bologna circa 90 euro.
- Biglietti autobus, city pass 12 corse, 12 euro.
- Torre Prendiparte: 5 euro, bimbi fino a 10 anni non pagano.
- Trenino San Luca, 10 euro adulti, 5 euro bimbi fino a 10 anni.
- La macchina del tempo: 36 euro per esperienza da 25 minuti.
- Museo civico archeologico 3 euro, bimbi non pagano.
- Archiginnasio: 3 euro, bimbi non pagano.
INFORMAZIONI PRATICHE
Durante i fine settimana e nei giorni festivi gli autobus hanno una viabilità modificata per via dei T-days, cioè la chiusura al traffico delle vie centrali della città: quindi in via indipendenza, via rizzoli e Ugo bassi non passano.
Il centro si gira comodamente a piedi, le distanze sono minime. Per raggiunge altre parti della città la rete degli autobus è capillare ed efficiente.
Marika
{testi e fotografie di Marika Moschini}
{foto di copertina Stock Photos from cge2010/Shutterstock}
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